Ecco come sarà la sanità alessandrina di domani: nuovo ospedale, riorganizzazione dei presidi, più sanità territoriale

Un intervento senza precedenti per la realtà provinciale alessandrina, con un investimento di 310 milioni di euro mirati alla riorganizzazione dell’intera rete sanitaria locale.

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte Icardi ha definito l’analisi di riordino della rete erogativa sanitaria alessandrina e di dimensionamento clinico-gestionale del nuovo ospedale di Alessandria presentata oggi alla rappresentanza dei sindaci, della politica e della dirigenza sanitaria del territorio nella sala di rappresentanza dell’Azienda ospedaliera S.S. Antonio Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria.

Un’operazione che fa leva su tre pilastri fondamentali: la realizzazione del nuovo ospedale di Alessandria, hub della rete, centro di riferimento per la cura di tutte le patologie ad alta complessità, sede futura di Ircss e percorsi universitari per le lauree in medicina e scienze infermieristiche; la rifunzionalizzazione di tutti i presidi ospedalieri dell’Asl mediante una riorganizzazione dei posti letto attribuiti ai vari dipartimenti, nel rispetto delle indicazioni ministeriali e nell’intento di specializzare le diverse realtà, promuovendo eccellenze riconosciute non solo a livello provinciale e il rafforzamento della sanità territoriale (potenziamento dell’attività infermieristica domiciliare, messa in funzione di 9 case della salute, tre ospedali di comunità e quattro centrali operative territoriali), che dovrà operare in piena sintonia e sinergia con la nuova rete ospedaliera per la presa in cura della persona pre e post fase acuta della malattia.

In particolare, l’assessore ha rilevato come il riordino della rete erogativa prevederà una configurazione Hub&Spoke, caratterizzata da una concentrazione della casistica a medio-alta complessità nel nuovo ospedale di Alessandria (Hub) e una specializzazione dei presidi dell’Asl di Alessandria in alcune aree di attività (Spoke), oltre al potenziamento dell’assistenza post-acuta (ospedali di comunità).

Contrariamente a quanto avveniva in passato, quando si costruivano gli ospedali e poi si decideva come attrezzarli, l’assessore ha posto l’accento sull’approccio metodologico innovativo che, invece, in questa circostanza ha seguito il percorso inverso, individuando prima le necessità, mettendo al centro l’analisi dei flussi di mobilità passiva e attiva per tipologia di prestazioni, il reale fabbisogno sanitario del territorio e le nuove tendenze della Medicina sulla base dello studio della rete erogativa esistente. Un cammino che ha condotto a delineare il “contenuto”, in modo da fornire le indicazioni per disegnare il “contenitore” del nuovo ospedale.

Il nuovo ospedale sarà quindi dimensionato su una superficie di 95 mila metri quadrati, con 538 posti letto, 90 posti tecnici (osservazione, culle, dialisi, chirurgia ambulatoriale complessa, terapie oncologiche…), 13 sale di diagnostica, 14 sale operatorie, 4 sale di emodinamica e radiologia interventistica, 5 sale blocco parto, 2 acceleratori per radioterapia, 2 Pet-Tc e 90 ambulatori, in modo da garantire una potenzialità di 25 mila ricoveri ordinari e diurni, 110 mila esami di diagnostica, 20 mila interventi chirurgici, 1.500 parti e 260 mila visite all’anno.

L’assessore ha osservato che è oggetto di valutazione anche l’ipotesi di integrazione dei reparti di degenza e dei servizi presenti nell’attuale Ospedale Infantile nel nuovo complesso ospedaliero di Alessandria, mediante la realizzazione di un’ala di edificio destinata ai pazienti pediatrici, autonoma, ben riconoscibile, ma funzionalmente integrata con il resto dell’ospedale.

I dettagli tecnici e procedurali dello studio sono stati illustrati dai professionisti Luca Algostino, Davide Iannuzzi e Claudio Aruta della Agm Project Consulting, società di consulenza e ingegneria specializzata nella determinazione scientifica delle necessità sanitarie, dell’ottimizzazione ed efficientamento della rete erogativa, che ha svolto l’analisi del contesto di riferimento e delle esigenze cliniche, sanitarie ed assistenziali del bacino d’utenza, grazie al contributo della Fondazione Sanpaolo.

Per l’Azienda ospedaliera, è intervenuto il direttore generale Valter Alpe: «L’evento organizzato da Regione Piemonte, focalizzato tanto sull’esame delle prospettive di riordino della rete erogativa nella Provincia di Alessandria, quanto sul dimensionamento del nuovo ospedale nella città del capoluogo, oltre che rappresentare un momento particolarmente significativo perché da tempo atteso, ha il pregio di muovere da una analisi puntuale e analitica della attuale offerta sanitaria per provare a ridefinire, su basi scientifiche e con i necessari correttivi posti dal rispetto delle normative e dalle evidenze gestionali da tempo sostenute dalla letteratura, l’offerta sanitaria complessiva di questo territorio. In particolare, il report prodotto dalla società incaricata di disegnare le funzioni e le dimensioni del nuovo ospedale di Alessandria mira ad armonizzare il modello di offerta e le funzioni di Hub di II secondo livello ad esso riconosciute con la rete erogativa dell’intera Provincia, specie alla luce del ridisegno che dovrà seguire agli investimenti previsti dalla Missione 6 del Pnrr e tenuto conto del supporto già presente offerto dalle strutture private accreditate. Un disegno che potrà consentire, si auspica, di intervenire non solo sul rinnovamento del parco edilizio, ma anche di coniugare gli investimenti con una piena valorizzazione delle funzioni attribuite ai vari soggetti erogatori, oggi non in condizione di poterle pienamente dispiegare con importanti potenzialità di attrattività».

Luigi Vercellino, direttore generale dell’Azienda sanitaria locale di Alessandria, ha commentato: «Questa analisi è un passo essenziale nella progettazione di un’opera così importante e ho potuto constatare l’accuratezza e la profondità del lavoro di analisi che è stato svolto. Per Asl Alessandria è un grande vantaggio essere coinvolta fin da subito nella ridefinizione dei percorsi di cura che il nuovo ospedale comporterà ed è stimolante essere chiamati a dare forma al rilancio che la sanità della provincia vivrà nei prossimi anni. Da un lato ci saranno le sfide poste dalla carenza del personale, dal recupero delle liste di attesa e dalla necessità di ottimizzare al massimo le risorse a disposizione, dall’altro le opportunità che il post pandemia ci offre: la riprogettazione della sanità territoriale sostenuta dai fondi del Pnrr, l’impegno della ricerca e il percorso di riconoscimento a Irccs, ed ora il potenziamento e l’integrazione della rete ospedaliera provinciale con il nuovo ospedale. Da parte nostra l’impegno è di lavorare con intelligenza per essere all’altezza delle aspettative dei cittadini e offrire loro una sanità pubblica di cui essere orgogliosi».