Quattro passi nelle Langhe [Il gusto del territorio]

bergolodi Eleonora Scafaro

Questa settimana facciamo quattro passi fuori provincia, nelle Langhe cuneesi.

Partiamo da Bergolo, il paese di pietra, piccolo borgo che conta un’ottantina di abitanti.
E’ detto “il paese di pietra” per le sue meravigliose case in pietra, appunto, che si affacciano sulla Val Bormida e Valle Uzzone.
Il suo nome deriva dal termine brughiera e le prime notizie risalgono agli inizi del ‘900, quando era accorpato a Cortemilia.
Tappa obbligatoria sono la chiesa della Natività, la cappella romanica di San Sebastiano e i ruderi delle torri di avvistamento per una visita.
Chi ama le passeggiate immerse nella natura non può fare un trekking da Bergolo a Prunetto.

L’itinerario inizia dalla piazza di Bergolo, sale in direzione sud – ovest per uscireBERGOLO.11 dal paese e percorre la dorsale della collina fino a raggiungere il Bric Massimino.
Da qui, il percorso si fa pianeggiante e si immerge in un castagneto per raggiungere, poi, il piano della Croce.
Da piano si scende fino a ritrovarsi tra sentieri isolati e campi coltivati fino alla strada provinciale che arriva al castello dei marchesi del Carretto, accanto all’antica chiesa romanica di San Lorenzo.

Il trekking si conclude, infine, scendendo lungo la via del castello, raggiungendo la parte più antica del borgo in prossimità della chiesa parrocchiale.

Le colline di Bergolo sono disegnate da vitigni e di noccioleti: il dolcetto e la tonda e gentile delle Langhe sono i prodotti di eccellenza del territori.
Nonostante l’importante attività agricola, Bergolo, nel corso degli anni, fu protagonista di un forte spopolamento.
Nel 1970, poi, la svolta con un rilancio turistico basato sulla grande forza di volontà e l’amore per il borgo dei pochi abitanti rimasti.
L’arma vincente fu puntare sull’ambiente e sui prodotti d eccellenza del territorio attraverso eventi e manifestazioni che hanno fatto di Bergolo uno dei borghi più belli del Piemonte.

noccioleCortemilia deve invece la sua notorietà ed economia alla nocciola. Il borgo è soprannominato “la capitale della nocciola” e proprio qui si è sviluppata una intensa coltivazione, produzione e lavorazione di semilavorati per la grande industria. La produzione gastronomica, però, non si ferma alla nocciola.
Vere perle di questo territorio sono i formaggi Murazzano e Roccaverano, le tume e gli erboranti, i salumi come il lardo e i cotechini i tartufi bianchi e neri e il miele di Montezemolo.
Oltre al Dolcetto e la Barbera, si stanno facendo largo, inoltre, il Moscato d’Asti e il Brut Alta Langa.

Cortemilia deve il suo nome a Emilio Scauro, console romano che conquistò una parte delle Langhe sottraendole ai liguri e facendone la propria corte per il clima gradevole e, soprattutto, la posizione strategica tra il nord e il mare.
Immersa tra le colline, è famose per i suoi terrazzi di pietra tutelati dall’ecomuseo dei terrazzamenti e della vite.
I terrazzi, costruiti per sostenere gli appezzamenti di terra coltivabili, sono una delle piùcortemilia importanti attrazioni turistiche.

Da Monteoliveto, poi, cornice straordinaria della pieve romanica, è possibile avere un punto di osservazione privilegiato sulla capitale della nocciola.
Cortemilia conta circa 2.600 abitanti ed è il centro principale dell’Alta Langa.