di Renzo Penna*
Leggo e ascolto che sono in aumento i nostalgici del vecchio ponte Cittadella e crescono le ansie per i costi di manutenzione del nuovo, quasi non si fosse mai costruito un ponte. Mi domando dov’erano costoro quando vi era il tempo per difendere il vecchio ponte dall’accusa di essere stato causa dell’alluvione.
Parlo degli anni alla fine dei ’90 e ai primi del 2000. O dov’erano quando in un assordante silenzio fu distrutto il più incolpevole dei ponti, quello degli Orti. E se il Cittadella non subì la stessa sorte, ma resistette sino all’agosto del 2009, quando venne abbattuto dalla giunta Fabbio, fu solo per l’impegno di un ristretto gruppo di persone e associazioni, politicamente trasversali.
Ricordo, per tutti, il geometra Borsalino, amareggiato perché proprio la sua parte politica si era assunto l’onere di buttare giù lo storico ponte. Quel piccolo gruppo venne aiutato dal soccorso della fondamentale relazione del professor Luigi D’Alpaos dell’Università di Padova. Relazione sulle cause dell’alluvione voluta dalla procura della Repubblica e che, con accurati calcoli bidimensionali, scagionava il Cittadella e indicava la necessità di casse di laminazione a monte della città per mettere in sicurezza il nodo idraulico di Alessandria. Relazione pronta nel gennaio 1997, ma che, per un paio d’anni fu tenuta chiusa nei cassetti dalle principali autorità amministrative ed istituzionali della città e della Provincia. Relazione osteggiata dall’allora sindaca dell’alluvione, dall’Aipo territoriale e l’Autorità di Bacino, ma che nessuno è stato, sin qui, in grado di metterne in discussione l’impianto e le conclusioni.
Prova ne sia che oggi, con qualche anno di ritardo, l’Aipo sostiene la necessità di realizzare una importante area di esondazione poco prima dell’abitato cittadino. Ricordo che D’Alpaos, invitato da quel gruppo che per anni si è battuto in difesa del ‘Cittadella’, venne due volte ad Alessandria per illustrare la sua relazione. E sempre in partecipate assemblee pubbliche. Una volto abbattuto il ponte dalla giunta di centro destra del Comune – ma con l’assenso dei presidenti di Regione e Provincia di centro sinistra e il placet del capo della protezione civile (allora non ancora in disgrazia) – la realtà politica ha fatto si che la nuova Giunta comunale, nel 2012, riprendesse il progetto del Meier e lo portasse a compimento. Come del resto ha fatto con il teatro Comunale che ha ereditato inquinato da amianto e ha provveduto a disinquinare e, nelle zone dove è stato possibile, riaprire al pubblico. O sta facendo con le aziende partecipate della gestione dei rifiuti e del trasporto pubblico, compresi i dipendenti, ricevute in dote fallite dalla precedente amministrazione, riorganizzate e rimesse in attività. Questo per dire che le battaglie vanno fatte quanto il tempo è opportuno, se no si rischia solo di cadere nella sterile polemica, che non cambia nulla.
*Capogruppo Consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà