La zampata del leone

Cavalchini Pierluigi 2di Pier Luigi Cavalchini
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E’ da un po’ di tempo che ci sentiamo invischiati in una partita che non sentiamo nostra e che, sinceramente, facciamo fatica ad interpretare; quasi una lotta fra gladiatori dell’antica Roma o, se preferite, uno “Spartaco contro tutti” che lascia un po’ il tempo che trova. Una prova di forza determinata e costruita fin nei minimi particolari per dimostrare al pubblico (circense?) che alla fine chi dovrà essere messo alla gogna, chi dovrà soccombere è qualcun altro. In questo caso chi aveva calcato le polverose arene circensi nei cinque anni precedenti l’attuale “gestione”. “Plebaglia poco raccomandabile a cui non faresti amministrare nemmeno una casa ad un piano nella Suburra”… Quest’ultima considerazione è la trasposizione di una battuta ascoltata non più di ventiquattr’ore fa ed avente come soggetto la passata giunta di centro-destra-lega e come “casa della Suburra” un qualsiasi condominio cittadino. Comunque, torniamo a noi.

L’avevamo già scritto e lo ripetiamo. Tutto inizia nella seconda parte della precedente (e, siamo d’accordo, fallimentare) gestione Fabbio. Invece di portare quanto emergeva, e doveva venir fuori molto se in soli sei mesi di nuova gestione sono stati risparmiati circa trenta milioni di euro, all’attenzione della Magistratura e della Corte dei Conti con iniziative immediate, si è scelto – con abilità (non uso il termine “astuzia” e ancor meno “furbizia” perché di abilità si è trattato) – di temporeggiare, di capitalizzare gli errori e le leggerezze precedenti (…quanti soldi sono stati dati secondo criteri “antichi” …) per ottenere il massimo dalle imminenti elezioni. E così è stato. Fabbio ha perso, Rita Rossa ha vinto, o meglio ha vinto il gruppo che già in quella fase le era molto vicino.

Lo stesso gruppo che ha accelerato i tempi per arrivare alla dichiarazione di dissesto, creando tutte le condizioni per ricevere una serie stringente di sollecitazioni dalla Corte dei Conti e dai vari Organi di competenza. Il resto è noto.

E’ anche noto, e se non lo è basta andare a spulciare nel nostro archivio web, che questaComune Alessandria 4 previsione, diciamo, rosea era stata già da noi formulata a metà maggio del corrente anno 2013, immediatamente dopo la kermesse di più giorni a Roma che ha visto alternarsi il nostro Sindaco a diversi amministratori nostrani e al fior fiore delle rappresentanze parlamentari piemontesi e romane. E ancora, Vi ricordate il termine  che qualcuno ci ha attribuito ma che, purtroppo, è di origine amministrativa (nel senso che la prima a formularlo è stata la dott.ssa Barrera)?; quel famoso “scollinamento” oltre il quale avemmo visto la luce , e grazie al quale si sarebbe aperta una nuova fase di “latte e miele”. Bene. Pare che ci siamo. Chi avrà la pazienza di leggere con attenzione i due comunicati presentati quasi come un coup de theatre nella mattinata di questo uggioso venerdì  di ottobre, con tanto di convocazione volante con solo settanta minuti di preavviso, ne avrà la conferma. Questa volta la metafora è marina e, più prosaicamente, si parla di “spiaggia”. Ma il senso non cambia.

Ciò che colpisce, però, è il tono piuttosto nervoso, quasi da quello che viene chiamato nello sport il “silenzio stampa”. Vi ricordate le partite della nazionale ai Campionati Mondiali di Calcio, sia quelle del 1982, sia le più recenti del 2006? Penso di sì. Prima broccacci che non ne azzeccavano una e che non sapevano come giustificarsi d fronte ai giornalisti/plotone di esecuzione, poi – dopo sonanti vittorie – osannati a più non posso. E i toni, ripeto, sono simili: “chi pensava di volere il Commissario dovrà ricredersi”,  “i Sindacati hanno fatto errori ma noi, comprensivi, li perdoniamo; in fondo si è trattato di qualche boutade personalistica” e avanti. Parole che non vorremmo sentire e, tanto meno, leggere. Infatti è proprio nella vittoria che si giudica la maturità di una squadra, ancor più quando si è dovuto faticare molto per ottenere il risultato.

Perciò, come detto all’inizio, ci tiriamo fuori da questa partita e, molto più semplicemente, proponiamo un altro parametro su cui esprimere competenze ed abilità: quello delle premesse concrete per giungere a risultati tangibili e durevoli. Cioè, per ritornare alla bella metafora di inizio, “una volta superata la collina che ci aspetta?”. Siamo ben contenti che i conti siano a posto (speriamo), e che lo Stato Italiano riconosca capacità e competenze – anche al di sopra della norma – ai nostri amministratori ma, purtroppo, siamo ancora ai preliminari. O meglio. Alcune cose  “di prima” ci restano sul groppone ed, inutilmente, si continua a propagandarle come grandi realizzazioni: permangono forti perplessità sul PISU, per contenuto della proposta e per modalità di confronto. Sono sempre molto consistenti le preoccupazioni per lo stato dell’ambiente in città, per la sicurezza dei fiumi, per la qualità dell’aria, per il non risolto in campo industriale (dalla Solexis alla Michelin, a tutte le fabbriche di medie e piccole dimensioni che non trovano sufficienti appoggi nelle istituzioni). E poi, vogliamo ritornare a discutere sulle scelte sbagliate fatte a suo tempo per il ponte Cittadella con azzardo del Meier incluso? Vogliamo discutere, veramente, dei costi per la collettività alessandrina di un salto nel buio del genere? Noi abbiamo le carte in regola per rispondere, altri non possono nemmeno presentarsi per fare o ricevere domande.

Addirittura si fa fatica in campi facili, almeno sulla carta, come il “comparto rifiuti” e la “riorganizzazione del traffico” pur in presenza di molti studi e materiali a supporto di scelte – tutto sommato – non difficili e alla lunga vincenti. Quindi siamo parte di questo torpedone ora in discesa e, speriamo, di poterne incentivare le scelte migliori. In caso contrario, per tutti, ricominceranno fastidiose salite.

Nel frattempo godiamoci le sventagliate di “Uzi” che ci sono state proposte in giornata. O, se preferite, la nervosa zampata del leone ferito, per rimanere al clima da “panem et circenses” . Buona lettura.