I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina

 

Riccardo Aprile, libraio amato da tanti alessandrini, ci ha lasciati nei giorni scorsi. Per ricordarlo, ripubblichiamo questo bel pezzo di Tony Frisina, datato 7 luglio 2017.

 

In questa occasione, diversamente dalle volte precedenti, non parto da una cartolina per dilungarmi poi nei relativi commenti ed analisi; neppure parto dal libro di un’autorevole penna per proporne qualche pagina ai lettori.

Questa volta inizio da una chiacchierata intercorsa giorni fa tra il rivenditore di libri usati, che gestisce la bancarella presso i portici di Piazza Garibaldi (o Piazza Savona che dir si voglia), ed il sottoscritto.

Parlo di Riccardo Aprile, mio fornitore di tante riviste, di rari fumetti e di romanzi introvabili.

Ma ecco, in breve, i fatti.

Percorro per intero Piazza Garibaldi, attraverso la strada, imbocco i portici e… meraviglia delle meraviglie… la bancarella di Riccardo non c’è più!

Spa-ri-ta!!!

Al suo posto solo il vuoto, la desolazione.

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl

Girato l’angolo che immette a Corso Roma, però, ecco la bancarella, proprio al fondo dei portici.

Mi accorgo subito che è proprio quella del mio amico ed è amputata di diversi metri rispetto alla dimensione che aveva nella precedente ubicazione.

Con la curiosità che mi morde dolorosamente – relativamente a tutti questi inaspettati cambiamenti – chiedo lumi proprio all’amico titolare, a Riccardo.

Ho saputo così che era stato sfrattato dal luogo dove aveva lavorato per quasi quarant’anni e come ripiego, giusto per non dover restare disoccupato (lui e le tre figlie), aveva deciso di accontentarsi rifugiandosi in quel tratto di porticato che confina con via Carlo Caniggia. Ecco così la bancarella stretta tra la fine dei portici ed il dehor della Caffetteria Europa, proprio davanti all’ingresso della Farmacia Danovi.

Almeno quattro o cinque metri di banco in meno!… Prendere o lasciare!

Il gioco di parola mi fa venire subito in mente la trasmissione di Mike Bongiorno, la famosa gara di memoria di quando la Rai era agli inizi del suo cammino: Lascia o Raddoppia?

Qui però, cari alessandrini, il titolo della trasmissione dovrebbe essere Lascia o Riduce? Non si raddoppia affatto!!!

E Riccardo, obtorto collo, davanti ad una “scelta” di questo tipo non ha potuto far altro che accontentarsi del poco spazio che restava a sua disposizione. Ha ridotto!

Non c’è stata una sola persona con cui io abbia parlato di questo pasticciaccio, che non sia rimasta a bocca aperta per la sorpresa e che non si sia meravigliata del fatto accaduto. Meraviglia ancora più grande è stata lo scoprire (per ora soltanto voci di corridoio, s’intende!) che un esercente della zona abbia deciso (dopo avere sfrattato il povero libraio) di voler rifare la pavimentazione adiacente a tutte le vetrine del suo esercizio commerciale e quindi anche dove aveva sede la bancarella.

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl 1

 

A sentir raccontare questa eresia dapprima sono sbiancato. Subito dopo, sul mio viso, il rosso ha preso il posto del pallore. E non era certamente rosso di vergogna né tanto meno una colorazione politica. Era rosso di incazzatura, di rabbia, di sconforto!

Possibile che non si possa mai stare tranquilli in questa città? Come giri l’occhio qualcuno ne combina subito una. E mai una cosa bella!!!

Voci! Per ora sono solo voci! E mi auguro vivamente che chi deve vigilare vigili con occhi spalancati su questa assurdità che (forse) qualcuno tenta di portare a compimento.

Un pavimento (seppure di semplici piastrelle di cemento) di più di un secolo fa non si tocca!!!

Non si può toccare!!!

E non mi si venga a dire che nessuno possa farci nulla per il motivo che “trattasi di proprietà privata”!!!

Il Comune – da sempre – esige il plateatico da ogni commerciante che lì staziona per vendere le proprie mercanzie.

Il Comune e non il privato cittadino!!!

