Alessandria guarda avanti? [Controvento]

Alessandria guarda avantidi Ettore Grassano

E allora buon anno, Alessandria. Archiviati i festeggiamenti del week end per la fine del ‘nostro’ capodanno, ormai estesi un po’ a tutta la provincia, da oggi si riparte davvero.

Ma per andare dove? La divertente maglietta Alessandria guarda avanti, con il mitico Ray Charles come testimone, è frutto del genio del nostro amico Simone Lumina, a cui abbiamo naturalmente rubato l’idea, e che ringraziamo. Ed è davvero emblematica. Perché se di un certo pessimismo/vittimismo di maniera, e del gioco dello scaribarile, non se ne può davvero più, neanche possiamo metterci tutti a fischiettare ‘tutto va ben, madama La Marchesa“. Mitico motivetto che comunque vale la pena di riascoltare con attenzione, per capire che in fondo sotto il sole non c’è mai niente di veramente nuovo.

L’incubo è che, nei prossimi giorni, si ricominci con il consunto ritornello del comune in dissesto, con annessi e connessi per la comunità e il territorio. E sarà davvero così, temiamo, perché tra bilancio 2012 in eterno posticipo e attesa di modifiche e approvazioni, stipendi delle partecipate pagati e singhiozzo e riorganizzazione ‘sbandierata’ da un anno e di fatto mai avviata, quello di Palazzo Rosso è ancora e sempre più un terreno minato.

E, d’altra parte, il dibattito (anche interessante, e di sostanza) scaturito nei giorni scorsi sul nostro magazine, a partire dall’intervista con Filippo Zaio, con puntuali precisazioni dell’ex dirigente comunale Paolo Ansaldi, dimostra che il tema è caldo, anzi incandescente. E che non esiste , comunque sia, una lettura ‘condivisa’ del passato. Speriamo che, quantomeno, sia possibile ragionare con pacatezza e concretezza sul futuro, e però non possiamo non constatare che, ad oggi, siamo sostanzialmente al palo.

Peraltro, “esageruma nenta’. Nel senso che non è vero che il comune e la sua galassia necessariamente coincidono con il territorio: e, anzi, occorre fare in modo che le sue precarie condizioni non diventino un handicap per tutti gli alessandrini, che siano famiglie, imprese, liberi professionisti.
E poi, soprattutto, non confondiamo risanamento e iper tassazione per conservare il malconcio esistente: sono due strade antitetiche, e una delle due porta assolutamente ad un vicolo cieco.

E sulla questione lavoro attenti al ‘doppiopesismo’: non è che se non vengono confermati alcuni parastatali con contratti a termine (ossia che finiscono, per stessa definizione iniziale) si deve fare la rivoluzione, mentre dei 40 o 50 mila disoccupati e cassintegrati della provincia chissenefrega. Il tema scarsa occupazione, centralissimo oggi e temiamo anche l’anno prossimo e quello successivo, va affrontato con strumenti adeguati, metodo e intelligenze. Senza confonderlo con forme di assistenza più o meno dichiarate, e facendo in modo che l’alessandrino diventi attrattivo, e non respingente, dal punto di vista degli investimenti produttivi, e imprenditoriali. Che fino ad oggi questo non sia successo è evidente, e spesso abbiamo anche dibattuto delle cause, e delle responsabilità. Esercizio sempre utile, ma che non deve far perdere l’obiettivo primario di oggi; che è davvero, come dice la maglietta di Charles-Lumina, guardare al futuro, e possibilmente con lungimiranza e sguardo ‘lungo’. Questo si deve chiedere alla classe dirigente locale (non solo politica: anche perché lo Stato sta cercando di trasformare gli amministratori locali sostanzialmente in esattori/gabellieri. Ma ne parlamo un’altra volta): capacità di  elaborare un progetto complessivo, di condividerlo, di sostenerlo. Come? Torneremo da domani ad occuparci dei diversi filoni che compongono il mosaico, e proveremo a raccontare il bisogno e la voglia di cambiamento in meglio, di rimboccarsi le maniche, di dimostrare ciò di cui siamo capaci.

Dai, facciamo in modo che sia un buon anno davvero!