Caos Amag e chimera Ponte Bormida: povera Alessandria come ti sei ridotta…[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

Copia di Progetto Marengo Hub da periferia a comunità: alcune riflessioni critiche sul fronte energia

1) Giusto la settimana scorsa l’ennesimo intoppo sul ponte Bormida: un camion ha perso buona parte del contenuto che trasportava (letame!) proprio passando sull’infrastruttura, e il traffico è proceduto a rilento, inevitabilmente, per diverse ore, con code da Spinetta e lunghe attese per chi doveva entrare in città. E’ così difficile realizzare il nuovo ponte di cui si parla da almeno vent’anni? Ad Alessandria le persone scuotono il capo sconsolate, quando ne parli. Siamo alla rassegnazione, e alla fuga per chi ha ancora l’età per farlo. Ma ci rendiamo conto? Un ponte sulla Bormida, non il ponte sullo Stretto o chissà dove! La giunta di centrodestra individuò risorse rilevanti (anche grazie ai fondi opere compensative del Terzo Valico, e al progetto logistico Pam, poi cassato da Abonante e Grillini), se oggi quei fondi non bastano si coinvolgano Provincia e Regione, dal momento che quel ponte servirebbe a tutti coloro che arrivano da fuori verso il capoluogo.
L’amministrazione Abonante ha davanti a sè oltre quattro anni, ma sono già trascorsi otto mesi di assoluto immobilismo. Mancano risorse? Trovatele, senza schifarvi se in parte arrivano anche da imprese private che in cambio (orrore: c’è ancora chi non vuole vivere di impiego pubblico e sussidi di cittadinanza!) chiedono di avviare progetti e attività. I nostri attuali amministratori che fanno, se ne stanno con gli occhi rivolti al cielo ad aspettare che qualcosa piova su Alessandria, come la manna che Dio mandò sul deserto per cibare gli ebrei? Pongo una domanda allora: nel Comune di Alessandria esiste una figura detta europrogettista, professionista specializzato nei diversi programmi di finanziamento dell’Unione Europea, con specifiche conoscenze teoriche e abilità operative nell’ambito del project management e del project financing? Ovviamente intedno un vero esperto del settore, non il solito politico locale trombato dalle urne o simili. Una simile figura quante opportunità di fondi per ogni settore potrebbe ottenere per il nostro Comune? Leggete qui: “Opportunità di finanziamento per gli enti pubblici”. Infine: l’opposizione è pronta a collaborare per il bene della città, perché non mettere insieme tante teste per raggiungere scopi? “Roggero (Lega): I nostri emendamenti al Dup per fare ripartire Alessandria, ferma da 8 mesi”. Il segretario Rolando: “Fondamentale il gioco di squadra”. Intanto chi è interessato qui può leggersi il DUP – Documento Unico di Programmazione – 2022/2024.
Voto: 4

2) La gestione amministrativa del Comune di Alessandria e della sua principale partecipata Amag mi ricordano alcune formule che si leggono nella collana di libri de “La Legge di Murphy”. Cito solo le news dei giorni scorsi: “Cittadini protestano per la situazione dei mezzi pubblici: disservizi e bus sporchi”. E poi: “Stime alle stelle e prezzi assurdi a metro cubo. È caos bollette: uffici Alegas presi d’assalto”. Tra il caos prodotto, e lunghe code di utenti arrabbiati, i clienti messi peggio sembrano essere quelli che hanno la domiciliazione sul conto, che lamentano prelievi eccessivi, smodati e incontrollati. La risposta di Alegas/Iren è stata : “Caos bollette. Alegas: importi non allineati saranno regolati nella fattura successiva”. E se un utente che non ha mai pagato una cifra simile arriva al punto di vedersi bloccare il conto? Deve attendere con comodo la prossima fattura? Alegas/Iren di fronte ad una bolletta che è tre/quattro volte quella abituale dovrebbe fare controlli o comunicarlo preventivamente al cliente (come peraltro fanno tutti gli altri player sul mercato: bolletta in elettronica 15 o 20 giorni prima del prelievo effettivo), per non creargli danni. Peraltro, secondo l’Unione Italiana Consumatori abbiamo il poco invidiabile record di città italiana con il maggior aumento delle bollette di luce e gas da gennaio 2022 a gennaio 2023: +88,6!

