L’Oscar del Novese e dell’Oltregiogo il 4 giugno a Gavi

Dopo il successo dell’edizione 2023 tenutasi al Teatro Marenco di Novi Ligure, la seconda edizione dell’Oscar del Novese e dell’Oltregiogo si svolgerà presso il Teatro Civico di Gavi.

L’idea di istituire questo riconoscimento da parte della Società Storica del Novese fu decisa dai Soci fondatori nel 1961, poco dopo la fondazione della Associazione: il progetto non ebbe seguito e, dopo il ritrovamento dei verbali che lo proponevano fu finalmente realizzato. La prima edizione ha visto, oltre alla consegna dei premi anche l’allestimento di uno spettacolo con un tributo alle più famose arie di opera lirica italiana grazie a uno dei premiati, il baritono di fama internazionale Franco Vassallo che si è esibito sul palco del Marenco con il tenore Stefano Secco, il mezzosoprano Sarah ‘M Punga accompagnati dal pianista Giulio Laguzzi.

L’“Oscar del Novese e dell’Oltregiogo” viene destinato a personalità o istituzioni che hanno origini o hanno scelto il nostro territorio per viverci o proporre la propria attività, dandone lustro sia in Italia che all’estero.

Quest’anno lo spettacolo musicale è affidato ai Solisti dell’Orchestra Classica di Alessandria.

L’ingresso è a offerta: quanto raccolto sarà destinato a un service umanitario in favore dell’Ucraina a cura del Rotary Club Gavi Libarna.

I premiati di quest’anno saranno:

Franco Malerba, primo astronauta italiano nello spazio.
Dado Moroni, pianista jazz internazionale.
Consorzio Tutela del Gavi che festeggia quest’anno 50 anni dal conferimento della DOC

Nel corso della serata, condotta da Luciano Asborno giornalista e Direttore della rivista Novinostra, saranno presentate anche le iniziative della Società Storica del Novese per la prossima estate.

Queste in breve alcune notizie sui premiati con L’Oscar del Novese e dell’Oltregiogo 2024.

FRANCO MALERBA è il primo astronauta italiano: ha volato nello spazio con lo shuttle Atlantis dal 31 luglio all’8 agosto 1992, portando nello spazio il laboratorio Eureka ed il “Satellite a filo” italiano, detto il “Tethered”. La missione era frutto di una
collaborazione tra ASI e NASA ed era la prima missione “con uomo a bordo” dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Franco Malerba lavora allo sviluppo di Space V, una startup di cui è socio fondatore, che progetta le serre adattive specializzate per le coltivazioni di ortaggi nello spazio, per la sostenibilità delle future missioni abitate, nelle stazioni orbitanti e negli insediamenti sul suolo della Luna.
Tiene corsi di iniziazione all’esplorazione spaziale alla Leicester University e all’Università di Genova e contribuisce alla diffusione della cultura scientifica con l’organizzazione annuale del Festival dello Spazio di Busalla.
Giornalista pubblicista, collabora alle testate del gruppo GEDI (La Stampa- Tuttoscienze, Secolo XIX) e alla rivista Cosmo. È chiamato occasionalmente come Special Guest speaker a tenere conferenze alle scuole e in convenzioni professionali e aziendali, ove propone la missione spaziale – simbolo della sfida di frontiera – come archetipo dei valori dell’impegno per obiettivi condivisi, delle buone pratiche nel lavoro di equipe, della preparazione rigorosa all’imprevisto e al cambiamento,
utilizzando al meglio le risorse umane e le tecnologiche a disposizione.

