Non avrei saputo scrivere di meglio, quindi mi si perdoni se posto questo intervento di Guglielmo Epifani:
“In una fase così tormentata della vita del Paese, il tributo solenne che lo Stato rivolge oggi a Placido Rizzotto ricongiunge il valore della giustizia e quello della memoria. Prima di oggi non era mai stata resa giustizia al martirio del sindacalista di Corleone.
Né a quello dei suoi compagni di lotta e di destino che, prima e dopo la strage di Portella della Ginestra, segnarono una delle pagine più tragiche della lotta per affrancare la condizione dei braccianti e dei contadini dalla loro miseria e irrilevanza umana e sociale. Nessuno di quei delitti portò a processi e sentenze e la mafia, unita al mondo del latifondo e degli interessi agrari, uscì vincente e impunita nel suo disegno.
Il coraggio e la forza morale e civile di quei giovani capi-lega e segretari delle Camere del lavoro della Sicilia sopravvisse nella memoria popolare, nel racconto degli intellettuali, nel lavoro delle forze politiche democratiche, e costituì forza e identità della loro Cgil. Più ancora rappresentò nel tempo il punto di partenza di quella scia di delitti ad opera della mafia che sarebbe poi arrivata a Falcone e Borsellino, a Peppino Impastato e ai tanti altri caduti per il loro impegno e il loro lavoro.
Anche la memoria va usata nel modo giusto. Quella storia parla, come tante altre storie, della fatica e dei sacrifici fatti per ridare dignità al lavoro e ai lavoratori, della funzione storica del sindacato, del rapporto tra lavoro, diritti e democrazia; dei valori profondi e non transitori del superamento di sfruttamento e disuguaglianze; della funzione dell’esempio, della coerenza, del mettersi a disposizione degli altri. In questo è una storia che parla al nostro presente, allo scadimento morale della nostra società, all’insopportabile leggerezza di tanto dibattito pubblico.
Il ritrovamento dei resti di Placido Rizzotto e i funerali di oggi segnano, anche per questo, una nuova sconfitta per la mafia. Quello che si voleva nascondere per sempre è riemerso dal buio, suscitando nuove emozioni e offrendo nuove ragioni nell’impegno di lotta contro tutte le mafie. Il luogo del delitto, Corleone, diventa il luogo dell’omaggio e della riconoscenza di tutto il Paese. Il martire del lavoro diventa così un martire della democrazia. La sua tomba è destinata a diventare uno dei luoghi del pellegrinaggio laico in memoria delle vittime, e il suo nome forse tornerà ad avere un significato per molti e soprattutto per le nuove generazioni”
Così come nessuno avrebbe potuto meglio cantare :
Mauro Buzzi – Alessandria