Pasti a domicilio per anziani e disabili? No, se lo propone la Lega. Intanto in AMAG gatta ci cova….[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Ripristino del servizio pasti a domicilio per anziani e disabili? No, se a proporlo è la Lega. Qui la notizia: “Cuttica di Revigliasco (Lega): Servizio pasti a domicilio per anziani e disabili: perché la maggioranza è contraria?” Si legge: “La Lega propone di inserire all’interno del Dup del Comune di Alessandria, il Documento Unico di Programmazione triennale 2023-2025 in discussione in questi giorni tra commissioni e consiglio comunale, un emendamento a sostegno di anziani e disabili, con il ripristino del servizio pasti a domicilio, che la giunta di centro destra guidata dal sindaco Cuttica di Revigliasco istituì e sperimentò felicemente in emergenza covid. Ma la maggioranza di centro sinistra, a sorpresa, frena e sembra non ritenerla una priorità”. La risposta della maggioranza la si legge qui: “Pasti a domicilio per anziani e persone con disabilità, assessore Laguzzi alla Lega: Proposta interessante, serve approfondimento”. In sintesi viene chiesto dalla maggioranza alla Lega di ritirare tale emendamento perché occorrono approfondimenti “seri” (gli anziani e i disabili non sono un argomento serio a loro vedere?). Ossia si portare la discussione in una commissione consiliare per valutare la copertura economica e come organizzare il servizio, ma se l’emendamento non verrà ritirato “verrebbe inserito nel Dup un tema che rischierebbe di non essere poi sostenuto”. Insomma un bel no mascherato da vedremo. Ma perché?
Cari alessandrini da zero anni in su, in questa città pare che la rassegnazione sia ormai lo stato d’animo di tanti, e che da questa giunta ci sia davvero poco di buono da attendersi. Ma altri quattro anni così saranno terribilmente lunghi.
Voto: 2

2) Era l’8 settembre 2022 quando la nuova maggioranza ‘campo largo’ insediatatasi a fine giugno a Palazzo Rosso si decideva, dopo un’estate di riflessione, a nominare i nuovi vertici del Gruppo AMAG. Per i ruoli apicali, furono individuati Claudio Perissinotto come presidente e Claudio Biestro come amministratore delegato. Meno di cinque mesi dopo, il 1 marzo 2023, la notizia: “Gruppo Amag, l’amministratore delegato Claudio Biestro si è dimesso: “Motivi personali”. I motivi quando qualcuno si dimette da una carica importante dopo così poco tempo sono naturalmente sempre personali: anche se qualcuno (esempio generale e astratto) decidesse di cavarsi d’impiccio da un nido di vipere chiedendosi ‘ma chi me l’ha fatto fare?” sarebbe una scelta personale. Siamo alla tautologia, insomma. Si dirà: ma a te, cittadina che paghi le tasse e le bollette, che importa chi è l’amministratore delegato, in fin dei conti? A me invece, anche se so di essere una mosca bianca oramai, in una città in cui regnano menefreghismo e indifferenza, importa eccome. Il Gruppo AMAG ha il comune di Alessandria come socio di maggioranza, e Acqui Terme e altri piccoli comuni del circondario come soci di minoranza. E’ una società con soci interamente pubblici insomma, e quindi credo che interessarsene sia legittimo. Claudio Biestro non è alessandrino, e fu individuato dal centro sinistra si suppone in base a specifiche competenze, o forse a progetti di qualche tipo.
Come mia abitudine ho fatto ricerca e tra le varie ho trovato questa intervista a Claudio Biestro. Dunque non uno qualunque, e a pensar male alla San Tommaso mi chiedo “che succede ai vertici di AMAG?” Per me “gatta ci cova”….
Voto: 4

3) Sui 357 milioni di euro di fondi Pnrr per la Rinaturazione del Fiume Po patrocinata dall’Aipo e dall’autorità di Bacino (potenziali stazioni appaltanti) mi si passi la battuta: “piatto ricco mi ci ficco”. Vado al motivo che mi suggerisce la battuta. La notizia è che il fiume Po sarà deviato per 3 km in un’area privata per ricavare sabbia. Un’inchiesta di “Quarta Repubblica” (Rete 4 Mediaset) “30 milioni di euro per deviare il Po di 3 km, possibile che ci siano altri interessi dietro?”attraverso una testimonianza ha acceso i riflettori sul progetto firmato da A.n.e.p.l.a. e Wwf. Una nuovo percorso del fiume, che pare avere poco a che fare con gli obiettivi di Rinaturazione, visto che lì il Po non ci è mai passato. Sarebbe lo scavo più importante dell’intero progetto, da solo varrebbe 10 milioni di metri cubi di sabbia, il costo stimato è di 30 milioni di euro di fondi pubblici. Chi è il Wwf lo sappiamo tutti, chi è l’A.n.e.p.l.a.: “Associazione Nazionale Estrattori e Produttori Lapidei ed Affini per la coltivazione di cava, l’estrazione e produzione di ghiaia, sabbia e pietrisco per l’industria delle costruzioni con sede a Parma di cui il titolare sarebbe anche presidente e proprietario dei terreni privati in cui dovrebbe scorrere libero il PO a nuova vita fluviale. Parrebbe un conflitto di interessi. La domanda: cosa ci fanno in quel contesto ambientalisti e imprenditori delle cave, da sempre nemici, insieme sotto la bandiera del green? Si tratta di “Foce Nure” nella versione aggiornata di un piano riveduto e corretto rimasto nei cassetti del Wwf per un paio di decenni. In origine era poco più di un’opera di ingegneria, una riqualificazione idraulica per arginare le piene alluvionali, un progetto ricco di termini come “ripristino ecologico”, “biosfera”, “biodiversità”, “ecosistema”. Obiettivo ai quali è dedicato un buon 40% del nuovo piano finalizzato al contenimento dei danni da cambiamento climatico. Dopo la trasmissione molti organi di informazione nazionali hanno trattato questa notizia, persino giornali del sud Italia con varie critiche. Da Il Piacenza si legge quanto segue in merito ai fondi impegnati: “Quello che è grave è che vengano sprecati per gli interessi di qualcuno. La cosa strana è che c’è un’area che assolutamente non ha nulla a che vedere con la rinaturazione, perché sposterebbe il Po per tre chilometri e mezzo all’interno di un’area privata. Altra cosa strana è che l’area privata è proprio del proponente del progetto, che è il presidente di Anepla e anche il proprietario di quest’area”. Rinaturazione del PO e la sua deviazione, quanto può essere utile per la protezione dalle piene, e mi riferisco alla parte del PO casalese/piemontese? Consiglio la lettura di questo articolo: “Comitato Alluvionati del Casalese scrive al premier Meloni: PNRR finanzia la rinaturazione del fiume Po e non la sicurezza idrogeologica”.
Voto: 2