Quindi, se fosse cosa esatta che la proprietà dei portici sia di privati (e credo occorra verificare esattamente la normativa), è pur vero che nessuno dei proprietari debba e possa far alcunché senza l’assenso degli organi competenti e cioè del Comune di Alessandria e di certo anche della Sovrintendenza alle Belle Arti![1]

Spero vivamente di aver capito male (o di essere stato male informato!…)

Spero che in realtà si voglia fare una profonda ed accurata pulizia della pavimentazione. In questo caso la cosa non può far altro che farmi piacere e far piacere alla città, seppure devo ammettere che – se così fosse – la pavimentazione di tutto il perimetro dei portici di Corso Roma e di Piazza Garibaldi andrebbe pulita per bene, uniformemente, come corpo unico.

Così, pure, dovrebbe avvenire se qualche proprietario decidesse di dare una mano di colore; volendo procedere in quel senso lo deve fare in uniformità con i restanti fabbricati della piazza intera e non “a capocchia”, a “gusto personale”, come in tanti – troppi – in passato hanno fatto.

Mi auguro vivamente che in questo caso si voglia usare la testa (ed il cuore), perché, diversamente,  sarebbe il modo peggiore per dare il giusto avvio ad un’attività, nonostante tutta la buona volontà ed il denaro che vi si impieghi. [2]

Per terminare la mia filippica auspico un attento controllo da parte dell’Ufficio competente del Comune, per non dover poi piangere sul latte versato.

Voglio ricordare inoltre che quando i buoi sono scappati sia del tutto inutile chiudere la stalla!…

Per colpa di questa brutta nuova ho tralasciato di parlare di cose più interessanti e cioè della nostra bella e cara Alessandria di un secolo  fa.

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl 2

 

Per rimanere in sintonia con l’argomento trattato o, meglio, con i luoghi dell’argomento per cui ho già abusato di troppo spazio e della pazienza del lettore, propongo una cartolina dell’ultimo tratto di Corso Roma.  (Stampata a cura della Ditta Giovanni Bertolotti).

È una splendida visione dello sbocco su Piazza Garibaldi, piazza nata all’incirca trent’anni prima. La cartolina infatti, spedita nel 1912, è illustrata da una fotografia sicuramente più antica di qualche anno.

Come si può osservare il servizio tramviario ancora non ha iniziato a solcare la città con le sue rotaie. All’angolo di Corso Roma con la Piazza Garibaldi è ancora presente il vecchio fabbricato ove aveva sede il famoso e frequentatissimo Caffè – Ristorante Vittoria, (di cui si nota una interessante insegna angolare di latta smaltata), che la città ha visto scomparire intorno agli anni ‘60.

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl 3

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl 4

 

Con questo mi congedo, ricordando ai gentili lettori che occorra tenere gli occhi ben aperti, in quanto l’Avucat Truncon [3] ha lasciato degni eredi sparsi per ogni dove (spero non anche in questo tratto di Piazza Garibaldi).

A pezzo ormai ultimato sono riuscito a scoprire che il Comune di Alessandria ha fatto spostare solo temporaneamente la bancarella di Riccardo (giusto il tempo per permettere all’esercente dei locali di cui ho parlato sopra di poter occupare quel sedime con un cantiere relativo ai lavori di ristrutturazione dell’esercizio); aspettiamo quindi di veder tornare la bancarella dove è stata per tanti anni (sulla vecchia pavimentazione) e dove – auspico – rimarrà per tantissimo tempo ancora.

I portici di Corso Roma angolo Piazza Garibaldi, l’antica pavimentazione e la bancarella di Riccardo CorriereAl 5

L’appuntamento su questi lidi sarà di nuovo verso i primi di Settembre sperando, in quella data, di non doverci rammaricare per un ennesimo scempio irreparabile.
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[1] Le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte, della scienza, della tecnica, dell’industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose devono essere tutelate dalla Sovrintendenza.

[2] E qui – come in numerosissime altre occasioni prettamente alessandrine – calza a pennello la colorita espressione del mitico Fantozzi a proposito del film La corazzata Kotiomkin di tale Serghei M. Einstein (Il secondo tragico Fantozzi).

[3] L’avucat Truncon, cul ch’l’à sfacc la cà pèr vendi i mon. (L’avvocato Truncon (italianizzato in “Tronconi”), quello che ha disfatto la casa per vendere i mattoni).