“Il servizio nazionale di protezione civile non si deve esaurire mai, anzi. Oggi più che mai questo Paese ha necessità di stabilità e di ritorno ad una vita ordinaria. E soprattutto di non dimenticare, mai. L’Italia, a volte, dimostra di essere carente in questo. Ecco perchè una citta come Alessandria deve essere esempio in questo, facendo tesoro delle esperienze vissute nel novembre 1994″. A parlare è il Prefetto Franco Gabrielli, Capo della Protezione Civile, giunto ad Alessandria, venerdì mattina, per lo scoprimento della targa commemorativa del Ventennale dell’alluvione che colpì il capoluogo di provincia, cerimonia che si è tenuta alla Scuola Allievi ed Agenti di Polizia, in corso Acqui 402.
Un evento che era stato programmato il 5 novembre dell’anno scorso ma al quale il Prefetto, causa nuove emergenze di carattere alluvionale che stavano colpendo anche la vicina Liguria, non potè partecipare.
Presenti alla cerimonia vi erano anche Rita Rossa, sindaco di Alessandria, Romilda Tafuri, Prefetto, Mario Della Cioppa, Questore, e i rappresentanti delle delle Forze Armate cittadine e delle Associazioni d’Arma nonché della Protezione Civile.
“La Scuola di Polizia” ha sottolineato Rita Rossa “è stata uno degli epicentri da cui, nella drammaticità di quei giorni, si irradiò una significativa testimonianza di virtù, capace di manifestare agli alessandrini alluvionati l’aiuto fattivo, la vicinanza alle persone e la solidarietà operosa. Una testimonianza che vide proprio la Scuola ‘Cardile’ attivarsi per prima in forma strutturata per concretizzare, organizzare, presidiare con continuità forme di aiuto e di sostegno alla popolazione colpita”.
Dopo la cerimonia, Gabrielli è stato accompagnato in visita ai fiumi alessandrini, e ai loro ponti di oggi e, forse, di domani. Gli sono stati mostrati i lavori in corso per il ponte Meier, la cui inaugurazione è prevista per l’autunno. Ma è stato poi condotto anche sulle rive della Bormida, dove gli amministratori alessandrini, con in testa il sindaco Rita Rossa, hanno evidenziato come un secondo ponte sul fiume stia diventando ormai una necessità ineludibile. Ovviamente risorse permettendo.
Roberto Cavallero