5 domande a… Simone Lumina

lumina_01di Andrea Antonuccio.

Simone Lumina nasce ad Alessandria il 23 ottobre 1963. Studia per diventare geometra, ottiene il diploma e si pente il giorno dopo l’esame di Maturità. Dopo attenta riflessione, decide di abbracciare consapevolmente l’attività di “commerciante di trincea”, come egli stesso si definisce. Per rilassarsi ama leggere, passeggiare in campagna con il cane, perlustrare la sua libreria di fiducia, mangiare in compagnia e, da ex Dj, ascoltare tantissima musica. Perché, come dice Simone citando ‘Freccia’, “le canzoni non tradiscono mai”. Buona lettura!

1) Simone, che cos’è per te Alessandria?
Alessandria è la mia casa. O meglio, lo era… oggi è praticamente sotto pignoramento.

2) Come definiresti la situazione del commercio alessandrino?
Ottima!!! In fondo se i grandi gruppi commerciali fanno a gara per insediarsi sul nostro territorio significa che va benissimo, no? Se parliamo invece del commercio tradizionale e dei suoi addetti, rispondo in modo opposto. Dati alla mano, la situazione è tragica, per molti vicina al capolinea. Traduco: in Messico agli inizi del ‘900 il problema non era certo l’agricoltura, i grandi latifondisti stavano benissimo, mentre i contadini, quelli che fisicamente lavoravano la terra, erano sfruttati e alla fame. Ma i “campesinos” almeno avevano dei difensori come Emiliano Zapata e Pancho Villa. Alessandria per un anno non ha avuto nemmeno l’assessore al commercio, e solo da un paio di mesi c’è Marica Barrera (ottima persona) che tra le sue competenze, leggendo bene tra le deleghe, dovrebbe avere anche il commercio. Mi sembra però che l’attenzione per il comparto rasenti lo zero assoluto. Non essere riusciti in un anno ad ottenere un semplice incontro con l’agenzia regionale delle entrate per discutere l’eventualità di revisione degli studi di settore è la prova lampante del disinteresse.

lumina_023) Hai qualche proposta per rilanciare l’economia della città?
Alessandria avrebbe dovuto diventare il “polo della plastica”. Mi chiedo: possibile che nessuno abbia pensato a completare il ciclo del rifiuto plastico? Si cerchi un partner, gli si offrano tutte le agevolazioni possibili a livello locale e poi… raccolta, selezione, produzione e vendita del semilavorato. Sarebbe un aiuto concreto anche per Amiu, perché gli eventuali dipendenti in esubero potrebbero essere ricollocati in un contesto produttivo. E’ un’idea così folle? Non saremmo di certo il primo Comune a farlo. E, a proposito di esuberi, vorrei sentire le forze politiche e i sindacati, una volta risolto in modo positvo la vicenda “partecipate”, fare questa solenne promessa: mai più assunzioni clientelari. Sempre che in passato ce ne siano state, sia chiaro.

4) Ti sei sempre interessato di politica, prima nel PD, poi nelle Nuvole di Corrado Parise, e adesso nel Movimento 5 Stelle. Cosa ti ha portato a fare questo percorso così articolato, e dove vuoi arrivare?
Da attivista aggiungo anche i DS, mentre da elettore ho svariato su tutta la “fascia sinistra”. Ho paura di chi non cambia mai opinione, di chi è fedele alla linea sempre, comunque e nonostante tutto. In questo articolato percorso un dato certo c’è: mi sono candidato una sola volta con “Le Nuvole” dopo aver abbandonato il PD, il partito con la vittoria in tasca, a sei mesi dalle elezioni. Questa scelta non lascia dubbi sulle mie scarse doti di professionista della politica… Dove voglio arrivare? Vorrei vivere un’altra travolgente emozione come quella regalatami dalle Nuvole, magari da leader. Non ditelo a Corrado Parise, ci penserò io direttamente in uno dei nostri informali incontri settimanali, quando scopriamo che si è aggiunta una nuova nuvola al gruppo. Il temporale è forse in arrivo?

lumina_035) Avresti dichiarato il dissesto al posto di Rita Rossa? E ora che cosa faresti al suo posto?
Cosa avrebbe fatto Lumina al posto di Rita Rossa? Lumina chi? Lo staff di Rita Rossa annoverava all’epoca i più grandi professionisti della politica locale, alcuni oggi sono parlamentari… ma come fate a chiedere a Lumina? Grazie per la considerazione ma per certe cose hanno deciso professoroni che sanno il fatto loro. Io al limite posso chiedere o meglio sperare che almeno non si arrivi ad un “BISsesto”. Non vorrei proprio fare la fine di Aldo.

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