Cia e Confragricoltura: “forte calo sul fronte cereali”

Campo di grano“La campagna di raccolta dei cereali autunno-vernini è terminata in quasi tutto il territorio e in alcune zone si contano i danni di un andamento produttivo in forte calo rispetto al 2012, a cui si aggiunge una decisa riduzione dei prezzi che va a penalizzare fortemente il reddito dei cerealicoltori”: questo è quanto affermano i presidenti provinciali di Cia, Carlo Ricagni, e Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, analizzando i primi dati forniti dai tecnici delle due organizzazioni.

“Le rese sono fortemente variabili – evidenzia Valentina Natali, tecnico della Cia – in base alle zone e all’agrotecnica adottata. La media produttiva del frumento tenero si aggira intorno ai 45-50 q.li per Ha, circa una decina di q.li in meno rispetto alla media di produzione registrata negli ultimi anni”.
“In generale – sottolinea Marco Visca, tecnico Confagricoltura – si sono riscontrati problemi di malattie fungine su tutto il territorio, in particolar modo di Septoria fogliare e ruggine. Chi è riuscito ad effettuare i trattamenti contro queste malattie avrà sicuramente una qualità della granella migliore degli altri”.

I tecnici di Cia e Confagricoltura proseguono la loro analisi: “Pur con rese ridotte il grano si presenta di buona qualità”.
La zona meno colpita dall’andamento climatico piovoso e freddo sembra essere stata quella della Fraschetta.
Nei terreni ghiaiosi gli agricoltori hanno avuto cali produttivi meno consistenti in quanto la falda del terreno è riuscita a drenare le eccessive piogge permettendo alle aziende di procedere più o meno tempestivamente con gli interventi di concimazione, diserbo e difesa.

Nei terreni fertili, potenzialmente più produttivi con tessitura meno grossolana, le rese sono state inferiori rispetto al previsto a causa dei ristagni idrici che non hanno permesso alle aziende di effettuare le operazioni colturali nei modi e tempi idonei.
“Il settore primario – concludono i presidenti di Confagricoltura e Cia – da sempre è soggetto alle variabili dettate dalle condizioni climatiche a cui, però, ultimamente si abbina il costante aumento dei costi di produzione (gasolio, concimi, antiparassitari, diserbi, ecc.), fatto che deve far riflettere il mondo agricolo e le nostre organizzazioni sugli strumenti adatti a garantire una più attenta gestione economica dell’impresa”.