Ha preso il timone della nave dei costruttori alessandrini in un’epoca di ‘marosi’ e tsunami, e ben se ne rende conto. E’ tortonese, come il suo predecessore Roberto Mutti, e come l’arguto direttore Luigino Tosi, autentica colonna portante di Ance Alessandria, ad ogni incontro pubblico portatore di stimoli, e di analisi mai scontate. A testimonianza evidentemente di una forte ‘vocazione’ edile di quella parte della provincia alessandrina. In più Paolo Valvassore, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, è anche dirigente del Gruppo Gavio, e questo indubbiamente è un elemento fondante del suo percorso e della sua esperienza, “anche se tengo assolutamente distinti i due ruoli, e qui, nella casa dei costruttori, cerco di essere la sintesi delle esigenze e degli interessi di una categoria che, nonostante tutto, non solo resiste ma progetta il futuro”. I numeri, ribaditi di recente alla presentazione del report annuale sull’andamento del comparto in provincia, rimangono critici in termini assoluti, specie se raffrontati al periodo immediatamente ante crisi: “nel 2008 c’erano in provincia di Alessandria circa 1.700 imprese edili iscritte ad Ance, oggi, sia pur in presenza di una lieve ripresa di diversi parametri, le aziende sono 753: e a fare le spese di questa ‘selezione’ sono state tante piccole imprese artigiane che difficilmente potranno ripartire”.
Lo scenario, però, non è tutto a tinte fosche: o meglio l’approccio dei costruttori riuniti in Ance non è assolutamente ‘stracciamoci le vesti’, ma anzi ‘ci crediamo, e vogliamo tornare a crescere’. Naturalmente però il contesto, nazionale e locale, sarà determinante, e Valvassore lo dice forte e chiaro: “servono segnali concreti, da parte del Governo, delle istituzioni, del mondo del credito: noi la nostra parte vogliamo farla fino in fondo, però non da soli”. Vediamo, allora, qual è la situazione nel dettaglio, e quali le prospettive per il 2017.
Presidente, i dati provinciali riferiti al 2015, e ai primi 8 mesi del 2016, qualche indicatore positivo lo propongono: basterà?
(sorride, ndr) Noi ce la mettiamo e metteremo tutta, ma i dati bisogna leggerli con oggettività. E’ vero che un’inversione di tendenza c’è, sul fronte del numero di imprese, del numero di lavoratori attivi, di ore lavorate, di diminuzione della cassa. Ma è troppo presto per cantare vittoria, dopo 6 anni consecutivi di arretramento, che hanno portato alla dissoluzione di un intero tessuto, soprattutto di piccole aziende.
L’edilizia privata come va?
Stenta a ripartire. Costruzioni nuove ormai se ne realizzano pochissime, e anche l’ampio settore delle ristrutturazioni e del recupero edilizio segna il passo, soprattutto perché, complessivamente, il sistema degli incentivi è farraginoso, e con non poche lacune: si pensi all’amianto, e a quanto negativamente ha inciso su questo territorio. Purtroppo, al di là di Casale Monferrato e casalese che beneficiano per fortuna di risorse ad hoc, il resto della provincia è al palo: i privati che vogliono ‘liberarsi’ di manufatti o strutture contenenti amianto devono farlo a loro spesa, e non sono costi da poco. Per cui spesso ci si ritrova con lastre abbandonate dove capita: magari nei pressi di un cantiere edile a cui magari viene anche chiesto di farsi carico dello smaltimento. Più in generale, il sistema degli incentivi è certamente carente.
Il che poi, lo sappiamo, spinge i cittadini a rivolgersi all’amico muratore, che magari per sopravvivere ha chiuso l’impresa, ma non l’attività, diciamo così…
La lotta al ‘sommerso’ è una delle grandi battaglie che Ance, soprattutto a casa nostra, conduce da anni. In questo settore esistono tante aziende e persone serie, che lavorano con coscienza, e rispettando tutte le regole. Chiaro che sono loro, i nostri associati, i primi ad essere danneggiati dal proliferare del sommerso. Con un altro aspetto importante da considerare, ossia la sicurezza: dei lavoratori che operano nei cantieri prima di tutto, grandi o piccoli che siano. E poi del rispetto di molti parametri tecnici, che determinano la qualità e l’affidabilità delle strutture. Su questo fronte, il controllo capillare è fondamentale, ma spesso chi se ne deve occupare non è messo nelle condizioni anche solo, banalmente, di spostarsi ‘spesato’ in giro per la provincia. E i cantieri non sono tutti raggiungibili in bicicletta…
Dall’edilizia pubblica che segnali arrivano? Può essere ‘polmone’ della ripresa?
