Bruciare d’amore [Psicologia in pillole]

sara-poggiodi Sara Poggio

 
Avevo promesso un articolo sull’effetto negativo che le parole possono avere sulla nostra salute, ma i fatti della recente cronaca mi spingono a parlare di un altro tema, quello della violenza di genere.

Negli ultimi giorni giornali e telegiornali ci hanno raccontato episodi di omicidi e aggressioni perpetrati sulle donne da parte di ex compagni o mariti, fotografia di una realtà di soprusi fisici e psicologi né isolata né così lontana da quelle di altre culture che non esitiamo a condannare.

La riflessione che vorrei fare con voi vorrebbe andare a di là del giudizio verso l’una o l’altra parte coinvolte, ma sui possibili motivi che spingono uomini e donne a intessere relazioni moto conflittuali e violente da cui non riescono a trovare una via di fuga.

Infatti il primo spunto di riflessione sta nel fatto che non è solo la donna che Bruciare d’amore [Psicologia in pillole] CorriereAlspesso non riesce a svincolarsi da queste situazioni: anche l’uomo fatica a vedere strade e vite possibili al di fuori di tali relazioni ed è proprio questo aspetto che talvolta si confonde per amore. Per cercare di capire come si può instaurare questo circolo vizioso dobbiamo pensare a cosa ci fa innamorare di un’altra persona: di solito le prime risposte che si danno sono relative al modo di essere del/la nostro/a compagno/a e alle sue caratteristiche fisiche e di personalità, come per esempio “ha gli occhi più belli che abbia mai visto, è buona e gentile, mi ama molto…”.

Dovrebbe quindi essere facile mettere la parola FINE quando le risposte diventano: “mi picchia, mi insulta, mi fa arrabbiare tanto da perdere la ragione…”.

In realtà non ci innamoriamo tanto dell’altra persona, quanto piuttosto del modo in cui ci fa sentire. L’attenzione si sposta quindi dall’altro a noi, per cui sentirmi umiliata e spaventata è l’unico modo che conosco di essere amata e sinonimo di presenza costante di un compagno attento a ogni mio spostamento, cambiamento o parola…di troppo.

Viceversa, l’uomo si sente forte e sicuro solo se la partner è sottomessa, l’amore è confuso con la dedizione e il rispetto con la paura, l’unico modo che conosce di sentirsi amato è quello di non essere mai contraddetto perché qualsiasi differenza di opinioni comporterebbe la perdita completa di stima in sé. È chiaro come il modo di stare con un’altra persona ci dica molto di più su di noi che sull’altro e come rimandi a modelli educativi, culturali e sociali strettamente avvinghiati alla nostra forma mentis.

Solo per fare qualche esempio, in un noto programma televisivo la conduttrice ha definito il gesto del ragazzo di Messina che ha dato fuoco alla ex fidanzata come “atto di troppo amore”; se scorriamo la home di facebook, troveremo link apparentemente smielati che recitano: “se ti ama davvero non ti lascerà mai andare via”. Nelle case di molti di noi, le figlie femmine devono occuparsi delle faccende domestiche mentre i maschi possono stare sul divano a guardare la televisione, perché rassettare e pulire sono lavori da donne.

Nella maggior parte dei casi i modelli comportamentali che si mettono in atto da adulti rispecchiano quelli vissuti nella prima infanzia in famiglia ed è per questo che persone che sono cresciute in contesti di violenza, fisica e/o psicologica, hanno possibilità statisticamente più alte di instaurare rapporti conflittuali, perché ahimè è l’unico modo, distorto, che conoscono di amare e di essere amati, spesso alimentato da un contesto culturale solo apparentemente rispettoso verso i generi, qualsiasi essi siano.

Se avete curiosità o domande a cui vorreste risposta potete scrivermi a poggio_sara@libero.it e i vostri quesiti saranno i protagonisti di “Psicologia in pillole”!

 
Dr.ssa Sara Poggio-Psicologa, Psicoterapeuta Cognitiva

In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme