“La presentazione di un disegno di legge da parte di alcuni singoli deputati del Pd, a prima firma dell’on. Lodolini, finalizzato a proporre la fusione obbligatoria dei comuni sotto i 5.000 abitanti, a nostro giudizio non risponde a un approccio corretto per dare efficienza al sistema delle autonomie locali”. Lo affermano in una nota i parlamentari democratici Enrico Borghi (anche in qualità di presidente nazionale Uncem) e Federico Fornaro.
Quella del ddl Lodolini “è un’iniziativa individuale e non rientra nel solco del processo di riforma avviato con la riforma Delrio e la riforma costituzionale – sottolineano Borghi e Fornaro – che vanno nella direzione di rispettare i principi di autonomia, sussidiarietà e adeguatezza sui quali definire una governance comunale moderna, senza invasioni centraliste o semplificazioni grossolane che produrrebbero l’effetto opposto a quanto sperato. Non servono imposizioni dall’alto o inutili forzature, quanto invece procedere su quanto stabilito in accordo tra governo, parlamento e autonomie locali, che ha visto dentro il rinvio di anno dell’obbligo dell’esercizio associato la possibilità di affrontare entro breve la definizione di funzioni di Unioni di Comuni e aree vaste su proposta dal basso dei Sindaci”.
“L’obiettivo – ricordano Borghi e Fornaro – è quello di giungere a una applicazione della legge Delrio che in parallelo con la riforma della pubblica amministrazione e con la modifica costituzionale che riporta allo Stato la competenza sulle forme associative dei comuni definisca un indirizzo chiaro e decisamente alternativo rispetto alle pur rispettabili, ancor che non condivise, opinioni personali dei sottoscrittori del ddl Lodolini”. (ANSA)