Carini (Egea): “”Il teleriscaldamento è il futuro, ma non cannibalizzerà il gas”. Futura partnership con Amag?

CariniIl congedo è quasi una minaccia, sia pur cordiale: “la prossima volta che ci incontriamo la interrogo”: in gentile omaggio pasquale, una borsa di iuta ecologica (naturalmente con logo aziendale), e ben 5 pubblicazioni su bilanci e progetti del gruppo, e naturalmente sulle miracolose potenzialità di sua maestà, il teleriscaldamento. Non capita tutti i giorni di potersi fare spiegare ante e retro scena della rivoluzione (annunciata, per ora) più ‘in’ del momento direttamente dal suo promotore, ossia l’ingegner Pier Paolo Carini, amministratore delegato di Egea. Un’opportunità che abbiamo colto al volo, anche per alzare un po’ ‘il tiro’, provando ad uscire dal nostro orizzonte locale e cittadino, e a capire cosa succede altrove, sul fronte del mercato dell’innovazione energetica.

Perché Egea, giusto chiarirlo per chi non così esperto del settore, non è solo il ‘soggetto proponente’ del progetto di teleriscaldamento per i condomini di Alessandria che tiene banco da mesi in città, in un dibattito estenuante tra fieri sostenitori e detrattori ad oltranza: Egea è soprattutto una delle multiutility più solide del nord ovest (“viaggiamo verso il miliardo di euro di fatturato”), magari meno ‘celebrata’ delle grandi Iren o A2A, ma con forti radici nel territorio del Piemonte più vero e profondo. Tutto partì da Alba, ancor oggi ‘cuore pulsante’ del gruppo, nei lontani anni Cinquanta del secolo scorso: “Mio padre, Emanuele Carini – sottolinea l’ad di Egea – fu per decenni direttore di importanti municipalizzate pubbliche in Lombardia, e poi portò il concetto di multiutility in Piemonte”). Oggi Egea è una public company (“abbiamo fra i soci 124 comuni, e 54 fra industrie e realtà del mondo bancario e finanziario), il cui prossimo passo potrebbe essere la quotazione a Piazza Affari: già nei mesi scorsi il gruppo è entrato a far parte di un ‘panel’ di trenta aziende ammesse al percorso Elite di Borsa Italiana.

Ma la conversazione con l’ingegner Carini è fortemente focalizzata sul tema del teleriscaldamento, vero e proprio ‘cavallo di battaglia’ della multiutility albese, e sui suoi possibili sviluppi, alessandrini e non solo. Per cercare di capire, di fare chiarezza, di evitare luoghi comuni o ‘muro contro muro’, come un po’ rischia di accadere qui da noi.

 

Ingegner Carini, quanti sono gli impianti di teleriscaldamento che Egea haTeleriscaldamento centrale quartiere Cristo implementato finora, e dove?
Abbiamo già al nostro attivo 16 esperienze, tutte in Piemonte, tranne Cairo Montenotte, che è quasi al confine, diciamo così. Vicino ad Alessandria possiamo citare senz’altro Acqui Terme e Nizza Monferrato: realtà che credo tutti gli alessandrini conoscono.

E poi naturalmente c’è il progetto già realizzato al Cristo….
Esattamente, e lì l’azienda che lo gestisce, Alessandria Calore, è per il 50% nostra, e per il 50% del Gruppo Gavio. Siamo stati interpellati e coinvolti, ormai diversi anni fa, nell’ambito appunto del progetto Concerto AL Piano, per il nostro know-how nel settore. L’iniziativa del Cristo ha visto poi diversi step evolutivi, ma credo che oggi il risultato concreto sia sotto gli occhi di tutti, perfettamente misurabile: Alessandria Calore serve una cinquantina di condomini, ed è sufficiente interpellare le famiglie che usufruiscono del servizio per capire se ritengono l’esperienza positiva. Francamente io credo di sì….

Teleriscaldamento lavori quartiere CristoA suo avviso il teleriscaldamento è il futuro del riscaldamento domestico, destinato a soppiantare il gas, e le altre strade sin qui battute e utilizzate?
Assolutamente no, non credo che farà tabula rasa, e non è l’obiettivo di nessuno: è però un’importante opportunità in più, in molti casi apprezzata per qualità, efficacia, rispetto dell’ambiente. E risparmio: che, non nascondiamocelo, è sempre la prima leva quando vai a proporre nuove soluzioni sul mercato. C’è un dato certo, di sistema: il teleriscaldamento ha una diffusione, in Europa, che oscilla tra il 16 e il 18% del mercato, con punte anche molto maggiori nel Nord del continente. In Italia, e anche qui parlo solo di centro nord perché il sud per ragioni climatiche tutto sommato ne ha meno bisogno, siamo soltanto al 4% circa. Se ci aggiungiamo che il teleriscaldamento rientra oggi fra le linee guida energetiche di tutti i governi, compreso il nostro, mi pare comprensibile perché Egea, come del resto molti altri player del mondo dell’energia, sia così attenta e sensibile al tema.

Sia sincero: ad Alessandria state incontrando difficoltà particolari, o quando ci si propone in una realtà ‘vergine’ è sempre così?
Direi che un minimo di diffidenza e resistenza di fronte al nuovo è elemento fisiologico, ovunque. Sta a noi far ben comprendere lo spirito, gli intenti e i possibili benefici. Al comune di Alessandria peraltro, come avete già anche scritto, noi per ora abbiamo semplicemente presentato un progetto, nient’altro. Ora dovrà essere espletato un complesso iter procedurale, con una gara che potremmo vincere noi come altri. Anche se, ovviamente, speriamo di farcela.

