Tre anni dalla chiusura del Teatro comunale

Ferrari Francodi Franco Ferrari

Il 2 ottobre si compie il terzo anno di chiusura del nostro Teatro. Non lo ricordo per avere lo spunto dell’ennesimo intervento polemico, ma solo per esprimere una grande malinconia, un groppo alla gola.

In questi giorni l’amico Paolo Pasquale ha presentato il rinnovamento della sua sala, che ha l’aria di potersi chiamare teatro-cinema più che cinema-teatro. Paolo sa fare egregiamente il suo mestiere e inoltre rivela un coraggio imprenditoriale doppiamente ammirevole in tempi come gli attuali. Qualsiasi logica commerciale abbia, l’operazione si traduce in un vero “servizio” per la Città, ben battezzato dal concorso di chitarra.

Altri dichiara di voler recuperare, presso il glorioso Macallè, il circolo del cinema e chiamarlo “Adelio Ferrero”! Che annunci!

La memoria ritorna a quel giorno del 2010 in cui l’autorità sanitaria interruppe ed estromise dai palcoscenici del Comunale proprio la Chitarra e Ring. Da allora sono progressivamente aumentati i soggetti “alternativi”: gli spazi autogestiti, gli artisti del genius loci, i gruppi che a costo zero animano luoghi non istituzionali e rifunzionalizzano quelli istituzionali etc. È un tripudio di iniziativa privata.

La pubblica amministrazione cittadina ringrazia per questa autentica supplenza, e per le proprie strutture ammette la totale impotenza. Non stupirebbe se si dichiarasse alienabile l’edificio della Biblioteca Civica per poter asfaltare le strade. Gli alessandrini stanno dimenticando il “loro” vero teatro, se non fosse per quel volume cupo e ingombrante seminascosto dagli alberi. Il personale, senza stipendio e con una cassa integrazione non erogata, collabora alla bonifica che è ripartita, cura come può la struttura perché non somigli definitivamente alla Concordia, ma è giustamente al lumicino della resistenza.

È importante che gli alessandrini sappiano una cosa. La crisi è dappertutto, maTeatro Alessandria chiuso l’annichilimento e la castrazione di Alessandria sono un fenomeno con poche analogie nazionali. In Italia si va ancora a teatro, si attende il cartellone dei teatri civici come un importante momento “pubblico” della società locale. Nel nostro territorio Tortona e Casale alzano il sipario con puntualità, e naturalmente lo fanno anche i furboni di Valenza, che sono ancora dei soci del T.R.A. e da due anni si comportano come se non lo fossero senza che nessuno dica nulla.

Giorni fa in un giornale on-line l’ex capodigabinetto-direttoredellaristorazione-ragionierecapo Paolo Ansaldi ha dichiarato che la Giunta precedente aveva “messo in sicurezza” le partecipate; non sono riuscito ad incazzarmi; ho ripensato a come l’assessore Vandone e il consigliere Repetto misero in sicurezza il T.R.A e mi è venuto da piangere. Mi sono fatto pirsuaso (come dice Fazio a Montalbano) che non ce la possiamo fare. Mentre il PD nazionale stabilirà di fare il congresso l’8 dicembre sì, ma del 2014, il centro-destra alessandrino chiederà solennemente che venga tutelata l’agibilità politica di un leader come Piercarlo Fabbio.