Se si pensa ad insoliti strumentisti jazz, ci viene subito alla mente Joe Venuti, seguito in Europa da Stephane Grappelly, con il violino e, più vicino a noi, Gorni Kramer, non potendo poi fare a meno del nostro grande artista internazionale, Gianni Coscia, con le loro fisarmoniche. Tuttavia non avremmo sospettato che uno strumento, così inconsueto, il mandolino, potesse essere stato usato in questo tipo di musica. Doppia sorpresa, poi, avendo scoperto che ad introdurre il classico “re” delle serenate napoletane, nel jazz – o meglio in quel proto-jazz che è il ragtime – è stato l’alessandrino Ermenegildo Carosio (Al 1866 – To 1928).
A dire il vero il suo nome ci aveva ammiccato molte volte dalle pagine dei nostri giornali d’epoca, non tanto tuttavia da farci supporre una così pregevole originalità. Ne riportiamo alcune.
La Lega 1893. Si è costituito il Quartetto mandolinistico (Carosio, Lasagna, Cuttica, Pampirio).
La Lega 1895. Al Circolo Mandolinisti (com’era vivace l’Alessandria di allora! n.d.r.) ha allietato la serata l’orchestra diretta, con vero intelletto d’amore, dall’egregio M° Carosio.
La Lega 1896. Al Circolo Goliardi presso l’Albergo “La Meridiana” (portici di c.so Roma ang. P.zza Garibaldi) danze con l’orchestra (violino, clarino, flauto e pianoforte) diretta dal M° Ermenegildo Carosio.
La Lega 1903. Presso il Circolo Filodrammatico “Gustavo Modena” (via Palestro, 14) si balla con l’orchestra Carosio.
La Lega 1915. Al Teatro “Verdi” proiezione del film Cabiria di D’Annunzio con orchestra in buca diretta dal M° Carosio.
Fin qui nulla poteva titillare i nostri sensori per una più affinata ricerca, quando…
La Lega 1916. La Compagnia “Maresca” di cui fa parte la stella, Gea della Garisenda (un tocco in più di alessandrinità n.d.r.) ha messo in scena la nuova operetta-vaudeville del M° Ermenegildo Carosio La Cagnotte (Il salvadanaio) su libretto di Giovanni Drovetti, dal romanzo di Eugene Labiche.
Ecco che allora il personaggio stava acquistando tutto un altro spessore di quello del semplice “orchestrale” di intrattenimento ed è quindi scattata la voglia di approfondimento.
Il ritrovamento di una piccola biografia, se pur brevissima, ci informa che iniziò i suoi studi nella città natale e li completò a Torino; che molta della sua produzione consistette in canzoni e musica da ballo per pianoforte, mandolino, chitarra e piccoli ensemble (più di duecento); che compose l’operetta già citata e che raggiunse, prima della sua morte, grande fama; che fu direttore di stagioni operistiche presso il Teatro Municipale di Alessandria. Poiché queste note sono al di sopra di ogni sospetto, dobbiamo pensare come, anche per lui, sia valsa la damnatio memoriae che molto spesso colpisce la nostra storia ed i nostri personaggi facendoli finire nel dimenticatoio locale e nazionale. Ma, per tornare al nostro incipit, la stessa fonte ci informa che a lui si dovette l’esperimento mandolino-ragtime, con tre sue composizioni (incise in Germania, ai primi del ‘900, con il fratello Ettore ed il figlio Ermenegildo jr.), sotto lo pseudonimo di E. Oisorak (anagramma di Karosio): Ragtime, Flirtation Rag e Detective Rag (ancora oggi in repertorio come dimostra il Cd riprodotto). Il commento è quanto mai esplicativo: «attraverso a queste tre esecuzioni possiamo tracciare la storia e le suggestioni del fenomeno rag in Italia: particolarmente degni di nota sono il sottotitolo di Ragtime, “nuova danza americana” (anche con indicazioni su come ballarla) e cosa più importante, l’indicazione dei marcatori del metronomo (in Flirtation Rag) che sono molto utili per rendere chiara la velocità di esecuzione di questa musica».
Più cauta la nota di un altro recensore riguardo a Detective Rag: «L’americanizzazione del brano, evidente nel titolo, deve cedere il passo alla realtà musicale popolare, per cui l’indicazione agogica del brano viene indicata con un più realistico “tempo di polka” ed un ancor più realistico sottotitolo Polka del poliziotto».
Nonostante ciò è innegabile che Ermenegildo Carosio sia stato uno dei precursori del jazz in Italia.
E tuttavia le sorprese non sono finite. Un suo particolare arrangiamento, di un’aria della Traviata, con il titolo di Hear my song, Violetta, fu nel 1940 una delle colonne sonore nel cartone animato Pinocchio di Walt Disney e nello stesso anno riproposta da Frank Sinatra con l’orchestra di Tommy Dorsey nel film Johnny Apollo, interpreti Tyrone Power e Dorothy Lamour.
Un evento che neppure lo stesso compositore si sarebbe mai immaginato. Noi sì, perché ormai ben sappiamo quanto gli alessandrini (fuori casa n.d.r.) non finiscano mai di stupire!
MANDOLINATA
«Ermenegildo Carosio ebbe un’attività di compositore musicale in un’ampia sfera, forte di vaste conoscenze che comprendono melodie e musica da ballo per piccole orchestre e piano.
I suoi pezzi più importanti sono: Varda ‘l cit cicè (“Guarda il bambino succhiare”, review del secondo atto delle battute in piemontese di E. Testa, rappresentato in forma teatrale nel parco Michelotti di Torino nel luglio 1915); La Cagnotte (operetta in tre atti su libretto di Giovanni Drovetti).
Sono stati altresì pubblicati in ogni parte d’Italia vari e numerosi componimenti per musica d’insieme per mandolino ed innumerevoli spartiti per assolo di chitarra.
Divenuto redattore de Il Mandolinista, rivista bimestrale di partiture per mandolino, edita a Torino nel 1911, e benché fosse un agevole mezzo per diffondere la propria produzione, se ne distaccò nel 1915 per dare vita ad una pubblicazione autonoma dal titolo Nuova Musica al fine di divulgare soprattutto la forma musicale per trio mandolino, mandola e chitarra. La sua attività di compositore e editore continuò alacremente fino alla morte il 18 maggio 1928.
Oggi questo tipo di musica non viene più rappresentata ma “La mandolinata”, come breve brano da concerto a quel tempo era ampiamente eseguita ed anche nel nostro paese era largamente apprezzata come stile tipico della musica d’insieme italiana». (commento del 1972 a proposito della composizione Mandolinata eseguita con arrangiamenti di Jiro Nakano tratto dal sito internet giapponese homepage1.nifty.com – Traduzione di Roberta Vergagni).
Che i giapponesi avessero molta ammirazione per il musicista alessandrino lo hanno dimostrato ancora recentemente (Agosto 2005) quando nell’ambito della manifestazione del Mandolin Big Concert, organizzata a Nagoya dalla Fondazione Italia-Giappone, furono eseguite alcune sue composizioni.