Il calcio, che bella metafora….

Noi lo stiamo snobbando scioccamente, e sbagliamo: ma sapete, prima del dramma del terremoto (almeno spero solo prima), qual era il problema principale di milioni di nostri concittadini? Esatto, quello: l’ennesimo scandalo calcistico, che rischia di danneggiare “il campionato più bello del mondo”, e pure l’Italia prossima a giocarsi la fase finale degli Europei.

Però, attenzione. Anche qui l’atteggiamento del tifoso medio è parecchio cambiato.
Vi ricordate il primo calcio scommesse, quello del 1980?

Io perfettamente, anche se in bianco e nero: all’epoca ero un ragazzino che il calcio lo praticava e lo seguiva in tv (con il mitico Novantesimo Minuto di Paolo Valenti, e un tempo di una partita in replica tv alle 19 della domenica), e quelle manette negli spogliatoi degli stadi furono qualcosa che scosse davvero la coscienza del Paese.

Provate a chiedere ad alcuni vostri conoscenti, non tra i più giovani, se del 1980 ricordano più il calcio scommesse o la marcia dei quarantamila della Fiat, e avrete delle belle sorprese…

Il ricordo di Rossi o Giordano portati via in manette ha segnato più di una generazione!

Ebbene: allora il Paese pallonaro perse la verginità. Oggi è quasi infastidito dalle inchieste e dagli arresti, che rischiano di mettere in discussione magari qualche partita già programmata su Sky, piuttosto che il prossimo campionato, e riti annessi.

Che i calciatori si vendano le partite (così come che siano pagati sempre di più, alla faccia di tutti gli altri lavoratori “alla frutta”) è considerato normale. “Che bella scoperta” mi dicono amici che più di me seguono i campionati di oggi, “lo scoprono adesso che, dalla serie A alla C e anche più giù, le combines sono all’ordine del giorno?”. E mi parlano sempre con sospetto dello spareggio dei Grigi con il Prato a Modena, se la memoria non mi inganna. Anni Ottanta, credo.

Come fosse normale insomma: un pezzo di Paese malato uguale a tutto il resto del Paese malato. Di corruzione, di sporcizia, di truffa.

Io in questi giorni mi diverto soprattutto a leggere le firme note del giornalismo sportivo, che sul bla bla calcistico ci campano alla grande, cercare di trovare giustificazioni, e di distinguere tra “la mala pianta” e il sistema sportivo sano, modello da seguire per il Paese. Mi sembra tutta una fandonia poco credibile, e che davvero invece il calcio, proprio per la sua corruzione endemica, ci rappresenti benissimo così come siamo.

Più furbi che preparati, tutti un po’ “chiagni e fotti” e potenzialmente corruttibili. O sbaglio?

E. G.

Ps: nella foto, alcuni “eroi” coinvolti nel calcio scommesse 2012. Io riconosco solo  Conte, l’allenatore della Iuve: è quello in basso a destra col parrucchino. Voi sapete indicare altri nomi?