Proseguiamo con Amag Ambiente, con la segnalazione di un lettore, e pare non sia l’unica: “Via Modena, una discarica in centro”. Questo è il risultato del metodo “porta a porta”. In centro città è stato avviato durante l’amministrazione Scagni: residenti, uffici, negozi devono collocare sui marciapiedi i sacchi di rifiuti. Di notte tra balordi o animali randagi i sacchi a volte vengono rotti e il contenuto sparpagliato, il risultato è quello che si vede nella foto. E ancora: “Commissione Alessandria Sud ad Amag Ambiente: Cavalcavia verso il Cristo sommerso di rifiuti: ci pensate voi?”. Bella domanda, a chi tocca pulire? Insomma, è il caos, causato dall’ignavia.
In otto mesi l’unico evento degno di nota in città è stato lo spoils system delle partecipate. Per il resto zero assoluto, e crescente abbandono. Dobbiamo rassegnarsi? Città davvero finita?
Voto: 2

Perissinotto (Amag Ambiente): “Presto al via ‘porta a porta’ in Fraschetta: obiettivo 70% di raccolta differenziata entro il 2020” 1

3) A proposito di spoils system, anche altrove non va molto meglio. Dalla scorsa settimana Gestione Ambiente (Gruppo Acos) ha un nuovo amministratore delegato, un presidente, un vicepresidente e due consiglieri di nuova nomina. Una sorpresa per me è stata il nome del vicepresidente, la Sig.ra Maria Rosa Porta. Perché la sorpresa? Per ragioni di coerenza: e qui vado allo storico. Il 13 giugno 2007 ad Alessandria si costituì un Coordinamento Provinciale denominato: “Si differenziare – No porta a porta”, in conseguenza dell’estendersi di tale metodo in diversi territori della provincia di Alessandria quali la città di Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona. Il portavoce del Coordinamento per Novi Ligure era prorio Maria Rosa Porta (oggi vicepresidente Amag/Gestione Ambiente), all’epoca appunto contraria al ‘porta a porta’, che invece era un ‘cavallo di battaglia’ della sinistra. Cortili e giardinetti nelle aree private condominiali cominciarono ad essere invase da cassonetti pari a quelli stradali come misura, sottraendo quegli spazi ai residenti: nel mio condominio ne piazzarono 18!! Immaginatevi, o provate a ricordare, il caos del giorno dello svuotamento, con marciapiedi invasi e cassonetti non sempre raggiungibili. Per non dire dei costi connessi di personale. Ci fu persino chi, per mancanza di spazi, provò a collocare i cassonetti nei locali caldaia, andando contro ad una Circolare emessa con il Bollettino Ufficiale n.30 del 28 luglio 2005 dalla governatrice della Regione Piemonte del tempo Mercedes Bresso, che riportava le prime indicazioni operative per la raccolta domiciliare della frazione organica e indifferenziata residuale dei rifiuti urbani. Il Coordinamento provinciale contro il ‘porta a porta’ nacque nel 2007, ma la città di Alessandria era già inserita dal 2006 in un Coordinamento regionale ed interregionale (Comitati del Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna, Lazio). Su quella forma di gestione vi erano critiche anche a Pisa, a Trento e altre località (ne ho un archivio pieno), e ci sarebbe da pubblicare un volume sulle vicende di quegli anni. Eppure in una significativa parte della provincia l’ideologia del ‘porta a porta’ pare aver ben attecchito, e la mia ex collega di coordinamento novese pare aver cambiato idea sul tema. Nomen omen, come dicevano i latini? Per quanto mi riguarda, mi auguro che Alessandria si muova in un’altra direzione (la smart city, con cassonetti intelligenti e controllati), e si allontani sempre più dal disastro del ‘porta a porta’.
Voto: 6