I giorni della ricerca: un’occasione per riflettere su come farla

E’ di questi giorni l’iniziativa “I giorni della ricerca” promossa dall’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) per raccogliere fondi tramite vari canali tra cui i mezzi di informazione.

Poiché informare è un dovere ed essere informati è un diritto, ritengo sia un diritto di tutti essere informati  che AIRC destina una parte dei suoi fondi per la ricerca scientifica che fa uso di sperimentazione animale. Apprezzo la trasparenza di AIRC che lo rende noto anche sul suo sito web:  http://www.airc.it/ricerca-oncologica/sperimentazione/animale/

Gli istituti di ricerca e le associazioni come AIRC che ne fanno uso la chiamano “sperimentazione animale” perché il termine “vivisezione” ha un sinistro connotato: fa pensare all’uccisone dell’animale e poi al suo sezionamento e l’impatto emotivo sul pubblico sarebbe traumatico ma non vi è così tanta differenza tra vivisezionare un animale e sperimentare su di esso; con la “sperimentazione animale” l’animale non viene ucciso e sezionato ma, per esempio,  subisce scosse elettriche, privazioni, isolamenti totali, irradiazioni, somministrazioni di farmaci in dosi letali, prove di tossicità che portano a convulsioni e vomiti di sangue, induzione di malattie artificiali in forme devastanti. Tutto ciò non rientra nel termine “vivisezione” perché l’animale è vivo (finché resiste) e non sezionato quindi questa differenza di linguaggio fa sentire meno colpevoli i vivisettori ma io non colgo volutamente questa differenza.

Ognuno è libero di valutare l’uso del proprio denaro e del proprio  impegno nell’opera di volontariato ma spesso i donatori di denaro e i volontari delle associazioni non conoscono a fondo l’associazione per cui si spendono, soprattutto non sanno se finanzia la vivisezione/sperimentazione animale, un’informazione che può costituire una discriminante sulla scelta di donare o non donare. E’ un’informazione che spesso si trova sui siti web delle associazioni stesse e non richiede una particolare preparazione scientifica.

Non sono così arrogante da condannare la diffusa ignoranza su questo difficile e complicato problema, raramente affrontato dai mezzi di comunicazione, quasi come se fosse un tabù. Considero sempre la buona fede di chi si presta a fare beneficienza e ancor più di chi opera come volontario. Tuttavia invito a informarsi prima di donare affinché  la donazione sia fatta con consapevolezza.

Nonostante gran parte della ricerca sia portata avanti in altro modo, per esempio con tecnologie di scansione, tessuti umani, programmi informatici, microdosaggi, epidemiologia, dati clinici,  vi sono istituti e associazioni che nella loro ricerca difendono il modello animale come fosse l’ultimo baluardo, anche dopo i clamorosi disastri che ha provocato nella ricerca scientifica.

Per un approfondimento: http://www.novivisezione.org/campagne/ricerca_di_base.htm
http://www.ricercasenzaanimali.org/

Alcune aziende sostengono questa campagna dell’AIRC: credo sia opportuno conoscere anche i loro nomi, sempre in virtù di un’informazione completa e soprattutto libera http://bit.ly/1cCQsnC

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)