 

Importante precisazione ingegnere: niente soldi pubblici, ma un investimento completamente privato. E’ così?
Assolutamente sì, e va ribadito con chiarezza. Il nostro modus operandi, se e dove vinciamo le gare, è esattamente questo: siamo noi a realizzare la centrale e ad implementare la rete delle tubature, con un nostro rischio d’impresa, naturalmente a fronte di una concessione che abbia una durata tale da consentirci di ‘rientrare’ dell’investimento fatto. Ad Alessandria, parliamo di un investimento complessivo che sfiorerebbe (il condizionale è assolutamente d’obbligo, in questa fase) i 100 milioni di euro, dei quali certamente almeno la metà potrebbero ‘ricadere’ sul territorio, in termini di lavoro e occupazione. Da quando si vince una gara e si ottiene il via libera, ci vogliono 4 o 5 anni per andare ‘a regime’, quindi ovvio che si generi notevole indotto.

Le strade le ‘rompete’, e poi le risistemate?
Assolutamente sì, con tutte le possibili migliorìe del caso.

Comune Alessandria 3Il progetto alessandrino riguarderà buona parte del comune, ma non le numerose frazioni. Perché?
Perché i costi e il conto economico del teleriscaldamento in Italia (nel nord Europa ad esempio è diverso), fanno sì che sia una modalità di distribuzione del calore che ha un senso per aree a netta prevalenza condominiale, con condomini di almeno 6/8 alloggi.

Cosa cambia, per l’utente finale? E quali benefici può avere?
I benefici sono di vario tipo. Il primo che ogni utente va a verificare in maniera immediata è ovviamente la bolletta, e il nostro obiettivo è fare in modo che, a parità di consumo, la stessa sia più leggera. Ma vanno considerati anche altri risparmi: sparisce la caldaia del condominio, con tutto ciò che essa comporta in termini di responsabilità, costi di gestione e manutenzione, costi di sostituzione periodica. Il teleriscaldamento porta con un tubo, e con le sue diverse diramazioni, direttamente il calore nei singoli appartamenti, con una notevole riduzione anche delle emissioni in atmosfera. E non è un modo di dire. Andate a Nizza o ad Acqui, o anche al Cristo nella zona interessata dal progetto già realizzato, e lo constaterete: l’aria è davvero più pulita.

Obiezione da utente, che già ci è stata sollevata: mi scaldo con il teleriscaldamento, ma devo tenere anche il gas per uso cucina. Insomma, le bollette diventano due.
Sì, ma fatta la somma il risparmio c’è comunque: garantito.
Passiamo ad un’analisi di impresa, invece, sempre legata al caso Alessandria. QuiAmag sede alessandria c’è una partecipata del comune (anzi, di un certo numero di comuni dell’alessandrino), Amag, che gestisce le reti del gas in città, tramite Alegas. I detrattori politici del progetto teleriscaldamento dicono: sarà un’inevitabile distruzione di valore pubblico, perché quelle reti perderanno valore, appunto.
Punto essenziale, chiariamolo. Non è così, e noi che siamo una multiutility a tutto campo lo abbiamo già ben constatato più volte altrove. Mi spiego: il valore delle reti del gas, e la loro remunerazione, non vengono determinate dalla quantità di metri cubi erogati, ma dalla loro estensione, in chilometri, e dal numero di contatori serviti. Che non cambierebbe, se non in maniera marginale: anche perché appunto il gas per uso cucina rimarrà comunque, anche dove arriverà il teleriscaldamento.

Se sarete voi a vincere la gara, Amag sarà comunque vostro partner, e in che forma?
Questo è davvero prematuro affermarlo, non mettiamo il carro davanti ai buoi. Certamente Amag è fornitrice di gas per la centrale del Cristo, e certamente la centrale del nuovo progetto, che dovrebbe essere collocata in un’area in fondo a via Don Bosco, non lontano dall’ex stabilimento Guala, sarà alimentata a gas. E con Amag esiste ad oggi un rapporto di confronto molto trasparente e costruttivo.

Egea sede centrale 1Proviamo a fare una riflessione più ampia allora, ingegner Carini. Amag negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di risanamento e consolidamento, con l’obiettivo di trasformarsi in vera multiutility, come lei certamente sa. E’ in corso l’integrazione dell’intera filiera dei rifiuti, e in una recente intervista l’assessore Abonante ha confermato che, già a partire l’autunno, potrebbero esserci novità concrete in termini di ‘architettura societaria e istituzionale”, e che insomma un partner prima o poi arriverà. Potrebbe essere Egea quel partner?
(sorride, ndr) Le rispondo così: noi siamo un importante player del mercato piemontese e non solo, e certamente puntiamo a crescere ulteriormente, e a farlo nel nord ovest, per quanto ogni tanto ci arrivino proposte e sollecitazioni anche altrove. Nel nostro settore c’è davvero ancora tanto da fare, anche per le gare del gas che prima o poi arriveranno a compimento, ma non solo per quelle. E’ tutto il mondo dell’energia ad essere in movimento verso il futuro. E noi abbiamo una caratteristica che certamente  ci accomuna ad Amag: crediamo in maniera assoluta nel rapporto col territorio, nel rispetto della sua identità, e nel dialogo diretto con la clientela, che è sempre un valore positivo.

Ettore Grassano