La fotografia di Andrea Tomas Prato: immagini senza tempo

Prato 1di Debora Pessot

Grazie alla forza del web le sue foto sono state sono ammirate in diverse parti del mondo. Preferisce la pellicola che cura nei minimi particolari, fino allo sviluppo e alla stampa che realizza personalmente a casa sua. Ha 42 anni e vive con il suo gatto Malibù. Predilige soggetti in carne ed ossa, a cui si dice assolutamente grato: ‘Farsi fotografare è invasivo e spietato e il fatto che l’abbiano fatto con me mi fa essere orgoglioso, ma soprattutto riconoscente’. Eh si, la fotografia, per Andrea Tomas Prato, è una vera passione …

 

Innanzitutto chi è Andrea Tomas Prato e cosa fa nella vita ‘normale’.
Il termine ’normale’ non lo amo molto, anche perché non credo di esserlo; nella vita lavoro e pago un mutuo vitalizio, fotografo nel tempo libero per passione, lasciando fuori il discorso commerciale e, quando posso, viaggio, oltre a frequentare pochi amici che mi sopportano.

Com’è nata la tua passione per la fotografia (ti ha ispirato qualcuno o qualcosaPrato opera 1 in particolare …) e cosa significa per te?
La mia passione per la fotografia nasce nei primi mesi del 2011, dopo aver frequentato un corso tenuto dal Maestro Enrico Prada, cui devo riconoscere il merito di avermi fatto scoprire questa passione e di avermi insegnato a viverla con il giusto approccio, ovvero quello personale e quindi unico, assolutamente condizionato dall’umore del momento e da tutto ciò che in quel momento può influire sullo scatto.

Tra i più famosi, qual è il tuo fotografo preferito?
Il mio fotografo preferito in assoluto è Luigi Ghirri. Un uomo che ha vissuto la fotografia a 360 gradi, in maniera personale, unica, filosofica. E’ mancato giovane, chissà quanto avrebbe potuto dare ancora alla fotografia, ma allo stesso tempo ha lasciato un mondo di cui io di certo ho goduto e godo tuttora. Le sue lezioni le leggo e le rileggo ed ogni volta mi arricchisco immancabilmente di un tassello in più.

Prato opera 2Quali soggetti prediligi?
Prediligo di sicuro le persone. Sono ripetitivo, ma evidenzio l’unicità della persona, l’unicità del momento in cui lo si fotografa e l’unicità dell’interazione che ci lega. Amo il fatto che uno scatto tra fotografo e fotografato nasca al 50% e resti li, per tutti, ma soprattutto per noi che c’eravamo.
Raccontaci come nasce un tuo lavoro: come scegli il soggetto, la location, le luci, ecc …
Il mio non lavoro come nasce… fino a questo momento ho voluto, quasi categoricamente, fotografare in ‘non set’, utilizzando una sola fonte di luce che è quella naturale o creata e diffusa. Il set trovo che sia professionale e prestazionale. Il tutto si basa sulla conoscenza del soggetto che fotografo, e nel tentativo di viverlo e vederlo con i miei occhi. Scatto spesso a casa mia, 50 metri quadrati di appartamento …

Che importanza ha la luce nelle tue foto?Prato opera 4
Che importanza ha la luce punto, non aggiungo altro. Non ci sarebbero colori, sfumature e le foto sarebbero tutte nere. Per fortuna la luce c’è e va trovata e gestita.

Hai fatto qualche mostra o ne hai in programma?
Fino ad oggi ho fatto delle piccole mostre. Sinceramente andare a vedere mostre mi mette un po’ d’ansia ed ho sempre l’impressione di perdermi qualcosa e di non riservare la giusta attenzione alla singola foto. Stare al di qua forse è più semplice. Proprio in questi giorni amici mi hanno chiesto di esporre qualche mia foto ed ho accettato, a patto che le foto vengano stampate in maniera degna ed esposte nel dovuto modo. Troppe mostre, anche importanti, non curano quest’aspetto.

Un tuo lavoro a cui sei particolarmente affezionato?
Mah … difficile dirlo, anche perché io fotografo senza un filo logico. Il tumblr (piattaforma web di microblogging e social networking, ndr) nel quale posto le foto è una sorta di diario, ma anche un minestrone. Sono molto affezionato alle foto di viaggio, che sono troppo poche, e quelle fatte ultimamente a Lampedusa dove ero impiegato nel recupero dei clandestini. Sono per lo più foto che non ho usato.

Prato opera 3C’è qualcosa che ancora non hai fotografato e che ti piacerebbe immortalare?
Mamma mia … troppe sono veramente troppe. Principalmente i posti che non ho visto e neanche fotografato. Ti dico però una persona. Sparo alto: Claire Forlani, la protagonista del film “Vi presento Joe Black” ; me ne innamorai vedendo il film anni fa, mi colpirono le sue spalle, la linea delle braccia e le mani. A quel tempo non facevo molto caso a queste cose, oggi di più.

L’arte normalmente comunica qualcosa, tu cosa vuoi comunicare attraverso lePrato opera 5 tue foto?
L’arte comunica, e il bello è che ad ognuno di noi comunica quello l’occhio trasmette alla testa, nel caso delle arti visive. Quello che faccio nasce in maniera istintiva, come un gesto necessario, che voglio, e spero esserci anche io in qualche modo nelle mie foto, in maniera onesta.

Per ammirare i suoi lavori:

http://andreatomas.tumblr.com/

http://atpjustme.tumblr.com/