“Noi, nati col casco da football….e in corsa alla StrAlessandria!”

Moro maglia StrAlessadria 1 Ha una simpatia contagiosa, Valerio Moro, e l’entusiasmo di un ragazzo (“anche se ormai sono 55”, sorride riferendosi agli anni, ndr). Ci sarà anche lui, all’attesa StrAlessandria di venerdì, promotore insieme ad alcuni amici di uno dei gruppi non solo più numerosi (“al momento siamo 116, ma qualcuno di certo si aggiungerà all’ultima ora”), ma anche più ‘prestanti’: già, perché il nucleo portante di quelli ‘nati col casco da football’ è appunto costituiti da ‘Marcantoni’ come Valerio: 1,90 o giù di lì, per un centinaio di chili di muscoli e tonicità (“sì, una volta magari…”) che certamente, alla corsa cittadina di Alessandria, non passeranno inosservati. Seduti al dehor di un bar del centro, constatiamo con mano che Valerio Moro, in città, conosce proprio tutti: chi si ferma per salutarlo, chi per chiedergli un consiglio, chi per scherzare. “Succede anche quando vado in vacanza lontano da qui: in aeroporto come in villaggi turistici all’estero: qualche alessandrino da salutare lo incontro sempre”. Anche perché Valerio per 26 anni alla sua attività professionale principale nel settore delle auto, ha sempre affiancato l’hobby-lavoro di addetto alla sicurezza di locali notturni (discoteche, e non solo) di tutta la provincia, e anche del pavese, “per cui la ‘movida’ l’ho vissuta e conosciuta come pochi altri credo, in tutti i suoi aspetti positivi, e anche in quelli un po’ più problematici”.

Alla StrAlessandria però Moro ci arriva come ex giocatore di football Moro 6americano, “uno sport splendido, completo, per niente violento: quello è solo un luogo comune, lo pensa chi non lo conosce davvero”. Valerio fu tra le ‘colonne portanti’ (“difensore, ma dotato di notevole scatto, e quindi spesso utilizzato anche per incursioni offensive”), decenni or sono, della prima squadra di football americano alessandrino, i Cavalieri di San Giorgio, o meglio, in inglese, i Saint George Knights, team nato nel 1983,
e attivo fino a metà degli anni Novanta.

“Giocavamo sul campo dell’Asca, e naturalmente facevamo trasferte in tutta Italia. Personalmente ho giocato poi 7 anni a Novara, e 3 a Garbagnate, arrivando anche in nazionale”. Ad Alessandria dopo lo scioglimento dei Saint George Knights nacquero i Centurions, e oggi tocca agli Alessandria Bears tenere alto l’onore cittadino nel football americano. “Tra noi che amiamo questo sport Moro 5– sorride Valerio Moro – c’è un filo rosso di amicizia e solidarietà che non si è mai spezzato, e almeno una volta all’anno i Cavalieri di San Giorgio tornano a rincontrarsi almeno a cena. Ma certamente, quando con un amico quasi per scherzo abbiamo deciso di lanciare su Facebook l’idea di partecipare, come gruppo, alla StrAlessandria non ci aspettavamo tante adesioni, e tanto entusiasmo. Naturalmente molti di noi porteranno anche mogli, compagne e figli, quindi saremo davvero un gruppo che non si potrà non notare: anche per le nostre magliette realizzate appositamente, e che rimarranno ad ognuno di noi, in ricordo dell’evento”.

Cosa ne pensa Valerio Moro delle polemiche relative al passaggio dellaMoro 1 corsa sul ponte Meier, e conseguenti polemiche di questi giorni? “Mi auguro che chi ne ha l’autorità decida cosa fare con buonsenso, e nel rispetto delle regole: dipendesse da me, francamente, non autorizzerei il passaggio di migliaia di persone su un ponte non ancora collaudato, e conseguentemente, immagino, neppure assicurato”.

Però, attenzione, Moro è personaggio poliedrico, con almeno un’altra grande passione che potrebbe portarlo presto sotto i riflettori, ossia la cucina. “E’ vero – sorride -, avrei dovuto partecipare alle selezioni per l’edizione Moro 32016 di MasterChef Italia, ma ho rinunciato per problemi di salute, e di tempo. Lo considero però solo un appuntamento rimandato, spero all’anno prossimo”. L’arte dei fornelli Valerio Moro l’ha peraltro pienamente trasmessa ai figli: “entrambi si sono diplomati all’alberghiero, e per realizzare i loro sogni professionali non esitano a spostarsi per il mondo. Il primo vive da un anno in Australia, e passerà da Alessandria tra poco per salutarci: poi per almeno due anni si trasferirà con la compagna in Nuova Zelanda. Il secondo, a 22 anni, sta per trasferirsi a lavorare a Saint-Tropez, grazie ad un’opportunità che davvero non si può rifiutare. Soprattutto pensando a quel che ai ragazzi di vent’anni offre oggi Alessandria….”.

E. G.