Il rock senza barriere degli Abanero

Abanero 1di Debora Pessot

Sono tutti giovani (età media sotto i trenta), cantano rigorosamente pezzi scritti da loro in vero stile rock (italiano), un loro demo tape, Dipendenze ,  è stato cliccatissimo sul web anche grazie al passaparola dei loro fans, la cosiddetta ‘marmaglia’. Di chi stiamo parlando? Degli emergenti e promettenti alessandrini Abanero: Alessandro Marella (voce), Fabio Toninello (chitarra solista), Francesco Apigliano (chitarra ritmica, entrato nella band circa un anno fa, sostituendo Stefano Torrente), Gianni Pilotto (batteria), Omar Matera (basso). Cerchiamo di conoscerli meglio facendoci aiutare dal loro cantante, Alessandro Marella.

Alessandro, come vi siete conosciuti e quando avete iniziato la vostra avventura musicale?
Noi eravamo principalmente amici, tutti di Spinetta Marengo e nella stessa compagnia. Fabio, Francesco e Omar già suonavano insieme, anche se poi avevano smesso. Due anni fa ricorreva il centenario dell’Alessandria calcio e, essendone un grande tifoso, ho chiesto a Fabio se mi aiutava a scrivere l’inno, più per gioco in realtà … così abbiamo composto ‘La storia è anche questa’. Quest’esperienza ci ha dato l’occasione di cimentarci nella musica, nonostante quel brano non fosse attinente al nostro genere, scoprendo che qualcosa insieme si poteva fare. Quindi abbiamo subito iniziato a scrivere pezzi nuovi senza dedicarci a cover, per dare spazio ai nostri pensieri e alle nostre idee, rifacendoci alla musica che più è nelle nostre corde.

Che genere di musica fate?
Il nostro genere è rock italiano. Come ti dicevo suoniamo solo pezzi nostri,Abanero 3 principalmente scritti da Fabio e da me. Abbiamo impostato le sonorità sul rock rivisitato, prendendo spunto da gruppi stranieri tipo i Red Hot Chili Peppers, anche se noi cerchiamo uno nostro stile personalizzato. Il nostro background culturale è legato a sonorità in stile anni Settanta/Ottanta, tra gli stranieri ti citerei i Rolling Stones, mentre per la musica italiana i Negrita, ma quelli di qualche anno fa perché hanno cambiato stile diverse volte.

Come mai avete scelto il nome Abanero?
Abbiamo avuto qualche difficoltà nel trovare il nostro nome. È stata la parte più difficile, forse – ammette sorridendo. Abanero, con l’acca davanti è un tipo di peperoncino che arriva dal sud America ….. noi lo abbiamo italianizzato togliendo la consonante davanti.

Abanero 2Fino ad oggi quanti pezzi avete scritto?
In totale ne abbiamo sedici. Per ‘Dipendenze’, uno dei nostri primi pezzi, è uscito anche un video. Per noi è stata un’esperienza importante, perché un conto è suonare dal vivo, mentre diverso è registrare un demo. Puoi avere un prodotto più o meno di qualità, dipende da quanto puoi spendere. Per noi è stato utile, anche per capire come registrare il nostro primo cd di inediti, che tra parentesi abbiamo iniziato a registrare da poco.

Quindi in questo periodo siete impegnati in sala d’incisione? Vi ha contattato qualche casa discografica?
Si. Stiamo registrando in uno studio che si chiama Raffinerie Musicali …. Ed è tutto auto prodotto e auto finanziato. Alcune case discografiche, in effetti, ci hanno contattato, ma stiamo valutando la cosa …

Concerti?
Concerti ne abbiamo già fatti tanti, sicuramente più di 20. Possiamo considerarlo un ottimo traguardo, perché le band inedite fanno fatica a trovare spazi dove suonare. Invece noi ci siamo fatti conoscere piano piano, anche grazie al seguito dei nostri amici/fans e del passa parola. Nel nostro primo anno, Andrea Demarte ci ha fatto un po’ da manager per trovare delle date

