Rischia la chiusura l’Isola Ritrovata, luogo di musica e scrittura ad alta voce

di Claudio Braggio
La notizia è di quelle che non si vorrebbero mai dare, ma questo è un segno dei tempi grami che stanno sul nostro futuro e forse i problemi non sono da ricercare unicamente nella pandemia.

Il circolo culturale e musicale L’Isola Ritrovata, luogo di musica d’autore e di scrittura ad alta voce, è in profonda crisi e si prospetta una chiusura, imminente.

Un vero disastro, perché in Alessandria negli ultimi vent’anni non vi sono state molte iniziative culturali di qualità, capaci di unire divertimento e arricchimento immateriale, proposte in modo in modo costante, continuativo, con autentica partecipazione da parte di un pubblico che sapeva trasmettere preziosa empatia a quanti stavano sul palco, in questo caso sul piccolo palco dell’Isola.

Un merito da ascrivere interamente a Mariuccia Nespolo ed Ezio Poli, che assieme a Carla Nespolo hanno avuto una intuizione felice, anzi felicissima, che ha saputo davvero essere approdo per quanti, Alessandrini e no, avvertivano (ed ancora sentono la necessità) un forte desiderio di nutrire anche lo spirito.

Sono stati soprattutto musicisti ad esibirsi almeno ogni sabato sera, cantautori in maggior parte, fra cui moltissimi professionisti affermati che talvolta passavano dai locali via Santa Maria di Castello per improvvisare un “dopoconcerto” non appena scesi da un palcoscenico più ampio solo per dimensioni, in qualche città dei dintorni.

Ah, per il “popolo di musicisti” i dintorni lambivano Torino, Milano e Genova, quest’ultima non soltanto perché terra di cantautori, ma anche per il forte legame con il “Club Tenco” (vincitori e partecipanti all’omonimo festival hanno avuto date all’Isola).

Dal 2011 si è inserita una piccola innovazione, che ha avuto successo al punto da essere scopiazzata da molti, talvolta malamente: una mia idea fortunata quella del microfestival di scrittura ad alta voce “Vi Piace?”, di cui ho condotto ogni serata sino al 2019 avendo al mio fianco partner di palco diversi, dapprima con frequenza mensile o addirittura quindicinale, e dal 2014 con appuntamenti un poco più distanti fra loro nel tempo.

Se vogliamo declinare in numeri, nel complesso sono state circa un centinaio le serate di “Scrittura ad alta voce”, con esordienti e autori pubblicati che leggevano poesie oppure racconti o addirittura brani da saggi o romanzi, che nel totale sono stati oltre duecento (in talune serate vi sono stati più autori, come pure alcuni autori si sono presentati più volte sul palcoscenico).

Non si è mai vinto nulla di prezioso dal punto di vista economico, perché lo spirito autentico dell’idea era quella di condividere i propri scritti e di porli al giudizio immediato del pubblico, in genere attento e molto partecipe (sì, al vincitore di serata veniva effettivamente data una bottiglia di vino come simbolo di vittoria, ma immediatamente scattava l’obbligo di stapparla e riempire i bicchieri degli astanti).

Non soltanto questo, perché tutte le forme d’arte erano di casa all’Isola Ritrovata, tant’è sono state organizzate diverse mostre pittoriche (tra cui quelle del mio personaggio, il “gattino Poldo”), di fumetto, di manifesti come “L’Isola gialla”, raccolta organizzata con Stefano Giraldi nel 2018, costituita da interpretazioni di autori e personaggi della letteratura gialla molto noti che ha avuto seguito nella Cittadella di Alessandria durante AleComics e quindi in varie città della Toscana.

Vi sono state anche rappresentazioni teatrali e serate a tema, come quelle dedicate alla Sicilia, insomma, un proliferare intenso e costante di buone idee, forse piccole, ma di certo in grado di creare legami di appartenenza nel nome della cultura e dello spettacolo.

Per questo sui social si stanno moltiplicando sia le manifestazioni di affetto, le dichiarazioni di incredulità su quanto appare forse inevitabile, le offerte di sostegno e le proposte di organizzare concerti in streaming ed altro al fine di offrire non soltanto speranza, ma chiaro segno della necessità che l’Isola Ritrovata sopravviva.

Ho avanzato proposte concrete per non perderne la memoria, almeno, chiedendo a quanti hanno partecipato alle iniziative di inviare  un breve filmato come testimonianza di affetto, e magari di inviare anche inviamo un paio di pagine di storie, emozioni, considerazioni per creare un libro (tutto questo per raccogliere fondi).