Why in Italy, narratori torinesi a servizio del Monferrato [Il gusto del territorio]

why in italydi Eleonora Scafaro

Una start up torinese racconterà, in vista dell’Expo, il Monferrato e le sue eccellenze.
Why in Italy inizia il suo viaggio dal castello di Casale Monferrato dove, venerdì scorso, è stato presentato il progetto.

Why in Italy è una start up torinese che si rivolge a cittadini, aziende, enti pubblici e produttori del Monferrato.
Il progetto si propone di raccontare, tra l’altro, la cultura, l’artigianato, l’enogastronomia, l’industria e gli uomini di un determinato territorio per valorizzare le eccellenze.
Tra gli obiettivi della start up, quello di creare una via moderna per la valorizzazione del territorio cpn il coinvolgimento delle aziende nello sviluppo di attività di comunicazione e commerciali.

“Why in Italy è un progetto che racconta i prodotti a partire dalle persone che, con passione, amore e competenze, li creano o perfezionano: è una proposta turistica per chi cerca l’autenticità, caratteristica che il Monferrato ha saputo mantenere e che lo rende oggi attrattivo per le sue unicità”, ha sottolineato Stefano Buschini, referente locale di Why in Italy.
Raccontare il territorio, quindi, ma raccontarlo al mondo, soprattutto con l’Expo alle porte.
Rivolgersi, perciò, a un pubblico ampio e internazionale: l’Expo non è una fiera, è in primis un evento e occorre cogliere l’opportunità di fare conoscere la nostra cultura, l’arte, l’enogastronomia e le tradizioni.
Il Piemonte (e l’Italia in generale) ha un patrimonio enorme, se si riesce a raccontare tutto questo, lo strumento Expo sarà una vittoria.

“L’occasione dell’Expo – ha spiegato Buschini – deve unirsi alla valorizzazione del territorio. SeCasale Monferrato facciamo i buoni padroni di casa, avremo l’occasione di creare un nuovo mercato. Noi abbiamo tutto; per la prima volta una zona vitivinicola è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco e sapere accogliere, fare vedere e spiegare è importante. Questo è Why in Italy”.

Why in Italy è un’occasione, un’opportunità è storytelling.
La start up torinese nasce circa due anni fa, in ambito universitario, da una riflessione cruciale per il territorio piemontese: i nostri prodotti non potranno mai competere con il resto del mondo se gli stessi uomini che li producono non li sanno spiegare e non sanno raccontare il lavoro che c’è dietro a essi.
L’unico modo per fare conoscere le nostre eccellenze è presentare il loro valore, raccontandoli al consumatore.

Nel Monferrato, in un’area di 20 chilometri, si condensano valori e prodotti che non hanno eguali in tutto il mondo.

“La storia, i prodotti, le eccellenze e gli uomini del nostro territorio, però, sono raccontati in mondo non coordinato e non logico – spiegano i responsabili di Why in Italy”.

La carta vincente, quindi, sarà un approccio nuovo attraverso una storytelling che ponga al centro del racconto il territorio, la sua cultura e i suoi prodotti affinché i turisti, i visitatori dell’Expo e gli stessi abitanti del Monferrato imparino a conoscere luoghi e culture.

Why in Italy, per raccontare in mondo efficace il territorio, si è basato su sette categorie: enogastronomia, luoghi, cultura, industria, moda, design e arte.

Attraverso queste sette categorie sono state create delle riserve, dimensioni logiche, unità nelle quali si trovano le eccellenze mappate sul territorio.

Nel Monferrato sono state costituite 150 riserve oggetto di approfondimento.

All’interno di ognuna riserva si è cercato di identificare l’eccezionalità: gli uomini, il territorio, le aziende che proprio grazie al territorio sono diventate grandi e che, a loro volta, hanno qualcosa da raccontare e da dare e, poi, realtà meno note che hanno come protagonisti uomini appassionati.

Tutto questo è Why in Italy: uno strumento moderno per raccontare il territorio.

Lo storytelling, inoltre, è coadiuvato da internet e dai social network, strumenti importanti perché immediati, comunicano in tempo reale.
Facebook, twitter, instagram interest, sono social network che raccontano realtà e persone attraverso le parole, a volte poche, e attraverso le immagini, ancora più dirette e immediate.

Tutti questi social una funzione di comunicazione integrata, cioè creano traffico di comunicazione sul territorio.

La nota negativa del nostro territorio è che, per il turista straniero, non è identificato: spesso i visitatori stranieri, ad esempio, non sanno dov’è il Monferrato.

Non bastano gli opuscoli degli enti locali distribuiti (poco) sul territorio, bisogna creare una comunicazione rivolta a un pubblico internazionale.
Internet e i social, uniti allo storytelling, diventano strumenti che spiegano al mondo che esistono realtà con tutta una serie di eccellenze.

In vista dell’Expo, e sempre in tema di social network, uno studio su twitter ha evidenziato che gli hastag più popolari riguardano proprio contenuti sull’Italia.

E’ importante fare una comunicazione strutturata, efficace e moderna perché chi verrà a visitare l’Expo, cercherà informazioni sui territori e su cosa offrono.

“L’Expo è una eccezionale opportunità di accelerazione di ciò che abbiamo – continuano i creatori di Why in Italy -. Bisogna approfittarne per costruire un sistema di comunicazione, anche commerciale”.

La parte commerciale è altrettanto importante. Le riserve sono culle turistiche da proporre all’estero con pacchetti che prevedono visite, assaggio e acquisto di prodotti tipici. Internet, anche in questo caso, può fare la differenza per vendere le eccellenze all’estero.
Ecco perché. le riserve, oltre che essere raccontate, devono essere promosse attraverso le persone nel mondo.

A questo proposito, Why in Italy ha creato una rete di club di italiani appassionati a questi temi che fanno da ambasciatori.

Il prossimo passo, infine, sarà creare, all’interno delle riserve, eventi che coinvolgano i visitatori e che propongano arte, cultura, storia e enogastronomia.