Tre 10 per il 2021: scoprite a chi…e ora avanti tutta! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Alla Dott.ssa Paola Varese, primario di oncologia dell’Ospedale Civile di Ovada,che ha elaborato un protocollo pilota chiamato “Covi a casa”, basato sull’utilizzo dell’idrossiclorochina ottenendo brillanti risultati nel periodo marzo/aprile 2020: su 340 pazienti Covid-19 solo 22 ricoverati in ospedale, gli altri curati a casa. Questo Protocollo è stato adottato dal Distretto Sanitario di Acqui – Ovada dell’ASL di Alessandria, a cui hanno aderito 50 dei 54 medici di famiglia, quindi esteso a tutto il Piemonte e ora divulgato a livello nazionale. La Dott.ssa Varese, lo ha sperimentato sulla propria pelle nella prima fase della pandemia durante la primavera 2020, decidendo di curarsi a casa, ed è perfettamente guarita: “Ideatrice del Progetto COVI a CASA”.
Questo Progetto è la base di vari professionisti del Piemonte e cito il Prof. Guido Chichino (Primario malattie infettive all’Ospedale di Alessandria) e il Prof. Pierluigi Garavelli (Primario di Malattie infettive all’ospedale Maggiore di Novara), con la costituzione di un Coordinamento nazionale in cui al Piemonte si sono aggiunti Lombardia, Friuli, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia: altre Regioni si stanno aggiungendo formando un database nazionale. Nonostante i buoni risultati il 26/05/2020 l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) decise di sospendere l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina per il trattamento dei pazienti COVID-19 al di fuori degli studi clinici, sia in ambito ospedaliero che domiciliare, e lo stesso giorno l’EMA (Agenzia europea per i medicinali) parlava di rischi cardiaci e neuropsichiatrici connessi all’uso del farmaco, sospendendo le sperimentazioni. Una relazione depositata in giudizio e presentata da avvocati di centocinquanta medici ha ottenuto dal Consiglio di Stato con Sentenza n.7097/2020 la sospensione in via cautelare del provvedimento dell’AIFA sull’utilizzo dell’idrossiclorichina: https://www.federalismi.it/nv14/articolo-documento.cfm?Artid=44761 Per conoscere i particolari consiglio la lettura di questo articolo del 13/12/2020, dove la Dott.ssa Paola Varese fa dichiarazioni ben precise sul comportamento tenuto dai preposti governativi alla sanità di Roma: “Covid-19: i commenti della dottoressa Paola Varese dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato sull’utilizzo dell’Idrossiclorochina”.
Cito una frase significativa nelle dichiarazioni della Dott.ssa Varese: “Abbiamo provato in tutti i modi, ripetutamente e inutilmente, a essere ascoltati da AIFA che alla nostra richiesta di attivazione del “registro 648” (che permette un registro di tutta la casistica per un farmaco concesso in indicazioni diverse da quelle registrate -“off label” ) non ha mai risposto. Siamo operatori del SSN che hanno dedicato la loro intera vita alla sanità pubblica, curando centinaia di pazienti, secondo le evidenze scientifiche e prestando massima attenzione alle indicazioni regolatorie.” Quanti di questi bravi medici perlopiù sconosciuti lavorano, studiano, ricercano e non vengono ascoltati dal potere e dalle lobby sanitarie nazionali? Il nostro territorio ha la fortuna di avere medici come la Dott.ssa Paola Varese: si diano a questi professionisti di valore mezzi adeguati per lavorare al meglio.
Voto: 10

2) Agli attori “per passione” dell‘Associazione San Francesco che mettono in scena la “Divòta Cumédia” del Gelindo, ritornata ‘in presenza’ sul palcoscenico del Teatro San Francesco dei Frati Minori Cappuccini di Alessandria. La rappresentazione si fermò a dicembre 2020 causa pandemia Covid, ma grazie allo streaming e al canale di RadioGold TV la “businà” lo scorso Natale era comunque arrivata nelle case degli alessandrini.
Questo è il calendario: il primo dei sei spettacoli è andato in scena la sera di Natale e in replica la sera di Santo Stefano. Gelindo torna nel 2022 con nuovi spettacoli: mercoledì 5 gennaio 2022 alle 21, giovedì 6 gennaio alle 15, sabato 8 gennaio alle 21 e domenica 9 gennaio alle 15. Gelindo nella tradizione natalizia della sacra rappresentazione in dialetto alessandrino, tra serio e faceto, riscuote da ben 97 anni un enorme successo nelle serate che si susseguono da Natale a metà gennaio. Narra di come il pastore Gelindo e la sua famiglia assistono alla nascita di Gesù, in una zona imprecisa tra il Tanaro e Betlemme. Gelindo porta un agnello sulle spalle e suona la zampogna, è un uomo semplice, un po’ ruvido e un po’ testone, ma dal cuore d’oro, pronto ad aiutare i più deboli dalle prevaricazioni del prepotente di turno. I proventi delle rappresentazioni di Gelindo sono devoluti ai frati cappuccini per la mensa dei poveri e le opere missionarie. A Gelindo fu dedicato un ampio saggio “Gelindo ritorna” da parte dello studioso Roberto Leydi, con un importante intervento di Umberto Eco. In questa pagella vorrei ricordare il grande Domenico Arnoldi, commerciante, alessandrino doc con la sua erre moscia, che per la prima volta vestì i panni del pastore Gelindo, impersonandolo per più di cinquanta anni. Arnoldi mai avrebbe immaginato che lo spettacolo dialettale avrebbe continuato ad andare in scena, sempre con successo, sebbene siano rimasti in pochi a parlare il dialetto. A seguire vorrei ricordare l’architetto Luigi Visconti, colonna del Gelindo nella cui rappresentazione per molte edizioni ha ricoperto il ruolo di Maffeo, il vecchio zio di Gelindo, malandato dal carattere burbero e dalla schiena curva, che trova la forza di correre verso la capanna quando l’angelo gli annuncia la nascita del Bambino Gesù. Visconti è stato tra i protagonisti quasi dalla nascita dello spettacolo natalizio e fino al 2018, lo si ricorda anche per il suo impegno nell’Associazione San Francesco e nella mensa dei poveri. Vale la pena di andare a vedere questo spettacolo: è un arricchimento e divertimento e con il biglietto di ingresso si fa del bene. Gelindo si avvicina ai 100 anni: auguri di lunga vita!
Voto: 10

