“Manca solo Rita stasera, magari tra poco arriva”, commenta uno dei partecipanti alla nuova riunione del quarto polo, lunedì alla Casa di Quartiere di via Verona, nel centro storico di Alessandria. E in effetti la ‘pattuglia’ degli esponenti della ‘galassia Rossa’ del 2012 è piuttosto nutrita: si va da tre ex assessori (Barberis, Ivaldi, e la new entry Nuccio Puleio, che non c’era al primo incontro di 2 settimane indietro), a Mauro Buzzi, all’epoca outsider dell’attuale sindaco alle primarie, e oggi presidente del Cissaca. Ma anche, guardando in maniera più ampia al centro sinistra, ecco Gloria Zenari (moglie del già segretario cittadino del PD Massimo Brina, e autrice sul finire di serata di un intervento severo, critico e puntuale), e Davide Serafin di Possibile (il movimento di Civati, che proprio qui su CorriereAl ha lanciato di recente una serie di riflessioni programmatiche molto chiare su Alessandria).
Gli esponenti della sinistra più ‘classica’, area Rifondazione-Comunisti italiani per intenderci, sono presenti al completo, e si schierano naturalmente ‘a gauche’ rispetto all’ingresso del salone in cui si svolge il raduno.
Attenzione però: tra i circa 70 presenti altrettanto nutrita è la squadra di ex amministratori di centro destra, era Fabbio o anche no. In ordine sparso: Michele Formagnana, Gianni Olivieri, l’ex consigliere comunale Massimo Piccolo e l’attuale Stefano Foglino, ma soprattutto Emanuele Locci (che interviene, come sempre preciso e rigoroso, e invoca l’utilizzo di un metodo di ‘ascolto’ delle esigenze della città, in termini partecipativi), uno dei pochissimi a non fare mistero di gradire una candidatura a sindaco, ovviamente nel centro destra. Ma senza appunto, nel caso questa non arrivi, escludere altri percorsi. In sala ci sono anche ex leghisti come Nando Tempesta (attuale vice segretario provinciale e coordinatore cittadino di Fare con Tosi) e Mauro Bovone, e il segretario provinciale de La Destra, Alessandro Bego. Oltre a due esponenti della Fondazione CrAl: Antonio Maconi (silenzioso, e forse perplesso) e Fabrizio Priano, che in politica si appresta a rientrare in tempi brevi, come referente provinciale di Direzione Italia, il nuovo partito fondato nei giorni scorsi a Roma da Raffaele Fitto, centro destra di ispirazione thatcheriana.
Poi c’è il mondo del commercio: dal ‘passionario’ Simone Lumina al compassato e rilessivo Sergio Guglielmero, presidente provinciale di Confesercenti. E in ordine sparso la ‘società civile’: il docente universitario Giacomo Balduzzi (il cui cognome non è omonimia), il direttore di Cultura e Sviluppo e AlessandriaNews Alessio Del Sarto (che però abbandona la sala piuttosto rapidamente), l’imprenditore Gianpiero Cozzo (Confapi Unionmeccanica), Walter Giacchero, e altri ancora.
Rispetto al primo giro anche alcune defezioni, non si sa se fortuite o intenzionali: l’ex sindaco Mara Scagni, e la rappresentanza di Sel, ad esempio. Non ci sono neppure l’avvocato Giulia Boccassi e il farmacista Roberto Mutti, i cui nomi sono circolati la settimana scorsa come possibili candidati sindaci. Alle 21.40 entra invece nel salone l’ex dirigente comunale Enrico Pellizzone, per tanti anni potente deus ex machina di Palazzo Rosso: leggero brusìo in sala, soprattutto a sinistra. Lui impassibile rimane vicino alla porta d’ingresso (e di uscita) per tutta la serata, e ascolta in silenzio.
Tra gli assenti mettiamoci anche i giovani (quelli in sala sono davvero pochissimi) e gli stranieri: poiché vengono evocati più volte, e sempre in salsa di ‘integrazione’, forse sarebbe il caso (ma non vale solo per il quarto polo) di provare a coinvolgerli in carne ed ossa, magari non solo attraverso il solito ‘capataz’ elettorale, sempre quello, buono per tutte le stagioni.
Questo lungo elenco perchè ‘il gioco’ del ‘chi c’è chi manca’ funziona sempre, ma anche per venire al punto. La strada del quarto polo si preannuncia tutta in salita, e la sensazione in conclusione del secondo incontro è che tutti se ne vadano un po’ sconsolati, e alla ‘spicciolata’: non solo perchè è passata la mezzanotte, ma per un certo senso di ‘forte disagio’ che serpeggia in sala, per usare le parole di uno dei partecipanti. Ben sintetizzato, verso la fine della serata, dal politologo Giorgio Barberis, che evoca lo spirito di ‘comitato di salute pubblica’ da lui già teorizzato proprio nelle sue interviste dell’ultimo anno su CorriereAl, ma anche la necessità di ulteriori approfondimenti, in mancanza dei quali procedere con ipotesi di diverse liste di sostegno ad un candidato sindaco unitario sarebbe precipitoso: “necessità di partecipazione vera, e di radicale riorganizzazione della macchina comunale, che è ferma ad un modello di città superato da decenni, ci uniscono, d’accordo. Ma è davvero troppo poco per un’alleanza elettorale che non prenda in giro gli alessandrini. Cosa pensiamo, tutti quanti, rispetto al terzo Valico? Cosa rispetto all’emergenza abitativa in città, con persone senza casa, in strada al freddo, e oltre 4 mila alloggi sfitti?”
Smarrimento in sala, Barberis ha colto nel segno. Felice Borgoglio non demorde, rintuzza, esorta al confronto e al pragmatismo: “io non mollo, perchè l’alternativa lo sapete bene qual è: continuare così, o andare anche peggio”. Già, il convitato di pietra è il Movimento 5 Stelle. Basta parlare, sotto voce e sotto promessa di silenzio, sia con esponenti di sinistra che di destra, per avere la stessa risposta: “al ballottaggio alla fine votiamo tutti per loro: è l’unico modo per provare davvero a smuovere le acque”. Una tentazione oggi non solo alessandrina, pare di capire. Succederà davvero?
Il quarto polo, intanto, si prende una pausa di riflessione: i prossimi, c’è da aspettarselo, saranno giorni di confronto sottotraccia, di rilanci e anche di defezioni. Ve li racconteremo.
Ettore Grassano