Liste d’attesa infinite per visite in Ospedale e Asl: perchè? [Le pagelle di GZL]

Liste d'attesadi Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Alle lunghe liste di attesa per ottenere certe visite specialistiche tramite CUP/Ospedale con impegnativa mutualistica. Nei giorni scorsi ho avuto necessità di fare una visita fisiatrica. Mi sono rivolta al CUP/Ospedale al numero verde 800 01 7747, e ricevo la prima data disponibile: maggio 2016, circa 7 mesi. Al mio stupore la segretaria CUP cortesemente mi indica di tentare al CUP/ASL provinciale. La linea telefonica unica 1991070 77 è pure a pagamento: dal fisso 14,49 cent, dal cell. 48,80 cent. + scatto alla risposta di cent. 15,25 iva compresa: di bene in meglio!
I tempi che mi vengono snocciolati sono nel 2016: Acqui e Ovada gennaio, Novi e Tortona febbraio, Casale aprile. Ma io ho dolori sempre più forti e non riesco a deambulare, quindi sto vivendo una sorta di invalidità. inoltre abito a circa 200 metri dall’Ospedale di Alessandria, e a parte l’assurdità di attendere a gennaio su Acqui e Ovada, dovrei disturbare un familiare automunito per andare a fare una visita fisiatrica a Canicattì?
Le mie domande sono: “lor signori” ci stanno di fatto invitando a fare visite privatamente? Ma allora per cosa paghiamo la sanità nazionale, se oggi il malato deve soffrire i dolori dell’inferno e alla peggio ‘passare all’al di là’ per le lunghe liste di attesa? La Regione nel cimentarsi in tagli riorganizzativi prenda atto che così non si può continuare, e non è giusto che l’ammalato paghi perché chi doveva ben amministrare il settore sanità non lo ha fatto. Nel sito del nostroOspedale Alessandria 2 ospedale vi è la Carta dei Servizi dove a pag. 8 si legge una ‘filippica’ di principi ispiratori a servizio dell’ammalato. Ma c’è di più: vi è indicata pure la Carta dei Diritti Europea in molte lingue, con 14 articoli a cui la sanità regionale piemontese dovrebbe attenersi nel fornire protocolli di tagli. Uno di questi articoli è quello che mi riguarda: “ art.7. Diritto al rispetto del tempo dei pazienti: ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sanitari in tempi brevi e predeterminati. Questo diritto si applica a ogni fase del trattamento”.
Nel web si legge: “Riforma ospedaliera, sanità al collasso: in Piemonte liste d’attesa più lunghe d’Italia”.
Quindi: Presidente Chiamparino, Assessore Saitta, Dott. Moirano ( mega-direttore a capo della Direzione Sanitaria regionale), Sig.ri Consiglieri eletti nella nostra provincia, Dott.ssa Baraldi (Direttore generale dell’Ospedale) vi chiedo: per prenotarci dobbiamo essere accompagnati da un avvocato e dai carabinieri? Basta dirlo!
Voto: 2

Palazzo Ghilini
2) L’eredità di un cittadino casalese alla Provincia di Alessandria del valore di 500 mila euro. Questa notizia mi era già nota e la prima cosa che ho pensato è stata: “visto che questo signore era di Casale Monferrato, perché non ha lasciato tale eredità alla sua città?”. Casale Monferrato è una città che ammiro perché è riuscita nei secoli ma anche negli anni moderni, nonostante cambi politici ed amministrativi, a rispettare l’impegno di conservare storia, cultura, arte, palazzi antichi, un museo definito ‘perla preziosa’ e molto altro. Insomma: al suo posto avrei scelto diversamente, ma tant’è.
Il mio interesse su questa faccenda però si è riacceso quando ho letto un bell’articolo su “La Stampa” di martedì 03, pagina Casale/Valenza, firmato da Franca Nebbia a titolo: “La Provincia accetta l’eredità, ma non il cane del donatore”. Il Sig. Alessandro Robazza, il benefattore di tale lascito ereditario, per sua unica amica aveva Holly, una cagnolina di razza corsa: alla morte di Alessandro, qualcuno la portò al rifugio intercomunale di Casale Monferrato per cani Baulandia. Forse non aveva calcolato di inserire una clausola testamentaria con disposizioni per Holly. Quindi la Provincia nell’accettare l’eredità si trova a dover gestire Holly, che non è un oggetto. Ora auspico che venduti i beni del Sig. Robazza qualche briciola sia utilizzata per mantenere in salute Holly, che è in un canile ‘garantito’, essendo gestito da Cosmo. La Provincia con un gesto nobile e di gratitudine potrebbe fare una adozione a distanza. Nel sito del rifugio vi è questa possibilità: “In orario di apertura è possibile portare a passeggio i cani ospiti del canile, effettuando così una “adozione a distanza”: il cane rimarrà ospite del canile ma sarà felice di accompagnarvi nelle vostre passeggiate.” A turno la nuova reggenza provinciale porti a passeggio Holly, aggiungendoci anche qualche coccola!
Voto: 5

 

Fabbricazioni nucleari3) Alla nostra provincia malsana, e ad un territorio non si è fatto mancare proprio niente. Le notizie che timidamente sono state pubblicate nei giorni scrorsi avallano quello che pochi cittadini già pensavano, e coraggiosamente denunciavano inascoltati.
Su un quotidiano del 3 novembre a pag. 41 la notizia: “Tumori legati all’attività della FN. Lo dice l’Istituto superiore di sanità”. Parliamo di nucleare: a Bosco Marengo FN, ma anche ai confini della Provincia a nord, zona Casale Monferrato, Trino e Saluggia. Giampiero Godio di Legambiente nell’articolo dice che in Piemonte vi è una concentrazione fino al 93% del materiale nucleare italiano, e quasi tutta la radioattività è qui attorno a noi. Sul quotidiano si legge di alta mortalità per patologie, compresa la tiroide. Ma giusto per non farci mancare niente siamo ricchi anche di amianto, con le conseguenze sanitarie e di morte che conosciamo. A questo aggiungiamo la Fraschetta, che “casualmente” ma solo “casualmente” e lo scrivo con ironia, nel 2008 si scoprì area ‘ricca’ di cromo esavalente, e molto altro.
Il Rio Lovassina è gravemente e perennemente inquinato, e ogni volta che esonda lascia un “limo”, ma senza i benefici del Nilo.
Ma tutto ciò evidentemente non basta ancora, e qualcuno ha voglia di esagerare: aggiungere lo smarino nelle nostre cave sarebbe per il nostro territorio la ciliegina sulla torta. Una torta tossica, inquinata, mortale.
Ma torniamo al nucleare: da tempo siamo in attesa di conoscere dove sarà posizionato il Deposito Nazionale, e da tempo alcune Regioni hanno messo le mani avanti perché non vogliono tale ‘mostro’ in casa. Si tratta di un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia.
Pareva che il Piemonte fosse escluso perché vi sono alcune regole di non idoneità per avere un sarcofago di quella portata, ma recenti news indicano che Basso Piemonte e Liguria di Ponente sono idonee. Per chi vuole conoscere aggiungo link informativo. Due anni fa ci scommettevo già che sarebbe toccato a noi, staremo a vedere se tragicamente ho indovinato.
Voto: 2