 

3) Alla speranza. L’anno 2021 si è chiuso con promesse e premesse favorevoli per la nostra città e il nostro territorio. Ora tocca al 2022 mantenere fede agli impegni: varianti Covid permettendo, che rendono ogni progetto più complicato da realizzare. Fra pochi mesi la città è chiamata a rinnovare l’amministrazione comunale. Chiunque si aggiudichi la poltrona di Palazzo Rosso sappia che la politica della decrescita “infelice” (il pensiero ambientalista gnostico) ha già fatto troppi danni al Paese, a differenza del resto d’Europa, e questo vale anche per la nostra città e territorio. Quindi sarà utile e necessario andare avanti e portare a termine ciò che è stato programmato, senza sprecare il denaro già destinato, e le risorse che dovrebbero arrivare dal Pnrr (vi ricordate il PISU?). Dal mio punto di vista di cittadina, traccio un bilancio al raggiungimento del completamento dei cinque anni trascorsi: all’amministrazione uscente sono toccati complessivamente quasi tre anni di gestione pandemica Covid, che ha posto freni evidenti, con conseguenze rilevanti sia economiche che nella gestione dei servizi da erogare. L’attuale amministrazione ha dovuto peraltro districarsi con bilanci ereditati dalla precedente amministrazione non proprio ‘a posto’ (lo disse la Corte dei Conti, non io) e gestire le necessità senza moneta in cassa e con il “fiato rovente” della Corte dei Conti sul collo. A questo proposto, per rinfrescare la memoria: “Palazzo Rosso e il risanamento dei conti: la storia infinita! [Le pagelle di GZL]”.
Nonostante ciò, l’amministrazione Cuttica ha lavorato molto, e in prospettiva, sviluppando progetti che, se portati a compimento, davvero possono far ‘cambiare passo’ ad Alessandria, e a tutto il territorio circostante.
Un esempio non banale, e molto simbolico: il palazzo comunale, che non è solo un palazzo del potere ma rappresenta la città ed è la casa di tutta la nostra comunità, nel 2017 si presentava scrostato e decadente, con il tetto da rifare: oggi è tornato ad essere dignitoso ed accogliente, e il sindaco Cuttica, da esperto d’arte qual è, ha puntato in maniera significativa anche sul restauro di affreschi e quadri di valore, che meritano adeguata valorizzazione.
Ma pensiamo anche al Rio Lovassina: dopo una vita di ‘tira e molla’ e di rimpalli di responsabilità questa amministrazione ci ha messo le mani davvero, ha recuperato ingenti risorse e stavolta sarà un lavoro risolutivo, o almeno lo speriamo. Nuovo ponte sulla Bormida: i soldi anche qui sono stati stanziati, quindi speriao che diventi una realtà in tempi brevi. Troppi anni e troppe promesse, a partire da governi, ministri venuti ospiti in città e Regione: questa amministrazione invece ha lavorato per ottenere davvero i fondi che serviranno per la realizzazione del nuovo ponte. Così per il nuovo Ospedale: sorgerà nell’area demaniale che è la piazza d’Armi degli Orti, dove attualmente ha sede l’avio superficie Bovone. Sarà vicino all’Ospedale pediatrico Cesare Arrigo, al presidio riabilitativo Borsalino, alla base dell’ Elisoccorso, al Polo formativo della Scuola Infermieristica e in vicinanza dell’Università e della facoltà di Medicina che si avvia tra non molto a laureare i primi medici. Lì vicino sorgerà anche il prossimo Campus universitario. Il nuovo ospedale potrà accogliere la sede dell’ Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico (IRCCS). La nuova amministrazione dovrà portare avanti l’impegno intrapreso sulla logistica, che porterà sviluppo economico. Ne abbiamo grande bisogno, Alessandria deve uscire dalle sabbie mobili che la stavano inghiottendo a partire dagli ultimi vent’anni. Questa è la speranza di una cittadina.
Voto: 10