Elezioni provinciali con comiche finali: bisogna saper perdere, compagni….[Controvento]

di Ettore Grassano

Elezioni provinciali al fotofinish, vinte dal centrodestra proprio per un pelo. Questione di 374 voti ponderati, che poi significa neanche un consigliere comunale ‘intero’ di Alessandria o di Casale, città sopra i 30 mila abitanti in cui il voto di ogni consigliere comunale ‘contava’ per 521 elettori. Gigi Benzi, sindaco di Quargnento e candidato unitario del centro destra (ma espressione di Fratelli d’Italia, come si evince dalle foto del team festante a Palazzo Ghilini, capitanato dal condottiero Riboldi) nuovo Presidente della Provincia, 6 consiglieri eletti per parte.

Tralasciamo qui ogni considerazione nefasta sulla pessima riforma Del Rio Renzi, che ha inguaiato le Province e ha partorito queste elezioni di secondo grado di cui frega davvero niente ai cittadini: già non vanno più a votare quando ne avrebbero diritto, figuriamoci quanto sono coinvolti qui, che a votare sono solo gli amministratori. Il cittadino comune (ho fatto qualche test) è per lo più indifferente, in un 30% rassegnato, e solo in pochissimi casi ormai incazzato.

Stiamo invece ai fatti di ieri: elezioni concluse, a questo punto tutto a posto, ci si mette al lavoro? Eh no, questo magari a Cuneo, a Biella, a Novara e in tante altre Province ‘normali’.

Ad Alessandria, alle 18 di lunedì il candidato di centro sinistra, Domenico Miloscio, sindaco di Pozzolo Formigaro beffato al traguardo, annuncia richiesta di riconteggio, come ‘atto dovuto’.

Anche se non di ‘atto dovuto’ si tratta, ma di ‘atto voluto’: così, tanto per non ribaltare sempre il senso delle parole, e avere il coraggio delle proprie scelte.

Sia chiaro: in democrazia ogni verifica in caso di possibile errore (involontario: nessuno ha sospetto del contrario) è assolutamente legittimo. Ma in questo caso, garantisce chi c’era ieri a Palazzo, il riconteggio è stato fatto subito, più volte, e tutti insieme. E con nessuna contestazione specifica: neanche una!

Ricordiamoci che ha votato il 77% di poco più di 2 mila aventi diritto: ‘na brancà d’amis’, non decine di milioni di persone.

Pare quindi (ma attendiamo che si pronunci ufficialmente la Provincia stessa, per voce del suo nuovo Presidente) che l’unico ricorso possibile, con motivazioni adeguate, possa a questo punto essere fatto al Tar. Su quali basi però, e con quante possibilità che sia accolto, è francamente difficile prevederlo.

Ma il centro sinistra il ricorso lo farà davvero, o è solo fumo mediatico, giusto perché non si rifletta sull’unico dato politico emerso dalle elezioni provinciali di domenica, ossia il fatto che sulla carta lo schieramento pro Miloscio aveva i voti per vincere, mentre più di un consigliere comunale che a Palazzo Rosso sostiene la maggioranza di Abonante Barosini 5 Stelle qui ha fatto scelte diverse? Ecco, forse più che ricorsi grotteschi e improbabili nei prossimi giorni andranno valutare le conseguenze politiche di quanto è successo. In Comune ad Alessandria si faranno andare bene tutto, o ci saranno conseguenze?

Intanto, consoliamoci con un vecchio successo dei Rokes!