Gavi, il grande Bianco senza età [Il gusto del territorio]

Gavi (AL), consorzio del Gavi. WINE © Cristian Castelnuovodi Eleonora Scafaro

Era il 26 giugno del 1974 quando il Gavi ottenne la denominazione di origine controllata e in questi quarant’anni i viticoltori hanno lavorato e percorso strade comuni nel nome  del bianco piemontese per eccellenza.

La storia del Gavi ha, però, radici molto profonde.
Si ha notizie di questo vino sin dal 974, come testimonia un documento dell’epoca, oggi conservato all’archivio di Genova, che fa cenno della vendita di viti e castagneti a due cittadini di Gavi.
Il bianco cortese è il prodotto di una terra di confine, tra Liguria, Piemonte e Lombardia, dove le colline sono accarezzate dalla brezza marina e accolgono i profumi del Mediterraneo e quelli dei boschi.

Da vent’anni, ormai, il Gavi ha un Consorzio che lo tutela, anche attraverso percorsi di rivalutazione e qualificazione del territorio, e che unisce undici comuni tra produttori, vinificatori e imbottigliatori.

Il Consorzio del Gavi, negli ultimi dieci anni ha ottenuti risultati significativi: sono circa 12 milioni le bottiglie prodotte; 1480 ettari di terreno coltivato e il 70% della produzione è destinata all’export.

Numeri importanti per un vino che rappresenta una porzione di territorio ricco diGavi panorama prodotti, cultura e tradizione.
Il Gavi docg è un vino cortese in purezza che può essere frizzante, fermo, spumante. Riserva e riserva spumante metodo classico. Ha l’inconfondibile colore del grano e racchiude in sé  un caleidoscopio di aromi e profumi differenti: dal miele alla camomilla, dal profumo dei fiori bianchi delle nostre colline, a quello della frutta e alle note dolci e un po’ speziate della vaniglia.

Il grande Bianco, quindi, è conosciuto al livello nazionale grazie all’esperienza dei produttori e dei vinificatori che hanno investito su un vino che esprime le caratteristiche del territorio in cui viene prodotto.
Il lavoro di promozione del Gavi (e del nostro territorio), poi,  vanta, oltre agli eventi noti come “Di Gavi in Gavi” e “Alla corte del Gavi”, anche il neonato  “Storie del Gavi, il grande bianco piemontese”, un progetto di comunicazione che si propone di accompagnare gli amanti del vino, esperti e appassionati, in un percorso polisensoriale dove la conoscenza de Gavi passa attraverso la storia culturale, enogastronomica e vitivinicola del nostro territorio.

La promozione del territorio, quindi, non è una questione meramente turistica; il Piemonte è prodotto gastronomico, è tradizione, storia, agricoltura e vino. La valorizzazione del nostro bianco cortese, poi, è frutto del duro lavoro di produttori e vinificatori che spesso si scontra con campanilismi e interessi personali che sono deleteri e rovinosi per il territorio.

Bene i workshop, le conferenza stampa e i corsi, ma se ci si allontana dall’obiettivo comune – la valorizzazione del territorio – allora, forse, sono un inutile supporto pubblicitario.
Esportiamo la nostra tradizione e la nostra storia per far conoscere l’area di produzione del nostro bianco e diffondere la cultura sulla produzione enologica e gastronomica.

Fare rete, quindi. Unirsi e abbandonare i personalismi  nel nome di un obiettivo comune, il territorio.
La promozione e la valorizzazione del Piemonte, soprattutto a pochi mesi dall’Expo 2015, è fondamentale.
Non lasciamoci sfuggire questa occasione.