Aghemo (Confesercenti): “10 milioni di euro di garanzie a sostegno di chi fa investimenti”

Aghemo VittorioTrascorso il momento della pausa di agosto, l’attività economica riprende in tutta la Provincia. Il direttore della Confesercenti, Vittorio Aghemo (nella foto), lancia una proposta volta a dare sostegno alle imprese, nel momento in cui i primi segnali di ripresa da una lunga crisi sembrano essere all’orizzonte.

Direttore Aghemo, è possibile cercare di invertire la tendenza all’immobilismo?
Abbiamo deciso di fare un investimento a favore delle imprese che soffrono della carenza di credito. Ci sprona il dovere dell’ ottimismo e la volontà di contribuire al superamento dello stallo economico.
Ciò porta all’implosione di tutto il sistema. Allora non conterà più avere reddito, rendita o pensione ma, nel migliore dei casi, un fazzoletto di terra da coltivare.

Concretamente?
Mettiamo sul piatto della bilancia da qui alla fine dell’anno 10 milioni di garanzie per le PMI che significano 20 milioni di finanziamenti  finalizzati all’acquisto scorte, consolidamento, investimenti, a coprire, in breve, tutte le esigenze creditizie che nella normalità sostengono il loro impegno economico.
La modalità di richiesta è innovativa, in quanto le aziende non dovranno far altro che inviarci una mail specificando le richieste. Entro cinque giorni lavorativi avranno la nostra risposta che, se positiva, conterrà anche la disponibilità al rilascio della  garanzia. Se la banca di appoggio non è convenzionata sarà nostra cura ricercarla.  In caso di investimenti e ricorrendo le condizioni di legge, le assisteremo gratuitamente anche per ottenere le agevolazioni specifiche previste dalle norme regionali. L’istruttoria sarà completamente gratuita.

Le garanzie da sole non bastano a rimettere in moto l’economia …
Per rilanciare i consumi e quindi ricreare occupazione e innovazione occorre fermare la corsa all’aumento del risparmio. Non per far diventare  “cicale”, ma semplicemente far riflettere i risparmiatori del pericolo che li sovrasta. E’ vero che nella fase di incertezza la tendenza è quella di frenare la spesa, ma oltre una certa soglia, che secondo noi è quella che abbiamo raggiunto, l’accumularsi di risparmio può dare vita ad una bolla finanziaria.

Cerchiamo di capire…
Per spiegarci: se il risparmio viene dirottato verso il sostegno all’economia reale si assiste ad uno sviluppo o ad un mantenimento dei livelli di consumo necessari a sostenere gli standard di vita raggiunti  dal dopoguerra ad oggi. Se questi risparmi, invece, dirottati dalle banche in grandi operazioni finanziarie o di acquisizione, non svolgono più la loro funzione, ecco che ci ritroviamo al punto in cui siamo oggi. I risparmiatori fiduciosi affidano i loro risparmi a enti creditizi che, paradossalmente, li impiegano in operazioni che creano delocalizzazioni, perdita di lavoro, chiusura di imprese e disoccupazione. Per questi motivi alla fine del ciclo il piccolo risparmiatore rischia di trovarsi in mano carta straccia.

Invece bisogna spendere di più?
Se una quota di risparmio viene trasformata in consumo avremo un rilancio della produzione e, contestualmente, uno stimolo all’innovazione, nonché la crescita dell’occupazione che a sua volta genera maggior consumo e quindi maggior produzione e via di questo passo. E’ inutile pensare di creare lavoro sul territorio se non si stimolano i consumi. Siccome la strada della riduzione delle tasse è impervia dato il livello di spesa pubblica e quella dei tagli alla spesa è impedita dalle caste onnipotenti, ma soprattutto non ha tempi consoni con un rilancio economico immediato ed essendo nel nostro paese forte la propensione al risparmio, l’unica strada da battere è appunto quella di fare pressione affinché almeno il 50% della quota di risparmio aggiuntiva venga invece trasformata in consumi, Questo è il dovere dell’ottimismo.

Se la vostra idea è valida ci sarà un ritorno massiccio di richiesta di credito, siete in grado di soddisfarla?
Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti necessari, nel campo della garanzia, per soddisfare qualunque esigenza dell’impresa e della banca.

E le banche che ruolo avranno?
Ovviamente quello di erogare, fatta salva la condivisione delle nistre valutazioni. Così come è ovvio che solo le imprese in grado di sostenere gli impegni possono richiedere credito. Le banche potrebbero anche non seguirci, ma dovrebbero spiegare al mondo imprenditoriale perché, con la liquidità che vantano di avere nei loro forzieri, non accettino di sostenere quella parte dell’economia cosiddetta reale che è fonte della loro stessa sopravvivenza. Con la carta e la finanza si può aiutare lo sviluppo ma se è fine a se stessa si può solo morirne.

Come sostenete economicamente l’iniziativa?
Noi siamo un’ Associazione al servizio delle imprese che ha come obiettivo il risultato economico positivo, ma non il profitto. Siamo sicuri che per noi si tratti di un investimento dal quale ci aspettiamo ritorni in termini associativi e di servizi e dalle stesse garanzie. Ma più ancora noi ci aspettiamo che questa nostra proposta venga fatta propria anche dalle altre associazioni di categoria, dagli istituti finanziari, dai risparmiatori e dalla politica.

Che cosa deve fare l’imprenditore?
E’ sufficiente inviare una mail contenente i due ultimi bilanci, l’importo e il tipo di credito di cui si necessita e la banca di appoggio all’indirizzo: fidi@confesercenti-al.it. Entro 5 giorni lavorativi riceveranno la risposta. In alternativa telefonare per appuntamento al 0131/232623. L’offerta è valida fino al 31/12/2013.