Olivola è uno splendido borgo di poco più di cento anime, nel cuore del Monferrato casalese, e ha un sindaco pompiere. Nel senso letterale del termine: il primo cittadino, Gianmanuele Grossi, è infatti vigile del fuoco al comando di Casale Monferrato. Ma soprattutto è una persona straordinariamente innamorata del suo paese (“anche se sono monferrino d’adozione: i miei sono abruzzesi, siamo arrivati qui nel 1979, dopo qualche anno a Sanremo”), a cui dedica tutto il tempo extralavorativo, e se possibile anche di più, “ma con la partecipazione attiva di tanti: è il bello di abitare in un piccolo centro, che sentiamo davvero nostro”. Cominciamo con Grossi una serie di incontri che ci porteranno a scoprire, nel tempo, una ad una le tante realtà del Monferrato che oggi sono unite da un comune riconoscimento: quello dell’Unesco, che riconosce i loro Infernot come Patrimonio dell’Umanità. E sono anche tutti coinvolti, questi paesi, in un progetto di rilancio del proprio territorio, sul piano economico-turistico-ricettivo, che di recente con Natal’esco ha vissuto la sua tappa invernale, ma che nell’intento dei promotori (con la cabina di regia di Confesercenti) punta a svilupparsi ‘da qui all’infinito’, come recita l’efficace slogan dell’iniziativa. Ma come si vive ad Olivola? E chi sono i piccoli imprenditori locali che hanno deciso di credere ed investire a casa loro, in Monferrato, per costruire qui il loro futuro, e non altrove?
Sindaco Grossi, passeggiando con lei per le vie di Olivola si sente tutto il suo orgoglio di ‘cicerone’ locale, oltre che di sindaco. Cosa le piace davvero del suo paese?
(siamo seduti al tavolino della vineria Cà Nostra, una delle attività imprenditoriali locali che ‘scommettono’ sul rilancio di Olivola, e di tutto il Monferrato) Posso dire tutto? Perché è così: io qui ci sono arrivato che avevo 10 anni, ero un bambino. E ci sono cresciuto, prima studiando (troppo poco, ma me ne sono reso conto solo dopo), e poi lavorando come giovane bracciante, prima di entrare nel corpo dei Vigili del Fuoco. Diciamo che scommetto su Olivola, esattamente come gli imprenditori locali che hanno deciso di sviluppare qui le loro attività: e che naturalmente sono tutti amici e amiche del sottoscritto, e danno una mano a ravvivare il nostro borgo.
Parliamo di Grossi sindaco: perché? E davvero oggi è così complicato fare l’amministratore pubblico di una piccola realtà?
Ho cominciato ad impegnarmi come consigliere una ventina d’anni fa, coinvolto da figure mitiche per me, e per noi che viviamo qui, ossia i nostri compaesani più anziani. Poi, nel 2011, all’epoca delle ultime elezioni, ci siamo guardati in faccia, e alcuni amici mi hanno detto: Gianmanuele, ora tocca a te. Ho accettato, con lo spirito di chi è disposto a mettercela tutta per dare una mano alla comunità. E qui è così per tutti, sia chiaro, non sono un’eccezione.
Ma è difficile fare il sindaco?
Parto da un dato: fino al 2010 ricevevamo trasferimenti dallo Stato (a fronte delle tasse pagate dai singoli cittadini ovviamente: oggi i residenti ad Olivola sono 127) per 95 mila euro. Non si navigava certo nell’oro, ma si cercava di utilizzare quelle risorse per tenere il paese in ordine, e fare qualche piccolo investimento, dalle strade alle ristrutturazioni degli edifici pubblici, alle manifestazioni culturali. Dopo quattro anni i trasferimenti sono oggi meno di 40 mila euro, ma è notizia di questi giorni che dobbiamo detrarne altri 17 mila, anche se non sto ad entrare in dettagli tecnici. Insomma, male, malissimo: lo Stato sta dicendo ‘arrangiatevi’, non vi diamo più niente. E in più, con il tristemente famoso patto di stabilità, di fatto ci impedisce di utilizzare i nostri soldi per fare investimenti, anche se siamo un comune sano.
Come fate a sopravvivere?
