A quasi due mesi dalla nomina il nuovo cda ‘torinese’ di ATM (arrivano da sotto la Mole sia il presidente Giancarlo Quagliotti che l’amministratore delegato Gabriele Bonfanti, mentre Monia Barrasso rappresenta il comune di Valenza, socio di minoranza) si riunirà oggi pomeriggio, e certamente non sarà una riunione di routine.
Il tempo stringe, e i nuovi amministratori dell’azienda di trasporti alessandrina (già al centro di non poche contestazioni) saranno chiamati subito a decisioni ‘pesanti’, decisive per il futuro dell’azienda, e dei suoi dipendenti. Si orienteranno verso un ‘salvataggio’ che passi attraverso un piano di riorganizzazione drastico e radicale, tentando il tutto per tutto, o invece ‘getteranno la spugna’ portando i libri in tribunale, verso un percorso di liquidazione o concordato preventivo?
“Spetterà ai consigli comunali della compagine societaria esprimersi e decidere in che direzione andare”, dichiarò Giorgio Abonante, assessore al Bilancio del Comune di Alessandria in occasione della nomina del nuovo cda: ed è evidente che l’onere e la responsabilità è in capo soprattutto a Palazzo Rosso, che di ATM detiene circa il 94% delle quote. Null’altro di nuovo però trapela, anche se l’impressione è che si stia comunque lavorando ‘sotto traccia’, e che un progetto ci sia. Difficile da realizzare probabilmente, per cui in questa fase si preferisce operare in silenzio.
Ore di attesa anche sul fronte dei sindacati, pronti ad una ‘cauta’ apertura di credito, ma soprattutto intenzionati a non mollare sul fronte della piena tutela occupazionale. Non risulta, peraltro, che il nuovo cda guidato dal ‘fassininiano’ Quagliotti (nella foto) abbia al momento incontrato formalmente nè le categorie, nè le confederazioni (Cgil, Cisl e Uil), e questo non è un segnale incoraggiante.
Quel che è certo è che, essendo il trasporto pubblico un servizio essenziale e da garantire con continuità (non apriamo qui il capitolo della qualità del servizio, naturalmente), in ogni caso gli autobus non si fermeranno: sia che si vada verso la costituzione di una newco (ossia di una nuova società, che ripartirebbe senza i debiti di Atm, e probabilmente anche con meno dipendenti), sia che venga messo in pista un altro piano di risanamento, dopo quello presentato qualche mese fa dal precedente cda, che non convinse appieno la proprietà (e neppure i sindacati: si parlava comunque di 30-40 esuberi), tanto che si arrivò poi alle dimissioni, e al nuovo consiglio di amministrazione.
Sullo sfondo della vicenda, naturalmente, anche l’esigenza di un nuovo piano del traffico cittadino, e di un sistema di trasporti adeguato alle necessità di oggi, sia a livello di mezzi che di organizzazione delle corse. Davvero difficile azzardare previsioni: rimaniamo in attesa dell’esito del consiglio di amministrazione di oggi, e delle scelte conseguenti.
E. G.