1) Argomento: verde pubblico. La responsabilità della gestione e manutenzione del verde pubblico comunale è di competenza della Direzione Lavori e Opere Pubbliche del comune. A quasi fine mandato ad Alessandria si può fare un bilancio e una valutazione sull’amore (si fa per dire) per il verde pubblico di questa amministrazione. Ormai nella nostra città, e peggio ancora nei sobborghi, il verde pubblico è stato lasciato andare completamente ‘a ramengo’, se non peggio. Tralasciando il lungo stato di abbandono delle aiuole contenenti le ‘rose moldave’, solo perché le aveva messe a dimora la precedente amministrazione (fortunatamente essendo piantine robuste molte di loro si sono salvate), sul settore verde pubblico riporto news significative per poi arrivare in finale al ‘nocciolo’. Il Piccolo, venerdì 02 settembre, pag.9: “Morti i 60 pioppi mai innaffiati, e la siepe è solo una promessa”. L’articolo è di Massimo Brusasco e la denuncia è di un abitante che racconta la storia di albero piantati e mai ‘bagnati’. I pioppi dovrebbero essere messi a dimora vicino ai corsi d’acqua e non laddove c’è asfalto, cemento, capannoni etc. Sempre su Il Piccolo di martedì 6 settembre, a pag. 13 si legge: “Torna l’acqua ma il verde e ormai un ricordo”. E’ riferito ai Giardini Usuelli, a cui finalmente è stato ripristinato l’impianto di irrigazione guasto da oltre un anno. Purtroppo nell’attesa è “dipartito” il manto erboso e i fiori, quindi questo parchetto si presenta come unadistesa arida. L’articolista conclude con questa frase: “L’amara costatazione è sempre la stessa rivolta all’amministrazione da queste colonne: il vero problema di Alessandria è la cura del quotidiano che non si fa o si fa in questo modo”. Ma non finisce qui e arrivo al “nocciolo” della pagella: nello stesso giornale a pag. 11 a firma Marcello Feola si legge: “Bando per un bosco urbano tra Forte Acqui e Parco Carrà – il progetto: chiesto finanziamento da 50 mila euro alla Compagnia San Paolo. Interessato anche il giardino botanico. La Giunta a Palazzo Rosso ha dato via libera al progetto “Think green”. Incredibile, da una parte si lascia seccare l’esistente, causa poco interesse nella cura e salvaguardia del verde, e poi Palazzo Rosso con questo progetto intenderebbe “restituire” alla cittadinanza in un’ottica di cultura ambientale un bosco urbano? A che scopo se poi, spesi i 50 mila euro, lo stesso verrà trascurato e lasciato morire come tutto il resto?
Voto: 2
2) Rispetto delle regole dettate dallo Statuto Comunale e dal suo Regolamento. In questi giorni torna in auge la fatica del consigliere comunale di minoranza Emanuele Locci, Presidente della Commissione di Controllo di Gestione, che puntualmente trova ostacoli nel chiedere documenti, atti, spese che dovrebbero essere ufficiali e a disposizione anche dei cittadini. Dovrebbe ottenerli da giunta, dirigenti e funzionari del Comune, ma non ricevendo risposte Locci è costretto a rivolgersi ogni volta a chi rappresenta il Governo sul territorio, nella persona del Prefetto: e anche lì non trova ascolto. Quindi mi sono tolta lo sfizio di andarmi a rileggere lo Statuto Comunale e il suo Regolamento. In pratica, dai comportamenti di questa amministrazione, devo dedurre che questi signori non ne conoscono il contenuto, nonostante le recenti modifiche. Lo Statuto infatti è stato modificato e votato dal Consiglio Comunale con le deliberazioni n. 4 del 17/01/2013 e numeri 62-66 del 06/06/2013. Il relativo Regolamento ha subito una modifica il 02/07/2014 con deliberazione 87/270. Statuto e connesso Regolamento sono la “bibbia laica” delle regole comunali, un documento che dovrebbe garantire agli alessandrini che i propri eletti possano avere le condizioni per svolgere le funzioni per cui hanno ricevuto il mandato. Ma se qualcuno si va a leggere gli articoli comprende che lo Statuto e relativo Regolamento sono stati in molti casi disattesi, e non hanno mai trovato piena applicazione fattiva e trasparente, nel rispetto delle regole dettate. A chi si presenterà nella veste di candidato sindaco, e chi entrerà delle varie liste sperando in una carica da consigliere, suggerisco di leggere lo Statuto e il Regolamento del nostro Comune, conoscere gli articoli almeno di competenza del DL 267/2000 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), una ‘infarinatura’ di Codice Civile e Penale e uno sguardo sulla Costituzione Italiana. E’ il minimo utile per ben cominciare e proseguire.
Voto: 2
3) Al web “protagonista” nella terza edizione del “World Wide Web” a Camogli. Un mio omaggio al ruolo dei media e dell’informazione nella società moderna per le varie implicazioni sociali, politiche e culturali che la rivoluzione di internet ha portato e sta portando nelle nostre vite. Di una minima particella di questo mondo faccio parte anche io, perchè mi viene data la possibilità di esprimere le mie opinioni anche se non appartengo ad una speciale “élite”. Nei giorni scorsi a Camogli si è svolta la terza edizione del “World Wide Web“, quest’anno in onore di Umberto Eco. Molti i personaggi di livello dell’informazione, cultura, arte, spettacolo che hanno partecipato, e che hanno discusso di questo settore, “strapazzato” nella seconda edizione proprio da Umberto Eco. Nell’occasione avevo stilato una pagella con un voto pessimo (2) a Umberto Eco per questa frase: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”. Questa frase non mi era piaciuta per niente perché il “monumento” alessandrino/mondiale dall’alto del suo piedistallo sottolineava che solo pochi eletti avevano diritto di parola, quindi pensiero, opinione e per come l’avevo recepita io, tutti gli altri possedevano un cranio vuoto con all’interno un cervello grande come un chicco di riso utile solo per le funzioni vitali. A differenza di Eco penso che se qualche volta certi “eletti” facenti parte di una speciale élite con diritto esclusivo alla parola facessero una pausa e il favore di tacere ci guadagneremmo tutti: noi, e pure la loro immagine di tuttologi.
In quell’occasione Eco parlava del futuro della carta stampata e invitava i giornali “a filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet, perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno” . Già, ma oggi ogni cartaceo ha il suo sito web più o meno accessibile a chiunque, o in ogni caso su abbonamento. Il cartaceo non sparirà mai, ha un suo fascino, ma il web avanza inesorabilmente: chi non sa fare integrazione è perduto.
Voto: 10