Mercoledì 13 aprile, presso l’Auditorium del Conservatorio Vivaldi, dalle 16.30 sarà di scena il Pomeriggio Fantastico, la tradizionale performance che tutti gli anni coinvolge una ventina di allievi delle classi di pianoforte dell’Istituto e una rappresentanza del Liceo Musicale di Rivarolo Canavese.
I giovani pianisti si produrranno in una vera e propria maratona: circa 2 ore e 30 di musica, dal Settecento alla modernità, con brani di piccole dimensioni alternati a veri e propri monumenti della letteratura pianistica.
L’organizzazione del ciclo è stata curata dal Direttore del Vivaldi, professoressa Angela Colombo, e dalla professoressa Fiorenza Bucciarelli che, insieme all’artista Dino Miglio, ha creato la scenografia video, che farà da sfondo al pomeriggio.
Professoressa Bucciarelli, perché quest’anno avete scelto il “Fantastico”?
Ci sembrava un tema di ampio respiro che potesse dare spazio a tanti interpreti e a tante epoche. Negli anni passati, si è scelto di volta in volta come tema un riferimento geografico (la musica francese, la musica spagnola…), un periodo o una forma musicale. Quest’anno il tema della fantasia si è rivelato particolarmente ricco di repertorio e di spunti assai variegati.
Anche in questa edizione la musica sarà accompagnata da alcune “suggestioni visive”. Ci può spiegare meglio di che cosa si tratta?
Sarà una serie di immagini in lento movimento. Non strettamente descrittive dei brani, ma appunto evocative di atmosfere sognanti.
Torniamo al tema del Fantastico. Che tipo di composizione è quella della “Fantasia”?
È una composizione libera da schemi rigidi, che suggerisce l’idea di una improvvisazione. Affonda le sue radici antiche, nel 1500, proprio nell’improvvisazione, inizialmente non troppo diversa da altre forme libere (il ricercare, il capriccio), aperte quindi al libero gioco, all’invenzione più spaziosa.
Quanta libertà avranno i musicisti che si alterneranno sul palco dell’Auditorium del Vivaldi?
Bella domanda. L’esecutore di musica classica non può modificare lo spartito ma può appunto interpretare, rendendo il brano come se fosse stato scritto da lui. Come se recitasse Amleto! Una libertà vigilata ma comunque ampia. Nessun esecutore è uguale a un altro.
A chi è venuta l’idea del “Fantastico”?
Ogni anno gli insegnanti di pianoforte si riuniscono per scegliere un argomento. Non ricordo esattamente quale collega abbia proposto questo, ma so che ci ha entusiasmato proprio perché è un tema po’ diverso e trasversale. Grandi autori come Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Schubert, Schumann, Mendelssohn hanno scritto immortali Fantasie o, in altri casi, hanno utilizzato il termine per aver modo di trattare altre forme più rigide con maggiore libertà.
Andrea Antonuccio