Razionalizzando al massimo risorse e personale: facciamo già oggi parte dell’Unione 5 Terre del Monferrato (con i comuni di Ozzano, Sala, Terruggia e Treville), il che ci consente di condividere e dimezzare una serie di costi. E poi con tanto volontariato e impegno da parte di tutti: le vede le luminarie appese in piazza e nelle vie di Olivola? Le hanno appese gli abitanti, gli assessori, il sindaco. Così come ci diamo da fare tutti, ognuno come e quando può, per fare i piccoli rattoppi sulle strade, o per spalare la neve quando arriva. Ed è la nostra grande forza rispetto a comuni medi, o medio grandi.
Esiste un problema frane, qui da voi?
Nel nostro territorio in senso stretto per fortuna no, la situazione attualmente è sotto controllo. Ma c’è certamente un problema di manutenzione delle strade di tutto il circondario: elemento fondamentale, se vogliamo essere turisticamente ‘attrattivi’ tutto l’anno. L’esempio classico è la frana che, all’altezza di Rosignano, da 4 anni rende inagibile l’arteria che collega Olivola a Casale Monferrato, che è la nostra città di riferimento per lavoro, ospedale, scuole e tutto il resto. Ora pare che la Provincia abbia finalmente stanziato le risorse, e deciso di appaltare l’esecuzione dei lavori: speriamo bene.
Sindaco Grossi, parliamo del progetto promosso da Confesercenti, che mira a ridare vitalità economica al Monferrato, puntando sull’importante riconoscimento Unesco legato agli Infernot. Voi ci credete?
Olivola, come del resto tutti gli altri 8 paesi della cosiddetta ‘core zone’, ci crede moltissimo. Abbiamo aderito con entusiasmo, con il patrocinio del comune (naturalmente a costo zero, perché la situazione finanziaria è quella che dicevamo poc’anzi), ma anche con la partecipazione fattiva e reale di tutti. Hanno aderito diverse realtà imprenditoriali e commerciali del nostro territorio (sette per la precisione), che sono ristoranti, aziende agricole, ristoranti, e l’artigiano/artista Gianmaria Sabatini. E vorrei che fosse chiaro che gran parte dei gestori di queste attività, ma anche di quelle dei paesi limitrofi, sono persone anagraficamente giovani, e di ottima cultura, che hanno scelto di investire qui, di puntare su Olivola per il loro futuro. Anche per questo quando è arrivata la proposta di Manuela Ulandi, per conto di Confesercenti, hanno aderito in tanti: praticamente tutta l’ossatura imprenditoriale di queste colline. Manuela poi è un vulcano di idee, e ci mette l’anima: come fai a non farti contagiare?
Finora ci sono stati due appuntamenti: Lun’esco ad agosto, e Natal’esco a dicembre. Qual è il bilancio di tappa?
Molto positivo, con grande partecipazione agli eventi estivi, e con buoni riscontri anche nell’appuntamento pre natalizio: ma soprattutto riteniamo importante aver avviato un percorso che andrà sviluppato e fatto crescere nel tempo, sviluppando iniziative e progetti. Per il 2015 abbiamo già in calendario una serie di eventi nel corso dell’anno, frutto di un’elaborazione condivisa con gli altri comuni del territorio, sempre con la regia di Confesercenti.
Che tipo di turismo avete ad Olivola?
Qui esiste da tanti anni un’importante tradizione legata alla musica jazz, per cui si sono esibiti ad Olivola anche musicisti di richiamo nazionale: da Tullio De Piscopo a Lino Patruno, a tanti altri. Il che ha portato da queste parti un pubblico di appassionati, in arrivo da Torino come da Milano. Paradossalmente, fino a poco tempo forse il paese era meno frequentato da alessandrini e casalesi che da ‘stranieri’, diciamo così. Ma questi ultimi appuntamenti hanno creato un buon circuito locale. Poi ci sono i turisti ‘di ritorno’, ovvero chi vive e lavora lontano, ma qui ha la casa (molte delle quali in pietra da cantoni, altra specificità locale oltre agli Infernot) e ama tornarci almeno due volte l’anno.
E c’è anche un famoso attore alessandrino che si è innamorato del paese, vero?
(sorride divertito, ndr) Come no, è Massimo Poggio, che ormai è un amico di noi tutti. Bravissimo attore, e ragazzo straordinario: ha comprato casa qui in paese, qualche anno fa. E ormai lo consideriamo uno dei nostri!
Ettore Grassano