10 agli studenti del Plana: e 7 anche a Cesare Miraglia! [Le pagelle di Gzl]

planadi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) Agli studenti del Liceo Plana contrari al cambio del nome dello storico liceo. Ammiro il loro comportamento, una piccola e coraggiosa “scialuppa” di salvataggio all’insegna dell’ orgoglio di appartenenza, contro una “portaerei” che a quanto pare avanza. La “portaerei” ha chiesto l’ok della famiglia di quello che è considerato l’alessandrino più famoso al mondo, e ha ottenuto ‘autorizzazione di proseguire la navigazione. Per la “scialuppa” è molto dura e in sintesi si leggono su La Stampa le loro motivazioni: “il Plana da 150 anni è simbolo della nostra identità e senso di appartenenza, non è disistima di uno scrittore da centinaia di migliaia di copie, ma è il sincero attaccamento al nome di Giovanni Plana. E’ il Plana che ha formato Eco e non viceversa”. La Stampa ha aperto il dibattito sulle pagine del giornale e chiede di partecipare al sondaggio e dire cosa ne pensiamo: “Liceo Umberto Eco, sì o no?”. Io ho votato no, e se Umberto Eco potesse far sentire la Eco Umbertosua voce su questa vicenda che divide studenti, ex studenti e forse professori, sono convinta che direbbe: “ma piantatela lì, anch’io sono affezionato al nome Plana”. Come sempre dico la mia. e in questo caso per quel che vale, visto che non ho mai varcato il portone del liceo Plana: ci si lamenta che in questa città si sono ‘cancellati’ palazzi, monumenti, parte di storia urbanistica e chissà cosa altro ancora, ma a quanto pare la lezione non la impariamo mai. Umberto Eco è un monumento, non sarà dimenticato e nessuno cancellerà il suo luogo di nascita, i vecchi compagni del Plana, gli amici intimi che vogliono ricordarlo possono istituire una borsa di studio a perenne memoria che sarà utile per gli studenti che non sono “figli di papà”, perchè possano proseguire negli studi in questo storico e prestigioso istituto. Oppure si realizzi una statua da posare all’interno del Plana.
Voto: 10

 
Miraglia: “Mi candido sindaco, per riportare in città lavoro e sicurezza. Con me tanti giovani, e l’Alessandria che crede nel futuro”. Possibili alleanze all'orizzonte? CorriereAl2) A Cesare Miraglia. E’ un buon voto che gli devo dopo tanti commenti non certo gentili rigorosamente firmati, e da me espressi durante questa consiliatura comunale, ogni qualvolta usciva una sua intervista denunciando situazioni ritenute da lui inaccettabili generate dall’amministrazione Rossa. Puntualmente nei miei commenti chiedevo perché, dato il dissenso, continuasse ad appoggiare tale maggioranza e non ritirasse la sua squadra per fermare o rendere difficile il proseguo dell’amministrazione, un atto che forse avrebbe potuto fare il bene della città. La risposta era sempre la stessa: il rispetto degli elettori che lo avevano votato, in aggiunta come scelta politica di quella parte. Andando a memoria già a partire da dicembre 2014 Cesare Miraglia criticava scelte che non approvava sfumatamente si capiva che nonostante avesse votato la dichiarazione di dissesto col senno di poi l’avrebbe evitata. Nei giorni scorsi da una sua intervista sul quotidiano La Stampa ho preso atto che non era ascoltato nonostante i numeri, quindi un buon peso che il suo partito o movimento offriva alla maggioranza: lui consigliere, un assessore, un vicepresidente del consiglio comunale e un terzo presidente di qualche commissione. Si legge che da tre anni non riusciva più a condividere certe scelte. A luglio 2016, da solo, ha lasciato i Moderati che sono rimasti in tre con i loro importanti incarichi. Chissà se nel 2014, quando lo stuzzicavo perché ritirasse la sua squadra “in toto”, che sarebbe accaduto se l’avesse fatto! Tornando a bomba: il buon voto odierno lo meria perché alla fine, anche se tardi, se ne è uscito con dignità, non volendo abbassare la testa o continuare ad essere un “portatore di acqua utile solo a quel mulino”, pur di stare in groppa al potere del momento. Miraglia si prepara ad affrontare l’imminente campagna elettorale con una nuova squadra, e la domanda che mi pongo è: in caso vincesse Rita Rossa riporterà “acqua a quel mulino” o rimarrà fuori, all’opposizione?
Voto: 7

 
3) Sabato scorso è stata celebrata la XXV “Giornata Mondiale del Malato”. Il Servizio Sanitario Nazionale è ancora sostenibile, e come? Il sistema salute al centro di un dibattito alessandrino CorriereAl 1Mi sono chiesta quale sia tale necessità, vista quanta strada devono ancora fare prevenzione, cura, riabilitazione se la politica e i burocrati con tagli e lunghe liste di attesa obbligano il malato a ricorrere sempre più spesso a servizi di cure private, o addirittura a stipulare costose polizze per chi se lo può permettere, fino ad arrivare ad indebitarsi per curarsi. Da dati attendibili si legge che gli italiani ogni anno pagano mediamente 570 euro a testa per visite private, allo scopo di ottenere diagnosi e cure immediate. Ma non tutti sanno che esiste una Legge “dimenticata” (che dovrebbe garantire ai pazienti di “saltare” le code infinite in tempi di attesa), di cui ASL e Ospedali non danno comunicazione agli ammalati. Il D.L. n.124 del 29/04/1998 stabilisce il diritto del cittadino ad avere una visita medica specialistica o un esame diagnostico in tempi certi. Nell’accordo tra Stato e Regioni dell’11/07/2002 (repertorio atti n.1488) sono stabiliti i tempi: 30 giorni per visite specialistiche e 60 giorni per esami diagnostici. E a mio avviso è già un’attesa troppo lunga. Cosa prevedono la Legge e l’accordo? Qualora i tempi di attesa siano superiori da quanto stabilito, il malato può pretendere che la medesima prestazione sia fornita dal medico privatamente, in intramoenia, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket già pagato. La prestazione sanitaria può essere effettuata anche nel privato, con diritto al rimborso dell’azienda sanitaria. Questa interessante notizia l’ho appresa dal mensile dei diritti, dei consumi, delle scelte: “TEST-Salvagente” di gennaio 2017.
Voto: 2