Abonante azzera la giunta: dopo due anni di nulla, che altro poteva fare? [Controvento]

di Ettore Grassano

“Ma ti pare normale?”, mi ha scritto un amico inviandomi ieri pomeriggio la notizia dell’azzeramento di giunta da parte del sindaco di Alessandria. “Proprio normale no, direi emblematico”, è stata la mia risposta a caldo.

Non ama e non segue la politica, il mio amico, come ormai la maggior parte degli italiani, e degli alessandrini. Ma, a naso, tanto normale la tabula rasa non gli è sembrata, appunto. Se non altro per il vecchio detto, ‘squadra che vince non si cambia’.

“Ad esserci rimasti malissimo pare siano stati alcuni assessori che avevano già comprato al mercatino delle pulci la maglietta gialla per il passaggio del Tour”, commenta caustico un altro amico. Alessandria è anche così, per fortuna: distaccata e cinica all’apparenza, ma non perdona.

Ora che Barosini faccia il vice sindaco o no, e chi siano i nuovi assessori, è davvero poco più che gossip. Tranne, certamente, la delega del bilancio: perché è lì, se tanto ci dà tanto, che va cercato ‘il baco’, o il buco, o insomma il bandolo della matassa.

Il segnale politico di questo azzeramento è chiaro a tutti: due anni di nulla, se non un paio di Pride e l’apertura di un nuovo centro sociale transgender. Centrale del Latte chiusa (e pare anche lavoratori senza cassa integrazione), Amag nell’acqua alta e forse anche qualcosa di più (addirittura inquietanti le notizie che circolano in queste ore). Nuovi progetti zero, se non qualche velleitaria pista ciclabile: come a dire agli alessandrini pedalate, che qui la salita si fa dura.

“Che poi basterebbe poco”, si commentava proprio ieri mattina con un alessandrino doc, scoraggiato quanto me: “basterebbe ‘appendere il cappello’ al lavoro fatto dagli altri: scalo merci, campus universitario, nuovo ospedale, tanto per citare i progetti più significativi”. Ma anche per quello serve se non altro umiltà, qualità che il sindaco Abonante ha già ampiamente dimostrato di non possedere.

E ora? Poiché noi siamo quasi anziani, cominciamo ad autocitarci: “Buona fortuna, Alessandria”, scrivevamo all’indomani della vittoria di Giorgio Abonante e del suo campo largo, nel giugno del 2022. Aggiungendo: “Vince il peggior centro sinistra alessandrino di sempre”.

I fatti, purtroppo, ci stanno dando ragione.