Monferrato Patrimonio dell’Umanità: ora comincia la vera sfida! [Il gusto del territorio]

Unesco Langhedi Eleonora Scafaro

Ce l’abbiamo fatta. Langhe, Roero e Monferrato, dal 21 di giugno, sono ufficialmente patrimonio dell’Unesco.

Oltre 76.000 ettari che comprendono 100 territori comunali, 2 mila aziende vitivinicole e 10 mila ettari di vigneti.

I siti patrimonio dell’umanità sono la langa del Barolo, le colline del Barbaresco, il castello di Grinzane Cavour, Canelli e l’Asti spumante, il Barbera, Nizza Monferrato e il Monferrato degli Infernot.

È stato un processo lungo, per il nostro territorio.
Tutto ha inizio nel 2003, a Canelli, quando la cittadina propose la candidature per la valorizzazione delle cattedrali sotterranee del vino, raccogliendo, poi, anche l’adesione del Monferrato.
Dopo un iter di 11 anni il territorio vitivinicolo delle Langhe, Roero e Monferrato è diventato patrimonio mondiale dell’umanità, riconoscimento unico in Italia per questa sessione di nomine.
Questo riconoscimento – che arriva proprio con l’Expo 2015 alle porte -, è un’opportunità preziosissima e importantissima per il territorio piemontese, ma anche una grande sfida.

Adesso inizia la sfida, quella vera, di valorizzazione dell’intera area.Unesco Doha
Il via libera, infatti, deve rispettare vincoli paesaggistici ben precisi.
L’approvazione a patrimonio dell’Unesco, impone una serie di doveri e condizioni molto rigidi di tutela del paesaggio.
Il nostro territorio deve mettere in campo azioni di tutela contro in rischi di degrado.

Il caso Laghe, Roero e Monferrato è abbastanza anomalo. L’area patrimonio dell’Unesco, infatti, è molto ampia e si affaccia su acquese, casalese e, poi langhe e Monferrato.
Questo territorio ha colline stupende, ma anche scempi che nulla c’entrano con il resto del paesaggio.
È stata già chiesta a tutti i comuni una revisione di tutti gli insediamenti produttivi.

Laddove, però, sono stati approvati regolamenti per intervenire sugli insediamenti produttivi – che non si possono demolire-  con opere di mitigazione ambientale, nasce la diatriba su chi paga la ristrutturazione.
Nelle aree in cui, invece, non ci sono ancora insediamenti di questo tipo, l’intervento di programmazione urbanistica sarà in linea con i vincoli imposti dall’Unesco.

La logica di gestione del territorio, però, si scontra con gli interessi di incasso degli oneri di urbanizzazione.
Nella parte finale del protocollo di attribuzione del titolo di territorio patrimonio dell’Unesco, ci sono una serie di raccomandazioni alle pubbliche amministrazioni delle Langhe, Roero e Monferrato.

I vincoli imposti nel protocollo presuppongono una interazione ed un dialogo tra i comuni che devono, a loro volta, imporre regole sugli interventi di urbanizzazione nuovi o già esistenti limitando al massimo l’impatto ambientale e visivo.
La speranza è che si guardi un po’ meno al portafogli e un po’ di più al territorio rinunciando, magari, agli oneri urbanistici per dedicarsi maggiormente alla tutela del paesaggio.

Occorre, poi, stare molto attenti. Gli ispettori Unesco, infatti, sono molto severi sul rispetto delle norme imposte per la tutela del paesaggio. Se non c’è sintonia e collaborazione tra le varie pubbliche amministrazioni e non si definisce una linea di azione comune, il titolo di “patrimonio Unesco” può essere tolto.

D’altronde, il riconoscimento, se sfruttato in maniera corretta, soprattutto in questa fase, lanciando sul mercato internazionale i prodotti del territorio patrimonio dell’Unesco, potrebbe avere risvolti economici e turisti molto vantaggiosi.