Coldiretti, premio regionale Oscar Green 2020 a Luca Ravera dell’azienda “La Spira” di Tagliolo Monferrato

Menzione speciale per la “Categoria Sostenibilità” a Luca Ravera, 28 anni, titolare dell’azienda “La Spira”, a Tagliolo Monferrato, zona di Ovada, che ieri sera ha ricevuto il premio durante la cerimonia di consegna degli “Oscar Green” regionali, il concorso che premia le aziende che si distinguono sul territorio per innovazione e competitività.

Coldiretti Alessandria ha partecipato all’iniziativa che si è svolta, nel rispetto delle regole anti Covid, al Circolo dei Lettori di Torino, con una rappresentanza del Comitato Provinciale Giovani Impresa: un momento molto importante di crescita e di confronto in attesa dell’evento nazionale.

Situata sulle colline di Tagliolo, l’azienda nasce tra i vigneti tipici dell’Ovadese. Luca però prende un’altra strada, quella di allevare lumache. La sua storia è quella di un giovane che ha scelto la campagna per avviare il suo progetto di vita seguendo il suggerimento di papà Roberto che nel 2014, chiusa la storica ferramenta “Peloso” di Ovada, ha avuto l’idea di creare “La Spira”. L’entusiasmo della famiglia ha fatto il resto.

“Le lumache qui nascono, crescono e si vendono: vive, per chi le cucina con dimestichezza, o in barattolo, sotto forma di sughi e piatti pronti, un “fast food” per palati raffinati – racconta Luca senza nascondere un po’ di emozione -. Siamo partiti con 25 mila fattrici acquistate all’Istituto internazionale di elicicoltura di Cherasco, che dà la sua garanzia di qualità, adesso il numero è oltre 400 mila, su un potenziale di 600 mila e molto spazio per crescere”.

L’allevamento è diviso in due: una parte destinata alla riproduzione, dove gli animali nascono tra le foglie di radicchio, e un’altra per l’ingrasso, in cui vengono nutriti con cavolo, bietola e girasole, “tutte coltivate da noi, il ciclo è biologico”, aggiunge.

Nessuno stress, per le lumache, neppure quando le si sposta da un recinto all’altro: sull’insalata, di notte, si appoggiano fogli di carta su cui loro, ghiotte di cellulosa, strisciano. Così il trasloco avviene senza traumi. La razza è la Helix Asperia, detta “vignaiola”, che ben si accompagna con il panorama locale.

“La fatica è tanta – racconta – si lotta con il meteo, uccelli e parassiti, a volte ti chiedi chi te l’ha fatto fare. Ma la passione è immensa, ormai il mio mondo lo posso definire  a forma di chiocciola!”

Per tuffarcisi ha messo da parte gli studi di Ingegneria meccanica al Politecnico di Torino.

L’obiettivo? “Far scoprire la bontà delle lumache, soprattutto ai miei coetanei” continua Luca.

Ma “La Spira” non è solo allevamento per “chiocciole da gastronomia”, il metodo che viene adottato le rende perfette per l’estrazione di una delle materie più pregiate e ricercate in cosmetica e non solo: la bava. E grazie a questa eccezionale secrezione è nata la linea S’AGAPO’.

“In un anno così drammatico questo premio assume un’importanza ancora più rilevante, le aziende sono la testimonianza importante della valorizzazione del territorio portata avanti quotidianamente e con la straordinaria voglia di trovare sempre nuove forme di innovazione – ha aggiunto, a fine serata, Mauro Bianco Presidente Coldiretti Alessandria –. In un contesto economico come quello attuale è fondamentale avere dei sogni, ma un sogno da solo non basta, con l’Oscar Green viene premiata la capacità di trasformarlo in un progetto concreto e vincente. E’ il segnale, forte e chiaro che si è creata una continuità, un ricambio generazionale nella conduzione delle nostre aziende agricole.”

“I giovani di Coldiretti incarnano le potenzialità e la forza di un territorio dal tessuto produttivo ricco e capillare e Oscar Green rappresenta la forza giovane del Paese, quell’Italia determinata e innovativa che non si spaventa dei cambiamenti – ha aggiunto il Direttore provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo –. Un Oscar che premia l’impresa agricola di successo per offrire all’azienda una concreta occasione di crescita, interpretando quanto c’è di bello e buono da raccontare. Anche in tempo di Covid”.