DiSIT: i biologi del futuro si formano “sul campo”

Foto-di-gruppo-alle-Sorgenti-del-Po‘An Introduction to Field Biology’ è stata la prima Escursione Didattica Multidisciplinare organizzata dal Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DiSIT) dell’Università del Piemonte Orientale che ha coinvolto 25 studenti di Biologia e di Scienze ambientali.

La ‘biologia di campo’ è lo studio dei diversi livelli di organizzazione del vivente (dagli organismi alle comunità) e delle loro relazioni con gli elementi fisici degli ecosistemi utilizzando la natura stessa come osservatorio e laboratorio. Pur avendo un’antichissima tradizione nell’ambito delle scienze naturali, la biologia di campo è una disciplina in continua evoluzione, arricchita negli ultimi anni dall’impiego di sistemi tecnologici avanzati come gli strumenti GIS, il remote sensing, l’impiego di dataloggers e molto altro ancora. Le ricadute applicative di questa disciplina nell’ambito del monitoraggio ambientale, della gestione delle popolazioni e della tutela del patrimonio naturale sono numerose.

Per questo motivo dal 25 al 27 giugno venticinque studenti dei corsi di Biologia e di Scienze Ambientali del DISIT hanno condotto ricerche in campo nel gruppo delle Alpi Cozie, nell’ambito di un progetto realizzato in collaborazione con il Parco del Po Cuneese.

I partecipanti hanno potuto vivere in prima persona l’esperienza del ‘field biologist’ coordinati per la parte botanica dalla professoressa Graziella Berta (direttore del DiSIT) e per la parte zoologica ed ecologica dal dottor Stefano Fenoglio, ricercatore specializzato nella Zoologia. In particolare, gli studenti hanno appreso come si possono studiare e gestire le popolazioni vegetali e animali nelle aree montane (con esempi diretti che hanno interessato fiori alpini, piante officinali, trote fario, anfibi, caprioli, camosci), tutelare le torbiere, monitorare le migrazioni degli uccelli, stimare la densità delle popolazioni di erbivori e molto altro ancora.

Poiché la biologia di campo è materia tipicamente multidisciplinare, i docenti del DiSIT sono stati affiancati nei tre giorni da un articolato team composto da tecnici ambientali della Provincia di Cuneo, guardaparco, veterinari dell’Università di Torino e liberi professionisti. Nonostante il tempo non sempre clemente, i partecipanti hanno analizzato diversi ambienti, come le praterie alpine, i torrenti ed i  laghi di origine glaciale, i boschi di latifoglie e di conifere.

La prima giornata è stata dedicata ai metodi di censimento della flora e fauna in ambiente montano, con la realizzazione di rilievi floristici, elettropesca di salmonidi e messa a punto di una stazione per la cattura e marcatura dell’avifauna. La seconda giornata è stata dedicata a un’escursione alle  sorgenti del Po e alle pendici del Monviso, seguita da una visita al sistema ipogeo del Rio Martino. I diversi ecosistemi sono stati spiegati ed analizzati dal punto di vista strutturale e funzionale. Il terzo giorno è trascorso in alta valle Varaita all’interno di una delle foreste più belle dell’arco alpino, il  Bosco dell’Alevé, una foresta di Pino Cembro caratterizzata da alberi che hanno sino a cinquecento anni di età, piccoli laghetti che contengono crostacei endemici e ampie radure popolate da ungulati.

“Vedere e sperimentare direttamente sul campo quanto sinora appreso all’interno di un aula o di un laboratorio – ha detto la professoressa Graziella Berta – ha costituito un’esperienza di grande interesse e di profonda importanza formativa per i futuri professionisti dell’ambiente. Dopo il successo di questa prima edizione esistono le premesse affinché questa iniziativa diventi un elemento importante all’interno dell’offerta didattica del DiSIT, in particolare per quanto riguarda la formazione di eccellenza degli studenti della laurea magistrale di Biologia”.

Ecco la galleria di immagini dell’escursione didattica multidisciplinare.