Riproponiamo di seguito la riflessione di lunedì scorso sulla situazione di preoccupante degrado e mancanza di progettualità che Alessandria sta vivendo (diremmo quasi subendo) con rassegnazione. Non lo facciamo per narcisismo, ma per invitarvi a leggere la bella intervista pubblicata venerdì sul Piccolo, in cui il sindaco Abonante di fatto ci risponde: punto per punto, tranne Centro di incontro/Casa delle Donne: e non crediamo sia un caso. Per il resto, intervista giocata tutta ‘in difesa’: non faremo il ponte Bormida, per colpa di quelli di prima. Non faremo la Smart City perchè il progetto non stava in piedi (la storia è un po’ diversa, ma parlerà di ne ha competenza, quando lo riterrà opportuno), non faremo Aperto per Cultura per scelta di Ascom. Ecc ecc….con un po’ di suspense sul futuro del Gruppo Amag, che in realtà appare chiarissimo a chi segue le vicende delle multiutility in Piemonte. Insomma, quanto abbiamo scritto la settimana scorsa rimane così drammaticamente vero che vale la pena riproporlo. Buona lettura. E. G.
di Ettore Grassano
Buona fortuna Alessandria, scrivevamo all’indomani del voto amministrativo del 2022, evidenziando “in questa campagna elettorale abbiamo capito solo cosa la coalizione vincente non farà: a parte il Ponte Bormida, per un motivo o per l’altro fermerà tutti i progetti di infrastrutture, sviluppo, occupazione avviati dal centro destra. In nome di parole d’ordine come sostenibilità e partecipazione dal basso, che rischiano di essere autentiche supercazzole”.
Quindici mesi dopo, dobbiamo constatare che abbiamo sbagliato su un punto, ossia l’amministrazione Abonante non farà neanche il Ponte sul Bormida, ovviamente per decisioni e scelte altrui.
In poco più di un anno, nell’apatia e nell’indifferenza dei più, Alessandria è precipitata in un baratro di degrado al quale neanche il sarcasmo mandrogno, di cui pur siamo grandi estimatori e profusori, può far argine a sufficienza.
Uniche cose fatte, per stare sul concreto:
1) Il liceo classico Plana è diventato istituto (tecnico?) Eco: a sancire l’omologazione culturale più becera, che deve produrre consumatori amplificatori/ripetitori di luoghi comuni. Senso critico addio, cui prodest non deve chiederselo più nessuno.
2) Grande enfasi ai bisogni di un collettivo transfemminista che, dopo due occupazioni abusive, ha ora finalmente, grazie al sindaco Abonante, una sede comunale gratuita, con utenze pagate dai contribuenti alessandrini. Da più parti chiedono come mai allora ci si rifiuta di affidare in gestione i diversi centri sportivi comunali dismessi ad associazioni di volontari, dicendo che sarebbe danno erariale. Il danno erariale funziona a corrente alternata? Per non dire di tante altre associazioni, di interesse anche un po’ più generale rispetto alle tematiche transfemministe (l’Avis, toh, per citarne una) che al comune pagano non solo le utenze, ma onerosi canoni di locazione.
3) Nuova Ztl in centro: beh, qui basta parlare con chi in centro ci vive, o con i commercianti. E speriamo che le sbarre si alzino almeno in situazioni di emergenza, caro Sindaco….
4) Soppressione (anzi, no: rinvio al 2024, puntando sul crowfunding, ossia sul buon cuore di chi volesse dare una mano) di quasi tutti gli eventi più rappresentativi e attrattivi, a partire da Aperto per Cultura. I commercianti sono scoraggiati, quasi rassegnati. Le loro associazioni mugugnano, ma a mezza voce. Tutti guardano al Natale con una certa apprensione, anzichè con la giusta serenità.
5) Gruppo AMAG: a metà 2022 smart city e comunità energetiche erano in rampa di lancio, progetti ambiziosi per tornare ad essere competitivi in un comparto in fortissima evoluzione, e con competizione feroce. O innovi, o muori. Quale delle due, secondo voi oggi? Smart city e comunità energetiche archiviate, grande ricorso a cooperative esterne sia in ambito acqua che rifiuti, sindacati in stato di agitazione, Amag Ambiente in vendita, come annunciato nei giorni scorsi tramite media. A quando la cessione delle reti di acqua e gas? Tra il personale della multiutility alessandrina c’è grande preoccupazione per il futuro, e a loro va la nostra totale solidarietà. Tra i cittadini forte scontento per la qualità dei servizi, in città e nei sobborghi.
6) Poi ci sarebbe la tragicommedia dell’Alessandria calcio. Vicenda, precisiamolo, che poco o nulla dovrebbe avere a che fare con il comune, e che merita comunque ampie riflessioni in un capitolo a parte. Ma certamente la situazione, per le modalità oltre che per la sostanza, dovrebbe preoccupare tutti, a partire da chi amministra la città.
Quindi dobbiamo rassegnarci a vivere in una città dormitorio, in cui la maggioranza silenziosa di anziani e adulti si fa semplicemente gli affari suoi, mentre i giovani di livello e con qualche legittima ambizione personale scappano al più tardi dopo la maturità, e tornano solo a Natale per le feste in famiglia?
Assolutamente no, Alessandria ha gli anticorpi per reagire, e anche non pochi asset strategici di valore su cui puntare. Li ha ben evidenziati di recente il Notaio Mariano, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, in un’intervista rilasciata proprio a CorriereAl.
Spetta solo alla comunità alessandrina tornare a crederci, magari anche attraverso un impegno politico diretto, che porti le forze migliori della città (non solo giovani, ma soprattutto giovani) a scendere davvero in campo, come si diceva anni fa. Se lasciamo che a giocare siano i brocchi (non solo al Moccagatta) poi non possiamo lamentarci se Alessandria langue tristemente in fondo alla classifica. Ci proviamo, alessandrini?