DADO MORONI, inizia a suonare il pianoforte all’età di 4 anni da autodidatta. A 14 anni, registra il suo primo album.
Collabora con Franco Cerri. Famose le sue collaborazioni con con Tullio de Piscopo e Franco Ambrosetti, sodalizio che dura tuttora. Negli anni ’80 Moroni si esibisce con il trio di Jimmy Woode, bassista di Duke Ellington;
nel 1987 viene invitato a Washington come unico musicista europeo a far parte della giuria del premio internazionale pianistico Thelonious Monk insieme a Hank Jones, Barry Harris e Roland Hanna. Nel 1988 inizia una lunga tournée che lo porta a suonare per conto del Dipartimento di Stato Americano con il sestetto di Alvin Queen in sette paesi dell’Africa.
Successivamente collabora con Clark Terry e George Roberts alla tournée mondiale organizzata dal governo svizzero per la celebrazione del settimo centenario della Confederazione Elvetica. Nel 1991 si trasferisce negli Stati Uniti e si esibisce nei più prestigiosi Club newyorkesi tra quali il Blue Note, il Birdland e il Village Vanguard. Abbina incisioni discografiche a concerti;
nel 1995 partecipa ad una tournée in Giappone e nello stesso anno vince il premio Umbria Jazz Award. In occasione dei suoi 35 anni di carriera suona
con molti musicisti leggendari come Freddie Hubbard, Clark Terry, Zoot
Sims, Harry “Sweets” Edison, Ray Brown, Ron Carter, Oscar
Peterson, Ahmad Jamal, Hank Jones e Niels-Henning Ørsted Pedersen.
Nel 2007 vince il premio “Best Jazz Act” agli Italian Jazz Awards.
Attualmente vive in Italia e continua ad esibirsi a livello internazionale. Nel
2010 pubblica il cd Shapes insieme al bassista Peter Washington e il
batterista Enzo Zirilli. Nel maggio 2012 si esibisce in un trio di pianoforti
con i due pianisti americani Kenny Barron e Mulgrew Miller. È docente di
Pianoforte jazz presso il Conservatorio Antonio Vivaldi. Ad oggi ha suonato
in oltre 50 album per importanti etichette discografiche quali Sony
Concorde, Contemporary Telarc Mons, TCB Record e Enja.
CONSORZIO TUTELA DEL GAVI
La vocazione vitivinicola del Gavi ha origini antiche, come testimonia un
documento conservato nell’Archivio di Stato di Genova, datato 3 giugno
972 in cui si parla dell’atto da parte del vescovo di Genova a due cittadini
gaviesi di vigne e castagneti. Nel 1659 si riscontra nella corrispondenza tra
il castello di Montaldeo e il marchese Doria il primo riferimento a impianti
di «viti tutte di cortese». La prima testimonianza della verve internazionale
del Gavi risale al 1782, quando il Marchese Doria scrive al fattore le sue
intenzioni di spedire il vino in Sud America. Nel 1798 il conte Nuvolone,
vicedirettore della Società Agraria di Torino, redige la stesura della prima
ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese e cita il Cortese
nella forma dialettale Corteis a‘ ermando che: «ha grappoli alquanto
lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona
da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva». Nel 1869 la prima
commissione ampelografica della Provincia di Alessandria presieduta
dall’agronomo Carlo Leardi e dal prof. Pietro Paolo Demaria, stila una
descrizione accurata del Cortese, definendolo, tra l’altro, particolarmente
adatto alla spumantizzazione, grazie soprattutto all’opera dell’enologo
francese Luigi Oudard (curatore delle cantine del conte di Cavour a
Grinzane). Nel 1883 Giacomo Traverso, detto il Moro esporta questo vino
in Argentina, Germania, Svizzera (al celebre grossista Roessinger di
Basilea). Nel 1888 nella vicina Francia il Cortese viene inserito nelle Mille
Varietés de Vignes a opera del Pulliat. L’identificazione del vino con il suo
territorio è un elemento consolidato della cultura enoica: nel 1924 Arturo
Marescalchi nella sua guida ai “I Vini tipici d’Italia” definisce i vini ottenuti
da uva cortese come “Bianchi tipo Gavi”.

Il 29 giugno del 1974 viene attribuito al vino di Gavi la DOC; poco più di vent’anni dopo viene attribuita anche la DOCG.