Una illusione tagliare i costi in Sanità senza intaccare l’assistenza

Sarti Roberto nuovadi Roberto Sarti*

 
I tagli in Sanità, nonostante le rassicurazioni di facciata, mettono in realtà a serio rischio la sostenibilità del Sistema Sanitario e l’accesso alle cure dei cittadini. Dobbiamo quindi guardare con forte preoccupazione ai provvedimenti sulla Sanità contenuti nel Maxiemendamento Enti Locali approvato dal Senato e a quelli preannunciati dal Commissario alla Spending Review.

Attendiamo quindi dal Governo Renzi, al di là di luoghi comuni in materia sanitaria, una chiara assunzione di responsabilità di fronte ai cittadini su quali impegni intenda assumersi nel campo della tutela della salute. Tutto questo diventa ancora più importante in un momento storico e sociale caratterizzato da una grave crisi economica che induce le persone a rinunciare con sempre maggior frequenza alle cure perché privi delle disponibilità economiche necessarie.

Al di là dei tecnicismi delle regole e di un eccesso di retorica sulla lotta agli sprechi cheSanità tagli caratterizza questo Governo, credo saranno inevitabili delle ricadute negative sui livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sanitarie con una conseguente riduzione del tasso di equità e di universalismo dei servizi resi.

Purtroppo in questo non felice contesto anche il lavoro degli operatori della sanità è ricondotto a semplici espressioni di costi. Quante volte noi operatori abbiamo sentito parlare di appropriatezza prescrittiva che anziché basarsi su criteri basati su evidenze scientifiche viene ricondotta alla semplice aderenza a obblighi burocratici e regolamentari. In tal modo viene messa da parte la responsabilità, la preparazione e l’autonomia dei professionisti consegnando loro regole burocratiche il non rispetto delle quali avrà conseguenze anche sul loro stipendio.

Ricordo che ai tempi dell’Universitá mi insegnavano che il farmaco era una medicina; con il passare degli anni questo concetto semplice e razionale è stato completamente stravolto con la comparsa di ben 89 note che regolano le prescrizioni, con le verifiche delle commissioni delle Asl, con il monitoraggio individuale di ogni singolo medico nell’intento di scovare quei cattivoni che sono gli “iperprescrittori”,con le sanzioni applicate a chi non rispetta le regole,con i piani terapeutici,con i farmaci generici, con la distribuzione diretta e per conto,con i controlli della Guardia di Finanza.

Tutte queste “regole” hanno di fatto stravolto il mestiere del medico che sarebbe quello di utilizzare la clinica per fare delle diagnosi e prescrivere le terapie. A ciò si è aggiunto il concetto della cosiddetta “medicina difensiva”, per cui il medico per evitare eventuale contenziosi con i pazienti fa continua richiesta di accertamenti strumentali che confermino la sua diagnosi.

La medicina difensiva, se poi davvero esiste, va affrontata a monte e non a valle semplicemente adottando quegli atti amministrativi, che da tempo sono fermi in Parlamento, sulla responsabilità professionale e sulle coperture assicurative.
Tutte le figure che lavorano in ambito sanitario sono consapevoli delle difficoltà che attraversa il Paese, nonostante le infusioni di ottimismo del Premier, ma proprio in virtù di questa consapevolezza occorre evitare la deriva del Servizio Sanitario che lo porti alla totale insostenibilità. Dobbiamo essere tutti convinti sostenitori di un sistema che tuteli la salute perché in fondo questo sistema costa meno a parità di risultati, utilizza le risorse pubbliche in maniera più efficace, rende disponibili innovazioni scientifiche e tecnologiche e sostiene la coesione sociale e la solidarietà.

Al contrario la politica di questo Governo sta sempre più disimpegnando la Stato dal Sistema Sanitario a favore di un sistema assicurativo.

Oggi i tagli vengono classificati come efficientementi e razionalizzazioni mentre al contrario mettono in crisi l’erogazione di assistenza. È quindi una pia illusione quella che in Sanità si possa spendere meno di quanto si spende senza andare a toccare la quantità e la qualità dei livelli di assistenza erogati ai cittadini.

 
*Presidente Gruppo Lega Nord