La grande bellezza della radical chic [La coda dell’occhio]

Zoccola Paolodi Paolo Zoccola

Tra le tante cose strane che accadono in Italia, c’è anche la tendenza della sinistra intellettuale ad appropriarsi di personaggi o di opere che solo con molti, e scorretti, contorcimenti interpretativi possono essere iscritti alla cultura gauche. Era successo con Clinton, è successo con Obama (che dopo aver ricevuto un Nobel per la pace basato sulle pure intenzioni, ha dovuto essere stoppato addirittura da Putin a un passo da un intervento diretto in Siria), è successo recentemente con papa Francesco (che secondo Scalfari avrebbe addirittura fatto piazza pulita del concetto di peccato), è successo con La grande Bellezza, il film di Paolo Sorrentino che, dopo aver vinto il Golden Globe si avvia (speriamo) a conquistare anche un Oscar.

E sì perché la bibbia del sinistrismo engagé, ‘La Repubblica’, l’ha subito classificatoJep Gambardella come “il film che irride vent’anni di berlusconismo”. Bene, a parte il fatto che Berlusconi in prima persona abbia gioito del successo del film in quanto prodotto dalla sua Mediaset-Medusa, rimane anche che la pellicola contiene uno splendido cammeo: la risposta di Jep Gambardella alla scrittrice Stefania che vanta il suo curriculum culturale di intellettuale e di donna impegnata:

“La storia ufficiale del partito l’hai scritta perché per anni sei stata l’amante del capo del partito. I tuoi undici romanzi pubblicati da una piccola casa editrice foraggiata dal partito, recensiti da piccoli giornali vicini al partito, sono romanzi irrilevanti. L’educazione dei figli che tu condurresti con sacrificio… Mia cara tu lavori tutta la settimana in tv, esci tutte le sere pure il lunedì quando non si manifestano neppure gli spacciatori. Hai un cameriere, un maggiordomo, un cuoco, un autista che accompagna i bambini a scuola, tre baby sitter… Come e quando si manifesta il tuo sacrificio?”.

C’è un che di liberatorio in queste parole che ricorda lo sbotto di Paolo Villaggio quando si ribella al terribile ‘peso’ del cineforum aziendale e se ne esce con la storica battuta: “La Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!”