Dovrebbe esserlo, sulla carta. Ma qui occorre qualche chiarimento: un conto sono le stazioni appaltanti pubbliche ordinarie, diciamo così, che sul territorio ne 2015 si sono ulteriormente ridotte, mentre al contraria si sono allungati i tempi di pagamento, che sono di 174 giorni come dato medio, ma non raramente arrivano ai 12 mesi. Altra questione le grandi opere straordinarie, che a casa nostra significa Terzo Valico. Quest’ultimo per fortuna procede, e rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro settore.
Siete riusciti ad ottenere un maggior coinvolgimento delle imprese ‘di territorio’?
Numeri alla mano, direi proprio di sì. Il Cociv ha messo a gara, tra il 2016 e il 2016, circa 890 milioni di euro, ma ha anche subaffdato, nell’ambito della quota del 40% affidabile ‘privatisticamente’, quasi 40 milioni di euro a imprese localo. Considerando che il Terzo Valico dovrebbe essere completato entro il 2011, ci aspettiamo ricadute importanti anche negli anni a venire.
L’edilizia ‘antisismica’ invece, e la messa a punto di opzioni legate alle calamità naturali, e alla protezione/recupero del territorio, quanto possono pesare?
Sulla carta moltissimo, e Ance Nazionale si sta spendendo molto, con il nostro presidente Claudio De Albertis, che proprio lunedì scorso, qui ad Alessandria, non ha mancato di sottolineare il dialogo che si sta cercando di portare avanti con il Governo: speriamo arrivino anche risultati tangibili.
Un tasto dolente: rapporti con il mondo del credito. News positive?
La situazione rimane critica: le banche sono prudentissime, e del resto sappiamo che anche il loro mondo ha seri problemi, e sofferenze. Però l’universo edile, nel suo complesso, senza credito non riparte: esisterebbe anche l’opzione Cassa Depositi e Prestiti. Anche qui tocca al Governo lanciare dei segnali.
Lei, presidente Valvassore, opera all’interno del Gruppo Gavio: che succederà sul fronte dei lavoratori delle autostrade, anche a casa nostra?
Premetto che nella mia attività mi occupo d’altro, e posso qui parlare solo come presidente Ance. Rispetto all’allarme iniziale però il numero degli esuberi, a casa nostra, si è notevolmente ridotto, e nei giorni scorsi fra Itinera e i sindacati è stato siglato un accordo che mi pare soddisfacente. Posto che il quadro generale ovviamente è quello che conosciamo: se si esauriscono i vecchi cantieri, e non ne partono di nuovi, la crisi è nei fatti.
Chiudiamo con una riflessione sul Palazzo dell’Edilizia, la cui mancata realizzazione, anche per alcune coincidenze temporali, in questi anni è sembrata ‘emblema’ della crisi del settore. Ora che succederà?
Il soggetto direttamente coinvolto non è Ance, ma Seal. Tuttavia non mi sottraggo, e non nego che ci sta a cuore. Finalmente sono state superate tutte le problematiche di tipo giudiziario, e ci sono a disposizione 5 milioni e mezzo di euro, di risorse interamente private, che consentiranno, se tutto va bene entro il 2019, di realizzare l’opera. Anche l’architetto Libeskind è d’accordo, mi pare, sulla revisione del progetto, che sarà rimesso ‘al passo’ coi tempi, e con le mutate esigenze del settore. Ma realizzeremo una struttura davvero moderna, che ospiterà a regime sia Scuola Edile che Cassa Edile. Il Collegio però resterà qui. Il progetto è stato inoltre inserito nelle richieste di finanziamenti da parte del comune di Alessandria per i bandi di riqualificazione delle periferie, poiché poter presentare investimenti privati in parallelo, sulla stessa area, consente di ottenere punteggi migliori. E in questi giorni sono arrivati annunci positivi da parte del Governo: ne siamo lieti.
Ettore Grassano