Aral: in viaggio verso dove? Discariche, mugugni e finti misteri

AralDi Aral gran parte degli alessandrini fino a qualche mese fa ignorava persino l’esistenza: niente di paragonabile, come notorietà, a marchi ‘storici’ come Atm, Amiu o Amag, che han fatto la storia delle partecipate alessandrine. E forse ancora oggi è così, nonostante le polemiche politico-mediatiche degli ultimi tempi.

Eppure l’Azienda Rifiuti Alessandrina Spa, nella storia recente di Palazzo avrebbe potuto essere una vera ‘gallina dalle uova d’oro’, mentre ad oggi appare più che altro il classico pozzo senza fondo: c’è chi parla di 30 milioni di euro di debiti, chi addirittura dice di più.

“Anche se è necessario sottolineare – afferma il consigliere comunale di opposizione Emanuele Locci, presidente della commissione Controllo di Gestione del comune di Alessandria – che un conto sono i passivi di tipo finanziario, altro le spese per investimenti, a partire dagli impianti di Castelceriolo”.

In ogni caso, il comune di Alessandria è il socio di ampia maggioranza, anzi ormai quasi proprietario assoluto di Aral, ora che ha deciso di rilevare anche le quote di Valenza: poi ci sono altri 30 piccoli comuni del territorio, e si vedrà quanti decideranno di partecipare alla ricapitalizzazione,

Locci, fra i banchi di Palazzo Rosso, è forse in questo momento l’oppositore più ‘agguerrito’, eComune di Alessandria 3 non a caso anche il meno amato dalla maggioranza di centro sinistra. Dal Pisu ad Amag, fino appunto ad Aral, non perde occasione per chiedere chiarimenti, delucidazioni puntuali su singole questioni, accesso ad atti e documentazioni, ancor più in virtù del suo specifico ruolo nella commissione Controllo di Gestione. Eppure pare non sempre ciò avvenga, a leggere le cronache comunali. “Ma non faccio mezzo passo indietro, questo è certo”, ribadisce Locci, che su Aral in particolare ribadisce “troppe contraddizioni, anche in sede di commissione comunale: e probabilmente anche questioni da Procura. E’ vero o no, ad esempio, che a Castelceriolo c’erano camion che passavano direttamente dalla corsia a ingresso libero, senza registrarsi e senza pesarsi? E che altri automezzi andavano direttamente nella discarica di Solero, senza prima passare da Castelceriolo per i controlli del caso?” Queste e altre contraddizioni sarebbero emerse anche durante le sedute delle commissioni consiliari (oltre a quella sul Controllo di Gestione, presieduta da Locci, di Aral e della filiera dei rifiuti si è occupata anche la Commissione Temporanea e Speciale di Controllo, guidata dal consigliere Domenico Di Filippo, del Movimento 5 Stelle), durante le audizioni dell’attuale presidente di Aral, Flavio De Lucchi. Il quale peraltro guida l’azienda da qualche mese, ma risulta aver collaborato a lungo anche con la gestione precedente, targata Pier Carlo Bocchio, per decenni dominus e deus ex machina di tutta la filiera dei rifiuti alessandrini. Nessuna ‘frattura’ insomma rispetto al passato: piuttosto evoluzione nella continuità.

Aral 2Ma per arrivare dove? Tralasciamo qui vicende che pure hanno a lungo occupato le cronache dei media locali (dalla vicenda grottesca della cava/discarica Guarasca a Spinetta, ora anche al centro della querelle sui materiali provenienti dagli scavi del Terzo Valico, a quella decisamente comica “dell’errore materiale” di uno sfortunato impiegato o impiegata della Provincia, che dimenticando uno zero avrebbe determinato una ‘perdita’ secca di fatturato per Aral).

Segnaliamo invece una recente interessante video intervista dell’ingegner De Lucchi, a cura di Pier Carlo Lava,

in cui il presidente Aral attribuisce la perdita in bilancio 2014 di oltre 2 milioni e 600 mila (dopo piccoli utili negli esercizi 2012 e 2013) all’abbassamento del prezzo dei rifiuti, anche per la concorrenza di privati (quali in particolare?), e ad altre in verità un po’ vaghe e confuse con-cause. Per fortuna però ora, con la nuova gestione, Aral pare sia diventata una ‘macchina da guerra’, a giudicare dai numeri del primo trimestre 2015: più 600 mila euro di ricavi da gennaio a marzo.

Altro tema rilevante della video intervista è il futuro: se con la ricapitalizzazione di un milione di euro di fatto Aral diventerà alessandrina in toto o quasi, che rapporti instaurerà con Valenza e con i 30 comuni ‘minori’? Saranno semplici ‘clienti’ esterni, e non più soci? E quale sarà allora la riorganizzazione societaria? A quanto si deduce dalle parole di De Lucchi (ascoltatelo, ne vale la pena per farsi un’idea) tutte le strade sono ancora aperte: da una diversificazione tra Aral in house e Aral non in house (“già ad oggi – dice – solo il 25% dei rifiuti ‘trattati’ da Aral arriva da soci, e il restante 75% da clienti esterni), con un ruolo che, sul fronte in house, potrebbe essere ‘giocato’ da Amag Ambiente. Sullo sfondo, poi, c’è sempre la questione della ‘gara’ per la gestione dei rifiuti, che prima o poi dovrà pur essere indetta, con annessa eventuale riorganizzazione degli Ambiti di riferimento. Insomma, una serie di punti interrogativi che troveranno risposte, forse, nei prossimi mesi e anni.Aral Solero

Di certo oggi c’è che la discarica fra Solero e Quargnento (in località Calogna) è praticamente esaurita, e necessita di ampliamenti. E che, dopo qualche settimana di trattativa, sembra essere stato trovato un accordo sul debito nei confronti dei comuni di Solero e Quargnento. “Il cda di Aral – spiega Luigi Benzi, sindaco di Quargnento – ha deliberato un piano di rientro del debito che prevede 400.000 a maggio (versati la settimana scorsa), 150.000 entro il 10 giugno e il debito residuo suddiviso in rate mensili da 40.000 euro….si prevede il rientro completo del debito entro settembre 2018. Con ovviamente il pagamento dei contributi maturati nel mese a partire da giugno 2015″.

Ma al contempo, probabilmente, occorre guardare anche al futuro, e individuare altri siti. Di nuovo in Fraschetta? Altra certezza, secondo De Lucchi: 36 dipendenti, di cui 2 prossimi alla pensione, per Aral sono pochi. Nuove assunzioni in vista?

Ettore Grassano