Per salire sul palco immagino incontrerai delle barriereAbanero 4 architettoniche?
Beh, quando si fanno i palchi l’ultimo dei pensieri è pensare ad un disabile. Le difficoltà spesso sono comprensibili, un conto è l’accesso ad un locale pubblico, un altro è un palco. Non sono molti i cantanti in carrozzina, che mi ricordi c’era Bertoli. Ma grazie alle forti braccia del chitarrista (mio migliore amico), questo problema viene superato alla grande, anzi quando ci sono i gradini da salire è anche più bello, perché vuol dire che sei su un palco vero. – afferma con un sorriso contagioso, e continua – L’anno scorso abbiamo vinto la prima fase un contest organizzato a livello mondiale. La nostra sede era Genova e vincendo questo step abbiamo avuto la possibilità di suonare a Firenze, in un live club, il Viper Theatre, un palco prestigioso. È stata davvero una bella emozione. Abbiamo iniziato a suonare molto presto, per cui all’inizio non c’era molta gente, ma poco a poco sono arrivate tante persone e siamo riusciti a catturare l’attenzione del pubblico, al punto che ci hanno addirittura chiesto i nostri riferimenti per contattarci. Un’altra data importante fuori Alessandria è stata Roma. Abbiamo suonato in occasione di un convegno sulla mia malattia, la SMA, in un momento molto delicato perché era il periodo clou delle polemiche sull’utilizzo delle cellule staminali. È stato molto emozionante e commovente, soprattutto per gli altri componenti della band che, abituati a me, non avevano mai visto tanti bambini con la SMA e in condizioni più gravi sicuramente. Per quell’evento abbiamo scritto una canzone ‘Lady’, dedicata ad una bimba che ora non c’è più.

La musica ti aiuta?
Beh no, in realtà la musica fa parte di me fin da bambino quando andavo al conservatorio, ma c’erano troppi scalini da salire – dice ridendo –  Forse, se avessi potuto, avrei suonato uno strumento, ma riesco comunque a dedicarmi alla mia passione. Ho sempre cantato in fondo, anche ai concerti in piazza, anzi ho iniziato facendo i concorsi che organizzava Paolo Paoli.

Torniamo al video di Dipendenze, cliccatissimo su youtube, quando e dove lo avete registrato?
Lo abbiamo fatto nel 2013. La regia del video è del creativo Albert Stray, una delle anime del Circolo Pantagruel di Casale Monferrato. Come ti dicevo, è stato autoprodotto, quindi fatto in economia. È stata una prova del nove di ciò che stavamo facendo. Una parte delle riprese sono state fatte a Canelli in una bellissima villa, mentre un’altra sul palco de Al Don di San Giuliano Nuovo. Risultano circa ventimila visualizzazioni, sempre grazie al passaparola di amici, ma poi in realtà la cosa si è espansa perché risultano visualizzazioni da tutta Italia.

Com’è stata questa esperienza?
Divertentissima, anzi non vediamo l’ora di fare il prossimo video. Al momento stiamo registrando una decina di canzoni che faranno parte del cd e presto dovremo decidere sia il titolo dell’album sia la canzone su cui faremo il prossimo video.

Abanero 5Saranno tutti pezzi rock?
L’impronta è simile a Dipendenze, un rock graffiante. Si, diciamo che ci saranno alcuni pezzi graffianti, ma anche qualche ballata.

Di cosa parlano i vostri testi?
Alla base dei nostri testi c’è un pensiero di libertà! La voglia di evadere principalmente, e di pensare sempre al meglio e in positivo! Sono temi legati alla ribellione in generale, temi che ci tengono distanti dalla realtà, al giudizio delle persone. Insomma vivere al di sopra dei giudizi e, soprattutto, dei pregiudizi. Nei testi delle nostre canzoni c’è un ampio spazio interpretativo. Lady, per esempio, è adattabile anche ad altri contesti. In Dipendenze si parla di tutte le dipendenze in generale, anche quelle ‘positive’ che però quando sono assidue diventano negative, ci puoi vedere ciò che ti riguarda di più.

Volete fare musica a livello professionale?
Bisogna vivere il sogno, il nostro sarebbe vivere di musica. Noi ci crediamo anche se siamo consapevoli che è un mondo davvero difficile. – poi ironicamente ammette – Abbiamo anche dedicato una canzone a questo argomento: ‘Anima al diavolo’ che si vende per avere successo, fama, donne … in realtà il testo è una presa in giro a noi stessi e ti dirò, speriamo che la presa in giro diventi realtà!

Ecco le date dei prossimi concerti:
7 marzo, dalle 22, al Tip Tap di Alessandria
22 marzo, dalle 22, Al Don di San Giuliano Nuovo.

Per maggiori informazioni e conoscere gli eventi degli Abanero: https://www.facebook.com/Abaneroband?ref=ts&fref=ts