“Siamo in pieno Truman Show“, mi ha detto sorridendo un’amica, a commento dell’annuncite trionfalistica che ha colpito Alessandria nei giorni scorsi. Riportandomi così alla memoria lo splendido film di ormai quasi vent’anni fa, che certamente vale la pena riguardare, anche per scoprirne l’estrema attualità. Ma rimaniamo sulla nostra piccola città, e sul vero e proprio Rinascimento che da qualche tempo pare caratterizzarla.
Il principale casus belli è il ‘fiume’ di denaro (25 milioni di euro dal Cipe, altri 9 milioni tramite Regione Piemonte) che è stato stanziato dal governo a beneficio della Cittadella, e che sta giustamente scatenando intrepidi entusiasmi, e un vero fiorire di proposte mirabolanti.
A parte la legittima prudenza (a Volpedo sono state promesse un anno fa dal Governo Renzi risorse per 9 milioni e mezzo di euro, e pare ancora non abbiano visto ‘il becco di un quattrino’: dalle parole ai fatti, e ai bonifici, ce ne corre) ben vengano naturalmente riflessioni, analisi, slanci e soprattutto progetti accompagnati da cifre, e confrofirmati da professionisti competenti. A dire il vero però a noi pare che le parole di maggior buon senso ad oggi le abbia pronunciate, anzi scritte, il consigliere comunale Maurizio Sciaudone, di cui peraltro tutto si può dire, tranne che la Cittadella non gli stia a cuore.
Sciaudone dice, in sostanza, ragazzi, calma e gesso: la Cittadella va innanzitutto messa rapidamente in sicurezza, perchè sta crollando. Quindi invece di giocare a chi la spara più grossa, fate presto, e tenete presente che qualsiasi progetto non può e non deve prescindere dalla natura del monumento, ossia del suo essere fortezza militare. No dunque ad impropri (e spesso ‘strampalati’) progetti ad uso civile, peraltro privi di qualsiasi analisi sia sui costi, che sul potenziale ‘ritorno’, non solo economico. Sì invece ad un recupero storicamente coerente della Cittadella, con la possibilità di farla davvero diventare peraltro un ‘unicum’ a livello europeo, e quindi luogo capace di attrarre un turismo non ‘di massa’ (la Cittadella non è Gardaland, e non può/deve diventarlo), ma invece fortemente specializzato. Il che, naturalmente, non vieta di ragionare anche in termini di parco e area verde fruibile 365 giorni l’anno dagli alessandrini.
Peraltro con Andrea Antonuccio siamo stati in Cittadella giovedì scorso, in un’occasione piacevole e amichevole di cui parla l’amico Dario Caruso nel suo Flessibile di oggi, e come sempre la Fortezza ci ha affascinati, ma anche indotti a riflessioni sulle condizioni non certo ottimali di manutenzione, diciamo così. Vogliamo davvero aspettare che succeda qualcosa di serio o irreparabile (le iniziative e manifestazioni al suo interno, non sempre a dire il vero in ‘armonia culturale’ con la Fortezza, ormai si sono moltiplicate), o ci diamo una mossa?
Dalla Cittadella al ponte Meier, sono due passi. E anche qui il Truman Show è citazione/evocazione per niente fuori luogo. Tra pochi giorni, dicono le cronache, l’enorme opera (in gestazione progettuale dal lontano 1997 del secolo scorso) sarà protagonista dell’ennesima apertura temporanea. Stavolta non per la sfilata dei maggiorenti nazionali e locali del Partitone, con codazzo di cronisti e fotografi, ma per la mitica StrAlessandria. Che vuol dire circa 6 mila persone al trotto, che passeranno su un ponte ancora privo degli opportuni e obbligatori collaudi di legge. Non serve, stavolta, essere necessariamente loro elettori per essere d’accordo con i 5 Stelle, che hanno presentato un esposto formale sul tema. Qualcuno ha risposto, e si assume tutte le responsabilità ‘extra legem’ del caso? E perchè mai, oltretutto? In nome della ragion di Stato, o di che altro? E’ sufficiente in questi giorni parlare con gli alessandrini, nei bar e al mercato, per capire che la perplessità sulla scelta è davvero diffusa, e per niente partitica. Si tratta solo di buon senso o, per dirla alla mandrogna, di ‘cunision’. Virtù che, accanto alle competenze tecnico professionali e alla sempre apprezzabile onestà, dovrebbe far parte del bagaglio di tutti gli amministratori pubblici, locali e non, almeno quanto la capacità di fare propaganda e generare entusiasmo.
Perchè non basta credersi o autoproclamarsi migliori di chi ci ha preceduto, magari al contempo accusando di malafede quei due o tre giornalisti che hanno ancora spalle e dignità sufficientemente ampie da permettersi di non cantare in coro pessimi, imbarazzanti ritornelli.
No. Per rilanciare davvero un capoluogo di provincia mai così malmesso, scoraggiato, decadente occorre altro, e di più. Ma ci torneremo, così come proveremo a dare presto un’occhiata vera, oltre agli slogan, allo stato di salute della Multiutility alessandrina: dove dal gas, ai rifiuti, ai trasporti, i punti interrogativi abbondano. Ma per ora che Trumam Show sia: buona visione a tutti.