Sos sanità? Arriva la balena bianca!

Ettoredi Ettore Grassano.

Davvero la sanità piemontese, e quindi anche alessandrina, è salva? L’intervista esclusiva con Ugo Cavallera è da leggere fino in fondo. E apre lo spazio ad ampi commenti, riflessioni e soprattutto domande. Eccone alcune.

Basteranno i trasferimenti di risorse da Roma, nelle loro diverse forme, a scongiurare il rischio di tagli a risorse e servizi/prestazioni ai cittadini?

Saranno pagati davvero, e in che tempi, i tanti fornitori (dalle cooperative alla sanità privata convenzionata) che rischiano letteralmente il collasso, pur essendo pilastri importanti del modello piemontese della sanità? Sono realtà che in alcuni casi vantano arretrati per un anno e altro di attività, e a cui le banche naturalmente hanno sostanzialmente “chiuso i rubinetti”.

E i cittadini/pazienti, a cominciare dalle fasce più deboli, e in difficoltà? Dalle case di riposo ai servizi sociali, fino ai “pannolloni” per chi ne ha necessità, tutto oggi sembra “al palo”. Ci sarà un rapido ritorno alla normalità, e in che tempi?

Poi, naturalmente, ci sono le questioni organizzative come le Federazioni, e i grandi progetti tipo il nuovo ospedale di Alessandria, rilanciato a livello di proposta/slogan dai primi cittadini di Alessandria e Tortona nei giorni scorsi. Questioni di non poco conto, e con implicazioni finanziarie di grande respiro.

Ugo Cavallera ha accettato di confrontarsi sui tanti temi sul tappeto, e la sua intervista è tutta da leggere. Certo, risponde da politico navigato, con prudenza e accortezza. Ma ribadisce una sua visione della sanità e dell’amministrazione pubblica, e la necessità di guardare anche agli investitori privati, per fare ripartire una nuova stagione di importanti opere pubbliche.

Un tema, questo degli investimenti (e quindi anche del nuovo ospedale, legato secondo l’analisi di Cavallera alla riorganizzazione del patrimonio immobiliare esistente), che sta già facendo litigare il consiglio regionale, e su cui certamente si discuterà a lungo.

Intanto, però, tocca ad un tandem di democristiani alessandrini di lungo corso (Cavallera e Balduzzi) il compito di “tenere dritta” la barra di navigazione della sanità nazionale e regionale durante la tempesta. Chi l’ha detto che siamo una periferia che non conta nulla?