Cronache da Palazzo (1): Cornuti e mazziati!

Con questa preziosa analisi/sfogo “dall’interno” parte una nuova rubrica, Cronache da Palazzo, con cui racconteremo cosa davvero succede in Comune ad Alessandria, e soprattutto qual è lo stato d’animo di chi ci lavora. Buona lettura, e buon commento!

E. G.

Sono giorni, settimane, mesi che sento parlare di dissesto finanziario, di default del Comune di Alessandria e leggo tutto il possibile sulla carta stampata e sui siti di informazioni on line (rigorosamente da casa perché noi dipendenti siamo stati oscurati), perché cerco di capire quale sarà il mio futuro e quello dei miei colleghi.
In questo marasma generale, le notizie che circolano sono le più disparate e, spesso, non attendibili.

Nei corridoi di Palazzo Rosso chiunque dice la qualunque e si è creato un clima di allarmismo generale (attenzione: altri colleghi vivono placidamente come hanno sempre fatto).
Leggo articoli di candidati alla poltrona di primo cittadino, o semplicemente alla poltrona di consigliere comunale, sparare a zero pur di avere un titolone su qualche organo di stampa. Perché solo ora? Certo, è semplice: propaganda elettorale.
Ma a qualcuno importa davvero il futuro di questa città?

La sensazione che ho in questo momento è che Alessandria sia “morente” e che sia circondata da tanti avvoltoi che vedono in tutto ciò la possibilità di accaparrarsi un boccone, lo trovo disgustoso sia come cittadino che come dipendente dell’Ente.
Poi leggo le sparate di coloro che commentano i blog ed esultano perché a pagare saranno anche i dipendenti comunali e ritengono che sia giusto infliggere punizioni persino a noi, perché hanno di fronte a loro l’immagine stereotipata dell’impiegato pubblico che “mangia pane a tradimento”.

È ora di finirla con questi luoghi comuni signori.
C’è tanta gente che lavora con senso del dovere e grande responsabilità! Gente che, nonostante sia sottopagata rispetto a ciò che vale e al posto che occupa, ha un’etica professionale e, a testa bassa, continua a svolgere i propri compiti nonostante sia diventato davvero difficoltoso. Per tanti motivi. Primo fra tutti lo stipendio che tanti credono sia cospicuo, la realtà è ben diversa. Si pensi che un funzionario (categoria D1 o D2) percepisce circa 1.300 euro mensili. Qualcuno potrebbe obiettare che sono fin troppi per quello che facciamo e quindi è fondamentale chiarire un aspetto di non poco conto. Molti di noi si sono visti defraudati dei propri compiti da collaboratori esterni che sono stati assoldati per motivi puramente  politici con incarichi milionari, alcuni di questi appena hanno visto le acque agitarsi hanno prontamente abbandonato la nave. Mi preme precisare che ciò è avvenuto anche nelle passate amministrazioni.

Inoltre vi sono dirigenti strapagati che non assolvono i loro doveri. Qui è necessario un altro inciso. Il caro ex Ministro (per fortuna) Brunetta ha sparato nel mucchio, purtroppo mirando alla sua altezza/bassezza. Se ci sono dei fannulloni, e ci sono, dobbiamo dire grazie proprio a questi dirigenti. Un dirigente ha il compito, in primis, di gestire risorse finanziare e umane, se c’è gente che va a fare la spesa è perché chi deve controllare non è al suo posto, oppure è a far la spesa a sua volta!

Perché ciò avviene? Forse perché ad alcuni di loro fa comodo avere personale poco preparato e approssimativo, colui che invece vuole lavorare seriamente viene messo da parte perché altrimenti evidenzierebbe la totale incompetenza dello stesso. Quelli appena descritti appartengono alla categoria dei “furbetti”. Poi c’è un’altra categoria dirigenziale, coloro che non sanno cosa devono fare e, conseguentemente, cosa far fare ai propri dipendenti. Un panorama triste. Costoro per la loro grande abilità manageriale percepiscono stipendi da favola, a cui aggiungere le indennità e la produttività, quest’ultima raggiunta grazie al  lavoro di noi semplici dipendenti comunali.

Tra l’altro i furbetti cosa hanno fatto? Appena sentito puzza di bruciato (rischio tangibile di default del Comune) si sono prontamente liquidati i succitati emolumenti extra stipendio, e parliamo di migliaia di euro.

In questo panorama, il semplice dipendente, che ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi dirigenziali, non potrà vedersi liquidate le proprie indennità, e parliamo di poche centinaia di euro. Quei pochi soldi extra in più che per molti fanno la differenza. Noi non abbiamo diritto alla quattordicesima. Per coloro che percepiscono uno stipendio di 1.300 euro qualche soldo in più permette la visita medica del figlio, il dentista, una rata di mutuo e chi più ne ha più ne metta.
La guerra dei poveri.

A questo punto qualcuno obietterà, pensando che siamo già fortunati ad avere un lavoro. In effetti è vero, in questo momento storico almeno noi abbiamo un posto fisso.
Il senso di questa lettera, infatti, non è il voler sputare nel piatto dove mangiamo, bensì far comprendere anche il nostro punto di vista, di cittadini e di dipendenti.

Chi arriverà dovrà essere animato da un grande senso etico e riuscirà ad affrontare gli enormi problemi in cui Alessandria vessa solo se, umilmente, cercherà nei dipendenti la forza, la collaborazione e la sinergia per risolverne almeno una parte. Valorizzare le professionalità esistenti, superando gli inutili personalismi, ormai essere di destra o di sinistra è roba vecchia e, soprattutto, noi siamo lì per lavorare e dobbiamo essere messi in grado di lavorare, indipendentemente dalle appartenenze politiche.

Velasquez