Al M5S il paese chiede un atto di responsabilità e di Governo

Così come in precedenza altri esponenti politici dello stesso partito (a conferma che è in atto una presa di coscienza collettiva che non può che essere valutata positivamente), anche Roberto Massaro neo eletto Consigliere Comunale del Pd, ha obiettivamente ammesso che il risultato elettorale della coalizione di sinistra, alle recenti elezioni politiche è stato decisamente inferiore alle previsioni della vigilia.

I numeri afferma, sono sotto gli occhi di tutti e non garantiscono la stabilità del quadro politico, in quanto nessuna delle forze ha ottenuto la maggioranza dei consensi degli italiani. Riconosce poi l’exploit del M5S, che dati i numeri, si può considerare l’unico vero vincitore delle elezioni, e che nonostante i fatti accaduti negli ultimi anni, esiste comunque una parte degli italiani, che continuano a sostenere la linea di azione del Centro destra, questi i contenuti della sua dichiarazione:

“A 48 ore dall’esito elettorale molte cose sono già state dette e quindi è inutile ripetersi. I numeri sono lì sotto gli occhi di tutti e ci inchiodano alle nostre responsabilità. Avrei certamente preferito un risultato diverso, quanto meno utile a garantire la stabilità del quadro politico in un momento di grave crisi economica del nostro paese.
Evidentemente nessuna delle proposte in campo ha meritato la maggioranza dei consensi degli italiani. Certamente il dato complessivo assegna una vittoria ai punti al Movimento 5 Stelle e conferma la presenza di un blocco sociale consistente imperniato attorno all’asse PDL/Lega. Delude la lista Monti che non raccoglie quanto immaginava e altrettanto fa l’alleanza PD/SEL che si afferma nei numeri ma arretra vistosamente rispetto alle attese della vigilia. Credo che responsabilmente (ma mi chiedo se la parola responsabilità faccia ancora parte del vocabolario degli italiani…) tocchi a Pierluigi Bersani il compito di traghettare il paese, con un governo di minoranza e per un tempo limitato, offrendo  un’ agenda di lavoro circoscritta ad alcuni adempimenti istituzionali e ad alcuni provvedimenti ormai improrogabili: legge sul conflitto d’interessi, revisione ed inasprimento della legge sulla corruzione, riduzione del numero dei parlamentari, riduzione degli emolumenti di parlamentari e consiglieri regionali e soprattutto una nuova legge elettorale.
Ma, tutto questo non sarà sufficiente. Sarà necessario sviluppare parallelamente un’iniziativa pubblica per l’occupazione che si opponga alla dilagante precarietà e agli abusi ricorrenti in tema di flessibilità, rinnovare l’impegno pubblico per la scuola e la sanità, ricostruire una rete di sostegno per l’esclusione e la marginalità, controllare lo strapotere della finanza e sostenere una crescita economica sostenibile ed equa in termini sociali ed ambientali. Si portino queste proposte in Parlamento e poi si veda concretamente che si assume la responsabilità di opporsi. Non sarà una navigazione semplice ma, ad oggi, mi pare l’unica via possibile da percorrere”.

Certo con questi numeri è palese che non sarà una navigazione facile e poi è ancora da vedere se il M5S, quantomeno per il bene del paese, accoglierà l’offerta di dialogo di Bersani (anche per evitare che poi succeda quello che lo stesso movimento, ha già definito un inciucio fra Pd e Pdl, o nella migliore delle ipotesi…, un nuovo Governo tecnico delle tasse), ad esempio la disponibilità a presentare nei primi cento giorni, un programma in otto punti prevalentemente condivisi, oltre alla Presidenza di una Camera, e farà in modo che in Parlamento ci sia la fiducia. Rimanere alla finestra per un anno, in attesa che un eventuale Governo Pd – Pdl, cessi la propria funzione, per tornare alle elezioni sperando di prendere il 55% dei voti, sarebbe un atto di egoismo, che potrebbe costare caro agli italiani e allo stesso movimento, che molto probabilmente verrebbe ritenuto dagli stessi, responsabile di un eventuale disastro.

Consentire invece da parte del M5S, l’avvio di un Governo di maggioranza relativa della sinistra, in un momento di grave crisi economica del nostro paese, dalla maggioranza dei cittadini non sarebbe visto come un tradimento, ma come una dimostrazione di grande senso di responsabilità politica e attenzione, anche nei confronti delle aspettative dei propri elettori. In quanto è presumibile che gli stessi siano in attesa di verificare, se il M5S saprà passare dalle parole ai fatti, realizzando quanto promesso in campagna elettorale, a conferma che non è solo un movimento di protesta ma è anche capace di governare. Ovviamente questo non impedirebbe al M5S, di riservarsi in seguito, come afferma lo stesso Grillo, di valutare ogni singolo provvedimento (riproducendo in sostanza a livello nazionale, il modello regionale della Sicilia, che lo stesso ritiene ottimale) e decidere se approvarlo, ma per questo non resta che attendere gli sviluppi…

Pier Carlo Lava – Alessandria