Nel mondo medico-scientifico può accadere che strutture e professionisti di alto livello si trovino fisicamente e geograficamente vicino a noi, e che non se ne abbia la consapevolezza.
L’Oculistica di Casale diretta dal prof. Mauro Fioretto è un reparto che vive una stagione di grande vitalità sul piano delle prestazioni specialistiche più avanzate, e su quello della formazione scientifica all’avanguardia a livello internazionale.
I professionisti parlano di una vera e propria “rivoluzione” nella chirurgia vitreoretinica: sono disponibili infatti nuovi sistemi di visualizzazione retinica, strumentazioni chirurgiche (vitrectomi) più performanti ad alta velocità, le tecniche di manipolazione retinica sono diventate mini-invasive (si pensi che il diametro degli strumenti per effettuare le incisioni chirurgiche è via via andato decrescendo fino a raggiungere quello di un ago da insulina) e consentono tempi di recupero più veloci al paziente con riduzione dell’infiammazione e del dolore post-operatori e un reinserimento lavorativo più rapido. Tuttavia l’innovazione tecnologica pone nuove sfide di carattere etico ed economico.
Gli oculisti di Casale sono stati attivamente coinvolti con contributi scientifici al congresso europeo degli specialisti di retina (Euretina www.euretina.org) che si è tenuto a Copenaghen dall’8 all’11 settembre. In particolare sono sati organizzati due corsi, uno dal tema “le patologie vascolari retiniche”, l’altro incentrato sul “distacco di retina”. Relatori italiani e internazionali si sono alternati per confrontare esperienze cliniche e dati preliminari di progetti di ricerca. Insieme e professionisti di fama mondiale hanno affrontato temi di interesse chirurgico per migliorare i risultati anatomici e funzionali della chirurgia del distacco di retina, patologia potenzialmente invalidante per la vista che interessa spesso giovani pazienti, più frequentemente miopi o casi post-traumatici.
Si è trattato approfonditamente della gestione di una patologia complessa quale il distacco retinico nei pazienti con miopie patologiche, con dati molto interessanti sulla tecnica del piombaggio maculare, anche grazie all’intervento del dott. Andrea Colonna che ha portato la propria esperienza maturata in collaborazione con l’ospedale Antero Micone di Sestri Ponente a Genova. È stato dato spazio al dibattitto sul tema dell’imperativo tecnologico nella sanità di oggi, con una relazione del dott. Andrea Grosso in collaborazione con la prof.ssa Roberta Siliquini Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica nella chirurgia vitreo-retinica, introducendo un interrogativo gravido di implicazioni: in che modo la tecnologia migliora gli indicatori di efficacia e risultato a lungo termine, ovvero il recupero visivo finale, la riduzione delle complicanze chirurgiche e i tassi di successo anatomico di riaccollamento retinico? A volte, ci si sofferma su indicatori di processo di medio termine, quali la riduzione dell’infiammazione, la riduzione dei giorni di convalescenza. La scelta è quella di avere meno occhio rosso il giorno dopo l’intervento senza poi monitorare con attenzione il recupero visivo duraturo.
Tale riflessione risulta tanto più urgente in contesti di sistema sanitario pubblico universalistici, dove bisogna coniugare efficacia delle cure con equità di ripartizione delle risorse economiche disponibili, appropriatezza delle terapie con accesso alle cure da parte di più pazienti possibili. Il Congresso Euretina di quest’anno ha poi avuto come leitmotiv comune alle diverse relazioni l’ingresso dell’OCT A per la diagnosi precoce delle maculopatie, ovvero della tomografia a coerenza ottica (OCT) con modulo per l’angiografia retinica. L’OCT è diventato parte integrante della diagnostica retinica già da anni, ma permette di acquisire solo informazioni strutturali di quella regione altamente specializzata della retina, la macula, che, se danneggiata, impedisce alle persone di leggere e guidare.
Per avere informazioni sulla dinamica, sulla circolazione retinica è necessario ricorrere ad una tecnica diagnostica più invasiva, l’angiografia retinica, che richiede l’introduzione endovenosa di un mezzo di contrasto. Con l’angio-OCT (OCT- A) è possibile invece studiare in modo non invasivo la dinamica del circolo coroideale e retinico senza mezzo di contrasto. Il Centro di Retina Medica di Casale, coordinato dal dott. Stefano Torrielli, è all’avanguardia nella diagnostica delle patologie coroideali e retiniche grazie alla possibilità di usare metodiche oggi disponibile in pochi centri in Italia e in Europa.
Il 17 novembre inizieranno una serie di incontri di alto livello specialistico organizzati dalla struttura di Oculistica nell’Ospedale Santo Spirito, con la direzione scientifica del dott. Grosso, in collaborazione con la struttura Comunicazione URP Formazione dell’ASL AL.